«Lalbergo di Tarim, lAl Kubba Palace. Allesterno ha laspetto di un mausoleo indù, con i suoi colori pastosi e discordanti, quattro colonne allentrata, tetto a cupola». |
Siamo arrivati ieri, che sorpresa lalbergo di Tarim, lAl Kubba Palace. Allesterno ha laspetto di un mausoleo indù, con i suoi colori pastosi e discordanti, quattro colonne allentrata, tetto a cupola. Allinterno, un labirinto di corridoi irregolari. La nostra camera pare costruita per una bambola gigante, con le pareti giallo senape e verde acqua, uno specchio barocco, opaco, incollato al muro, piastrelle fino a un metro daltezza. La pittura in qualche punto si scrosta e rivela mattoni di fango. Già. Mensole, fiori, scale, armadi, colonne
Il palazzo e i suoi arredi sono interamente modellati con il fango, ricoperto con spessi strati di vernice.
Visita alla città. Alle 10 del mattino, vediamo nella moschea - celebre per laltezza eccezionale del minareto - tre orologi che fanno le tre e venti. È lorario arabo, ci dicono, qui il sole sorge allora zero. La biblioteca di Tarim è fornita di 5000 manoscritti, catalogati per ordine di acquisizione su grossi registri compilati a mano. Impossibile trovare Al Hawarismi.
Al ritorno in albergo, relax e lettura in giardino. Una bella signora beduina vestita in nero prepara il tè. Sulla stuoia impeccabile ordinatamente disposta a terra abbaglia largento lustro di teiere, tazze, colini, cucchiaini. Piacevolmente impressionati dal gentile pensiero, veniamo subito disillusi. Arriva Moravia con Andreotti ci informa Sultan, la nostra guida personale. Il tè è per loro. Vada per Moravia, non è la prima volta che lo incontriamo in un posto fuori mano, lavevamo già visto mi pare in Zimbabwe nell85. Sappiamo che è già stato qui. Ma, nonostante la fiducia che riponiamo in Sultan, che tra laltro non è una guida qualsiasi ma un addetto del Ministero della Cultura - Moravia e Andreotti, oddio, è un accostamento improbabile. Evidentemente non arriverà nessuno, il tè è per noi.
Eppure, eccolo. Una grossa auto scura si ferma allingresso e scende Moravia con due amici, Andrea Andermann e la moglie, accompagnati da tre yemeniti. Uno di loro si presenta parlando in italiano, Sono un giornalista yemenita
Andreotti non cè, sintende. Chissà dovè, in questo frangente storico così delicato**.
E così veniamo coinvolti nellofferta del tè. La conversazione è vivace. Quel suo modo brusco di intervenire, osservazioni acute, scampoli didee buttati lì in tono impaziente, talvolta provocatorio. E quel suo impressionante realismo. Ad Andermann che descrive le difficoltà (psicologiche) di un personaggio diventato improvvisamente famoso e ricco, ribatte subito troppi soldi non fanno male a nessuno, tuttal più uno li mette in banca
Come molti che hanno provato ad essere poveri (lo afferma lui stesso), Moravia non disprezza il denaro, è logico.
«"Arriva Moravia con Andreotti ci informa Sultan, la nostra guida personale. Il tè è per loro"». |
Comunque, si vede che è anziano. Intanto, la sordità. La signora Andermann gentilmente gli ripete quello che non sente. E poi, nonostante la prontezza intellettuale, i segni sono lì, evidenti. Parlano dei suoi ricordi, per esempio i viaggi nello Yemen, con Pasolini e la Callas. Maria è morta? Chiede dun tratto. Già, si è dimenticato. Come spesso succede, rimane la memoria delle cose antiche, laltra se ne va.
Sultan si presenta, Lavoro al ministero della Cultura, gli dice, con aria deferente. Moravia è una celebrità, in questo Paese marxista-islamista (proprio in questi giorni è in corso la procedura di unione dei due Yemen, Nord e Sud). Sei laureato? A Lipsia, filosofia
Veniamo a sapere, grazie alla curiosità di Moravia, che Sultan si è laureato con una tesi intitolata Dialettica nazionale e internazionale applicata ai partiti.
Salvo unescursione (massacrante) allantico mausoleo di Al Hud, per noi la città santa di Tarim è un punto darrivo, per Moravia è un punto di partenza. Vorremmo vedere le rovine hymiarite ma siamo schiavi dei permessi, difficili da ottenere, indispensabili per qualunque mossa. Domani Moravia e i suoi compagni, invece, vanno nel deserto alla frontiera con lArabia Saudita e poi andranno in aereo verso il confine con lOman. Moravia qui è unautorità, i permessi per lui sono impliciti.
Tarim (Hadramaut), 5 gennaio 1990.
Verso le 4 del pomeriggio Moravia e compagni ritornano allAl Kubba Palace. Sono stati a Al Abr, proprio dove inizia il deserto del Rub al Khali. Raccontano di aver incontrato un beduino che avevano conosciuto più o meno nello stesso posto cinque anni fa. E al quale, su sua insistenza, avevano promesso di tornare. Cose che si dicono, in queste occasioni, ma per il beduino vederli di nuovo è del tutto normale. Siete arrivati, vi aspettavo!.
La sera pranziamo tutti insieme, partiamo in aereo domani alle 7.30. Noi ci fermiamo a Mukhalla, Moravia prosegue per Aden. Difficilmente potremo incontrarlo ancora.
Dal diario di viaggio, Yemen del Sud, dicembre 1989-gennaio 1990.
´*Roberta Simonis è editore di «Sahara», una rivista internazionale il cui obiettivo è di diffondere notizie sulla preistoria del Sahhara, del Sahel e delle regioni circostanti a questi deserti.
** In Romania, Ceausescu e la moglie sono stati uccisi da pochi giorni, il 9 novembre 1989 la Germania ha festeggiato il crollo del muro di Berlino.