La Toscana, la Maremma, è la patria poetica di Carlo Cassola, nel triangolo Volterra - Marina di Cecina - Grosseto.

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Carlo Cassola (1917-1987)


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arlo Cassola nasce a Roma il 17 marzo 1917; la madre è originaria di Volterra mentre il padre è lombardo, ma vissuto a lungo anch’egli nella cittadina toscana. E infatti, proprio la Toscana, in particolare la Maremma, diventerà la patria poetica e spirituale dello scrittore, che vi si trasferirà nel ’40, partecipandovi anche alla Resistenza.

L’attività letteraria era già cominciata negli anni ’30: tra il ’37 e il ’40 Cassola aveva composto una serie di brevi racconti, in parte pubblicati sulle riviste «Meridiano di Roma» e «Letteratura» e poi raccolti in un volume dal titolo La visita. Dopo l’interruzione della guerra, durante la quale il lavoro di scrittura era stato quasi completamente interrotto, Cassola si dedica con continuità alla narrativa, affiancata all’insegnamento di filosofia in un liceo di Grosseto. Pubblicò i racconti lunghi Baba (1946), I vecchi compagni (1953), Fausto e Anna (1952), tutti di argomento partigiano e ambientati in quel particolare paesaggio letterario che per Cassola fu la zona compresa nel triangolo Volterra - Marina di Cecina - Grosseto: una terra arida, avara, crudele, che nelle pagine dei suoi romanzi diventa un simbolo della condizione umana, quasi un “correlativo oggettivo” della fatica di vivere. Lo ha detto in modo efficace il poeta Mario Luzi quando, riferendosi allo sfondo geografico dell’opera di Cassola, afferma: «Per affetto e per organica intelligenza di poesia, Cassola ne ha fatto non una provincia, e sia pure la sua provincia, ma un luogo, anzi il luogo dell’anima».

Con il racconto lungo Il taglio del bosco, scritto tra il ’48 e il ’49, ma pubblicato nel 1954, la prosa cassoliana si allontana dalle tematiche storiche per assumere un tono più dimesso e intimistico, che rimarrà tipico dell’autore anche nella sua produzione successiva. Cassola mette a punto la sua poetica del “realismo subliminare”, ossia uno sguardo letterario attento a cogliere le vibrazioni più sottili e umbratili della realtà, spesso nascoste dalle apparenze banali del quotidiano, relegate «sotto la soglia della coscienza pratica» ma che racchiudono il significato vero e profondo della vita umana. In questa sua ricerca, Cassola tende ad isolarsi dal panorama letterario italiano, riconoscendo il suo unico maestro in Joyce, particolarmente nel Joyce di Gente di Dublino. «In Joyce — dice — scoprii il primo scrittore che concentrasse la sua attenzione su quegli aspetti della vita che per me erano sempre stati i più importanti e di cui gli altri sembravano non accorgersi nemmeno» .

Questo netto distacco dal naturalismo tradizionale segnerà d’ora in poi tutte le opere dello scrittore, determinando anche una nuova visione della storia, considerata sempre meno come il teatro di grandi eventi e di ideali alti, ma piuttosto sempre proiettata nella dimensione interiore e privata dei soggetti che in essa si trovano a vivere, spesso loro malgrado. Così, se Il soldato (con cui Cassola vince il Premio Salento nel 1958) tratta il tema della solitudine e dell’elegia amorosa, nella raccolta di racconti La casa di Via Valadier (1956) il motivo politico si colora di forti implicazioni esistenziali, in un quadro che all’elemento storico contingente, si tratti della condizione operaia (come nel racconto Esiliati) o della caduta degli ideali della Resistenza (come nel racconto eponimo dell’intera raccolta), sempre viene anteposto lo stato d’animo che ne scaturisce, spesso segnato da un senso di inerzia ed abbandono dinanzi all’ineluttabilità degli eventi. In questa scia si viene a collocarsi anche il romanzo La ragazza di Bube, pubblicato nel 1960 ed insignito del Premio Strega.

