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Giuseppe Berto (1914-1978)


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iuseppe Berto nacque il 27 dicembre 1914 a Mogliano Veneto. Qui frequentò il ginnasio presso il collegio Salesiano, terminando invece gli studi classi al liceo statale di Treviso. Alla fine del liceo si arruolò nell’esercito, partecipando a diverse campagne militari in Africa. Contemporaneamente si era iscritto alla facoltà di Lettere dell’università di Padova, sebbene con poca convinzione.

Laureatosi in tutta fretta per potersi arruolare all’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto, venne scartato alla leva e dovette ripiegare sulla meno selettiva Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e fu inviato a combattere nuovamente In Africa. Fu fatto prigioniero dagli Alleati, internato in un campo di prigionia statunitense a Hereford, in Texas. Durante la prigionia ebbe l'occasione di conoscere personaggi quali Gaetano Tumiati e Alberto Burri. Iniziò a scrivere, e al suo ritorno in Italia le bozze dei suoi primi lavori confluirono nel suo romanzo Il cielo è rosso, edito da Longanesi nel 1946. Il romanzo si rivelò un enorme successo, anche all’estero, e oltre ai riconoscimenti nazionali (Premio Firenze 1948), ricevette anche il plauso di scrittori stranieri del calibro di Errnest Hemingway.

Le opere successive Il brigante (1948) e Le opere di Dio (1951) non ottennero lo stesso successo. Unitamente a questo, l’ostracismo di cui verrà fatto oggetto dall’establishment culturale dell’epoca, che lo marchiò con l’ appellativo di “fascista”, acuirono in lui una forte depressione (probabilmente latente), cui contribuivano anche le insoddisfazioni personali nella sua professione di sceneggiatore cinematografico. L’ingresso in analisi, resosi necessario a tale punto della sua esistenza, divenne il nucleo e il motore de Il male oscuro (1964), la sua opera più nota. In questo romanzo, iniziato su consiglio del suo analista, Berto affrontò molte tematiche strettamente autobiografiche, riguardanti in particolar modo il rapporto con il padre, vissuto in modo estremamente conflittuale. Da allora la critica gli riconobbe spesso dei debiti con la poetica dello stream of consciousness joyciano, benché questo sia un paragone che rischia di ridurre la peculiarità di questo testo, considerato tra i capolavori italiani e mondiali di questo secolo.

Negli anni seguenti, Berto continuò la sua attività di sceneggiatore anche per la RAI, senza trascurare la letteratura: le opere successive, tra cui citiamo La fantarca (1965), La cosa buffa (1966) e Anonimo veneziano (1971), resa celebre dal film che ne venne tratto, non ebbero la stessa incisività de Il male oscuro, e non riuscirono a spezzare l’isolamento dello scrittore dalla vita culturale italiana. Morì di cancro, nell’indifferenza (ma solo in Italia), a Roma, il 1° novembre 1978.

BIBLIOGRAFIA

La colonna Feletti (1940)
Le opere di Dio (1944)
La perduta gente (1944)
Il cielo è rosso (Longanesi, Milano, 1946)
Opere di Dio
Il brigante (Einaudi, Torino, 1951)
Guerra in camicia nera (Garzanti, Milano 1955)
Un po' di successo (Longanesi, Milano, 1963)
Il male oscuro (1964)
La fantarca (1965)
La cosa buffa (1966)
Anonimo veneziano (1970)
Intorno alla Calabria (1978)
La gloria (Mondadori, 1978)
Colloqui col cane (postumo. Marsilio, Venezia, 1986)

A cura della Redazione Virtuale

15 gennaio 2001
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Mario Pellegrinetti, Camporgiano (Lucca), 14/10/'04

Ritengo Berto uno dei maggiori autori del '900 italiano e mi sconvolge l'idea che la "cultura" (chiamiamola così) della sua epoca lo abbia irresponsabilmente emarginato per ragioni politiche. Ho letto quasi tuti i suoi libri ma alcuni sono introvabili. Qualche editore dovrebbe ripubblicare tutta la sua opera. Sarebbe una azione meritevole per la nostra cultura e, forse, anche un affare. I lettori non hanno dimenticato Giuseppe Berto


Maria Cristina Albertario, (cristinaalbertario@hotmail.com), Roma, 29/04/'04

Non desidero commentare ma esprimere la mia meraviglia...scrivete le note autobiografiche su Giuseppe berto e omettete un seppur minimo accenno alla Gloria?Vi invito a colmare questa imperdonabile lacuna.Cordialmente,Maria Cristina


Vincenzo Tallon (vic1@libero.it), Venezia, 10/11/'03

Voglio solamente dire..che ho letto casualmente in libro di g.berto..il "male oscuro"..casualmente perché lo ho acquistato col giornale..in promozione e ne sono rimasto entusiasta!Leggo molto..anche perché faccio il pendolare..ma devo riconoscere che l'opera di Berto...è uno di quei libri che ti lasciano dentro qualcosa...spesso di molti libri pur nella piacevolezza della lettura a distanza di qualche anno o mese rimane ben poco dentro..invece il capolavoro di berto..ti rimane dentro e ti fa pensare..pur nn riconoscendomi affatto nel protagonista..una grande opera ..insomma a mio modesto avviso...molto modesto..in quanto faccio di mestiere il geometra comunale in quel di venezia...e pertanto..nn ho eccessivo modo di occuparmi di letteratura..


Francesca Farina (rosafrancefarina@fastwebnet.it), Roma, 27/10/'03

Favoloso e tragico il libro di Berto "Il male oscuro", ironico, ansiogeno, divertente, magico, malinconico, depressivo ed esaltante: insomma, mitico. E' un classico, ormai, e credo che la glori atanto cercata e amata dall'autore, lo stesso se la sia meritata e l'abbia ottenuta, con tanta sofferenza e tanto coraggio. Un ciclope della scrittura, anche se si sentiva un nano...Grazie, Berto. Sei grande. Francesca.


Grazia Presto (maristel@libero.it), Vibo Valentia, 23/05/03

Il nostro Liceo scientifico di Vibo Valentia è intitolato a Berto, poiché egli, pur essendo di origine veneta, dedicò molta attenzione ai problemi della Calabria, dove trascorse parecchi anni della sua vita. Gli alunni della mia classe, IV C, stanno curando l'analisi delle sue opere; particolare attenzione è rivolta alle due opere che iniziano e concludono l'attività letteraria di Berto, "LE OPERE DI DIO e LA GLORIA".


Marco Sasso (postserv@inwind.it), Roma, 7.10.2001

Penso che un autore come G. Berto abbia avuto contro di se una parte del pensiero politico italiano del passato, cosa che non ha permesso la diffusione delle sue opere al grande pubblico. Sarebbe stato istruttivo introdurre lo studio di alcune sue opere nei programmi scolastici, anche perchè il suo modo di scrivere a volte semplice e pulito, a volte intrecciato da togliere il fiato (male oscuro), avrebbe dato elasticità agli elaborati di parecchi alunni delle scuole medie o superiori.




http://www.italialibri.net - email: - Ultima revisione Ven, 18 gen 2008

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