Le scelte poetiche di Cassola non mancarono di suscitare numerose ed accese polemiche, e si attirarono a più riprese l’accusa di sfuggire all’impegno letterario e civile rifugiandosi in un vuoto lirismo e in un realismo facile, idilliaco, privo di conflitti. Rimangono emblematiche le parole a cui ricorse un Calvino particolarmente caustico per rispondere ad alcuni interventi di poetica pubblicati da Cassola sul «Corriere della Sera»: «La poetica dell’ineffabilità dell’esistenza è e resterà legata a esperienze individuali rare, a particolari congiunture storiche. Cassola dice che ha trionfato: non si rende conto che questo trionfo è una sconfitta? Cosa può voler dire questo trionfo, oggi? Romanzi sbiaditi come l’acqua della rigovernatura dei piatti, in cui nuota l’unto dei sentimenti ricucinati».

Nonostante l’animosità a volte carica di acrimonia evocata dalla sua opera, il lavoro di Cassola si mantenne fedele alla propria poetica chiusa, minimale e volutamente astorica, anche nella produzione degli ultimi anni che, tra romanzi e racconti, si mantenne regolare e costante: Un cuore arido (1961), Il cacciatore (1964); Tempi memorabili (1966); Storia di Ada (1967); Ferrovia locale (1968); Una relazione (1969); Paura e tristezza (1970); Monte Mario (1973); L'uomo e il cane (1977); L’antagonista (1978); Il ribelle (1980).

Da ricordare anche la collaborazione con il «Corriere della Sera», con la rubrica di terza pagina Fogli di diario, e la produzione saggistica, in cui si distinguono l’inchiesta condotta con Luciano Bianciardi sui Minatori in Maremma (1958) e il volume Viaggio in Cina (1956).

Negli ultimi anni, Cassola si è dedicato con passione all’attività antimilitarista ed ecologista, mantenendosi sempre autonomo dai gruppi politici ufficiali. Costretto all’immobilità da una grave malattia, lo scrittore si è spento il 29 gennaio 1987 a Montecarlo, in provincia di Lucca.

Carlo Cassola, che ha creato alcuni personaggi femminili straordinari, riesce a infondere in ogni gesto quotidiano, anche il più banale, il senso profondo della vita. Tutta la sua l’opera ne illustra l’inesauribile bellezza e il fluire lungo la strada della poesia. Nelle storie di gente della borghesia contadina tipiche della Toscana, l'autore descrive la loro verità, la loro umanità poetica, che non esplode nella grandi emozioni, matura nella semplicità del vivere quotidiano. La verità che ne scaturisce è che nella vita tutto è memorabile e tutto è indifferente. Ed è l’indifferenza, vera o simulata, l'unica via di scampo, medicina infallibile per curare le ferite che la vita ci procura. nel saggio L'umanità normale di Carlo Cassola Roberto Izzo ripercorre la bibliografia dell'autore, mettendone in evidenza il tratto più caratteristico: il realismo sub-limimare.

Bibliografia

Narrativa

La visita, Firenze 1942
Alla periferia, Firenze 1942
La moglie del mercante, in "Botteghe oscure" 1949
Fausto e Anna, Torino 1952
I vecchi compagni, Torino
1953
Il taglio del bosco
, Milano 1963
La casa di via Valadier

Un matrimonio del dopoguerra
Il soldato - Rosa Gagliardi, Milano 1958
La ragazza di Bube, Torino 1960
Un cuore arido, Torino 1961
Il cacciatore, Torino 1964
Tempi memorabili, Torino 1966
Storia di Ada - La maestra, Torino 1967
Ferrovia locale, Torino 1968
Una relazione, Torino 1969
Paura e tristezza, Torino 1969
Monte Mario, Milano 1973
Gisella, Milano 1974
Troppo tardi, Milano 1975
L'antagonista, Milano 1978
La disavventura, Milano 1977
L'uomo e il cane, Milano 1977
Un uomo solo
, Milano 1978
Il superstite, Milano 1978
Vita d'artista, Milano 1979
Il paradiso degli animali, Milano 1979
Il ribelle, Milano 1980
La morale del branco, Milano 1980
La zampa d'oca, Milano 1980
L'amore tanto per fare, Milano 1981
Il leone fuggito, Firenze 1981
Colloquio con le ombre, Milano 1981
Mio padre, Milano 1983
Due racconti, Firenze 1983

Saggistica

Viaggio in Cina, Milano 1967
I minatori della Maremma (con L. Bianciardi), Bari 1956
Poesia e Romanzo (con Mario Luzi), Milano 1973
Fogli di diario
, Milano 1974
Ultima frontiera, Milano 1976
Il gigante cieco
, Milano 1976
La lezione della storia, Milano 1978
Letteratura e disarmo, Milano 1978
Contro le armi, Marmirolo 1980
Il romanzo moderno, Milano 1981
Diritto alla sopravvivenza, Torino 1982
La rivoluzione disarmista, Milano 1983
Il mio cammino di scrittore, Firenze 1984

A cura della Redazione Virtuale

Milano, 19 dicembre 2000

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Marilena Cova, Mezzolombardo (Trento), 9/11/'04

Cassola è uno scrittore fantastico, il suo modo di scrivere ti coinvolge, ti immedesimi quando leggi...per questo l'ho scelto per la mia tesi, ora però sto cercando materiale recente su di lui, ma è proprio difficile!!Se qualcuno vuole darmi qualche aiuto mi scriva pure!!!!


Tiziana Danti, Firenze, 8/11/'04

Carlo cassola è il mio scrittore preferito. il primo libro letto di questo autore è stato la ragazza di bube. avevo 14 anni.


Grazia Pasculli, Cerano (No), 5/11/'04

Scrive molto bene e quando si leggono i suoi romanzi sembra di viverli. E' il mio autore preferito. il libro che mi e' piaciuto maggiormente è Paura e tristezza. Mi spiace di nn riuscire a trovare facilmente i suoi libri.


Anonimo, 17/10/'04

Ciò che mi emoziona sono la capacità dell'autore a trasmettere il modo di vivere la vita di quegli anni balordi ma soprattutto i sentimenti dei personaggi. veri. vorrei potermi dilungare e spiegare meglio ma se anche usassi tutti innumerevoli post, non riuscirei a darvi il senso concreto di ciò che Cassola riesce invece a dare a me. ho notato che ogni lettore da il titolo del suo romanzo preferito, lo faccio anche io dandone però due: l'antagonista; una relazione


Sara Gioia (babubanana@libero.it), Legnano, 11/01/2004

Mi sono avvicinata a Cassola grazie alla mia insegnate che ci ha proposto"LA RAGAZZA DI BUBE" e più tardi "IL TAGLIO DEL BOSCO". Ho trovato il primo entusiasmante e significativo soprattutto quando la protagonista si trova a dover fare una scelta così importante(ciò si rispecchia molto nella complicata realtà di tutti i giorni); il secondo, purtroppo, mi é parso noioso e non mi ha trasmesso nessuna emozione. Ora cercherò di accostarmi ancora di più a Cassola e spero di poter provare grandi emozioni. ciao a tutti


Maria Grazia Carta (grazia.carta@katamail.com), Settimo San Pietro (Ca), 09/12/03

Mi sono avvicinata a Cassola grazie a mia madre che mi ha regalato"La ragazza di Bube" grazie a lei ora sto completando tutte le sue opere. Penso che abbia narrato le tristi vicende della guerra meglio di chiunque altro,vicino alla realtà della gente,mi ha fatto comprendere tutto quello che non potevano fare ne i libri, ne i documentari storici, cioé come la guerra sia vissuta dalle persone comuni,i più disagiati... E' il mio autore preferito, in assoluto, ho letto tanti libri da quando l'ho conosciuto,ma ora a quasi 10 anni di distanza, ricomincio a leggere le sue opere, perchè ogni volta si aggiunge un particolare che me lo fa amare ancora di più.


Giuseppe (eze31@virgilio.it), 12/08/'03

Di Carlo Cassola ho letto: Fausto e anna, i vecchi compagni, ferrovia locale, la casa di via Valadier, il cacciatore, una relazione, storia di Ada ed ho idea di completare la sua opera. Da tutti i suoi libri traspare l'attenzione per le "piccole ombre della vita", che poi a ben vedere sono i fulgori che illuminano i nostri cuori. I suoi personaggi così umili, appena tracciati, come piccole pennellate su di una tela dallo sfondo grigio rarefatto, ma parimenti profondi, educati, misurati... Bussando lievemente alla tua porta , ti accompagna in viaggi d'altri tempi, a passeggio, mai correndo, portandoti in ambientazioni in cui il piccolo elemento scandisce i ritmi e veicola l'attenzione del lettore, rendendolo partecipe dell'importanza delle minuzie nella vita di ognuno di noi. Poi chiede il permesso di posare nella tua anima un dono: una semplice, delicata, immortale emozione. Mi auguro di ricevere numerose le vostre impressioni e buona lettura a tutti.


Pamela Stranieri (pamelastran@freemail.it), Roma, 19/07/03

Mi sto per laureare in lettere alla Sapienza di Roma. Il mio autore della tesi è Carlo Cassola.Il sito mi ha permesso di estrapolare qaulche notizia anche se mi occorre un lavoro molto più approfondito. grazie


Giuseppe Palomba, 25/05/03

Ho letto con interesse la vostra rubrica su Carlo Cassola,scrittore di inenarrabile talento narrativo.La ragazza di Bube,Fausto e Anna,Il soldato,un Cuore arido,sono libri che ti entrano dentro e arricchiscono il tuo patrimonio emotivo di sensazioni che difficilmente delle semplici parole credevi potessero dare.Mio malgrado però ho notato come non fosse citato quello che secondo il mio parere è un vero capolavoro di Cassola(insignito anche delpremio Bagutta)ovvero "L'uomo e il cane".Un racconto impossibile da non legere tutto d'un fiato.Dire di più non riesco..


Francesca, 13/02/2003

Ho letto " Tempi Memorabili " di Carlo Cassola, me lo aveva consigliato un mio insegnante, e mi è sembrato un libro magnifico, interessante e scritto molto bene. Faccio i miei più sinceri complimenti all'autore. Infine consiglio a tutti i giovani adolescenti , e non , la lettura di questo splendido libro.


Edoardo de Natale (edodenatale@almosthuman.zzn.com), Sassari, 1.03.2002

Ho letto la biografia di Carlo Cassola con molto interesse, perché desideravo avere informazioni su di lui; non so molto sul Cassola scrittore devo dire, però ho avuto la fortuna di avere fra le mani due suoi saggetti, il gigante cieco e la lezione della storia (che sinceramente mi aspettavo di vedere nominati nella biografia) che consiglio per la loro caustica ma reale visione della società moderna. Mi interesserò ancora su questo scrittore.


Stasia Szost (stasiaszost@hotmail.com), Monopoli, Bari, 15.11.2001

Un cuore arido. Leggendolo ho scoperto me stessa, il mio desiderio di tranquillita' e, allo stesso tempo, di vere emozioni; il mio saper rinuciare; l'attenzione per i gesti quotidiani, l'emozioni per scenografie naturali che ci circondano e di cui talvolta non ci accorgiamo. L'indole malinconico-romantica che mi rende una persona fuori da questo tempo.


Ludovico Polastri (carpione@tiscalinet.it) Brescia, 03.09.2001

Cassola rappresenta uno dei più begli esempi di narrativa italiana del '900. Fu uno scrittore che con romanzi come la Ragazza di Bube, Fausto e Anna rappresentò il vero sentimento popolare che c'era durante il periodo della Resistenza, dipingendo i suoi personaggi con rara bellezza ed essenzialità. Il Taglio del Bosco rappresenta la descrizione del dolore di un uomo (che poi è il suo) per la perdita della moglie. Mai in letteratura alla fine di un romanzo si ha il senso così profondo del sentimento del dolore. Cassola è soprattutto lo scrittore del sentimento. Con personaggi spesso antagonisti alla sua natura di uomo, riesce a darci degli esempi di straordinaria nitidezza realistica. Ma Cassola ebbe anche il coraggio di esprimere idee politiche in un periodo difficile e delicato, in cui la guerra fredda sembrava innescare una corsa agli armamenti senza fine. Pur essendo di sinistra la criticò violentemente e sempre con coerenza al contrario di molti di quelli che lo denigravano (si pensi al Gruppo del '63) e che si dimostrarono arrivisti e politicamente manipolati. E' un esempio di autore letterario di cui l'Italia può andare orgogliosa.


Gilberto Maltinti (gilberto@vacanzearoma.it) Roma, 16.07.2001

Vagavo per internet e ho soperto il vostro sito. Solo grazie per avermi fatto rileggere il nome di Cassola, scrittore che ho amato alla follia nei lunghi pomeriggi dei miei 11, 12 e 13 anni.


Carlo De Frede (edefred@tin.it) Napoli, 01.07.2001

Narratore politico, Cassola narra generalmente vicende quotidiane "comuni" con uno stile piano e volutamente grigio mediante il quale trascrive la sua dolente e rassegnata accettazione del vivere. Negli ultimi tempi Cassola si è impegnato, con saggi e attività organizzata, in una campagna per il disarmo.


Davide Colavini (cassola@davidecolavini.com) Monza (Milano), 19.03.2001

Sto cercando informazioni sulla vita personale di Cassola... magari un fatto particolare della sua vita che può averlo "segnato". Se qualcuno ha qualche opera che, per l'appunto, parla della vita dello scrittore può segnalarmelo all'indirizzo e-mail cassola@davidecolavini.com. Per l'esattezza sto cercando un fatto particolare che successe a Cassola durante la sua vita:
assistette ad un corsa a piedi sostenuta da un giovane ragazzo, che per il duro impegno e lo sforzo si rovinò una caviglia. Al termine della gara Cassola portò il giovane ad esempio. Purtroppo non sono in grado di dire se una tale situazione è citata nei suoi romanzi, qualcuno può aiutarmi. Grazie infinite.


Ermanno Bartoli (ermannobar@tin.it) Reggio Emilia, 05.03.2001

Carlo Cassola, oltre che per i romanzi pur belli che ci ha lasciato (Il taglio del bosco, L'uomo e il cane, Vita d'artista, Il superstite ecc.) è ancor più grande per i saggi sul disarmo e sulla necessità di battersi in un impegno civile per migliorare il mondo in cui viviamo... La trilogia La lezione della storia, Il gigante cieco e Ultima frontiera rimangono, insieme a Contro le armi e Letteratura e disarmo dei veri e propri capisaldi della ragionevolezza e dell'impegno a tutto campo. Spiace vedere come, in ragione di queste sue ultime opere, Cassola sia stato sempre più e proditoriamente isolato dal sistema editoriale italiano fino a risultare, alcuni romanzi a parte, un quasi perfetto sconosciuto. Chi ha sentito anche soltanto nominare alcuni dei saggi sopra citati, alzi tranquillamente la mano.


Giovanna Gueci (giovannagueci@kataweb.it) Roma 12.02.2001

Ho scoperto Carlo Cassola per caso, nella libreria di mio padre. "Monte Mario": lo guardavo senza prenderlo in mano. L'ho guardato per almeno quindici anni. Poi l'ho letto, tutto d'un fiato. L'ho riletto, l'ho regalato e torno a cercarlo a volte.
E' nata l'intimità con un'atmosfera quotidiana, con le sue parole semplici -"...non mi ci so vedere..."- con la sua Roma e la sua Toscana. Mi sento presa per mano tra le sue pagine, conosco tutte le strade di cui parla, ci cammino. So mantenere i suoi segreti. Semplici e accoglienti.




http://www.italialibri.net - email: - Ultima revisione Mer, 28 mar 2007

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