duardo De Filippo nacque a Napoli nel 1900 da Eduardo Scarpetta, grande attore ed autore del teatro napoletano, e da Luisa De Filippo. Figlio darte, si avvicinò prestissimo al teatro e alla compagnia di Vincenzo Scarpetta e, già a venti anni, grazie alla struttura fisica esile e slanciata, oltre che alla sua bravura, riuscì a farsi assegnare il ruolo del brillante (lattore che interpreta i personaggi maggiori, dopo il protagonista comico) che, proprio in queglia anni, si andava ridefinendo con lacquisizione di una maggiore signorilità, a scapito della tradizionale scorza buffonesca che lo aveva accompagnato nella commedia dellOttocento.
In quel periodo inoltre Eduardo aveva già la possibilità di esibirsi solo o in coppia con altri attori nelle serate donore che erano appannaggio esclusivo dei grandi attori.
Il ventenne Eduardo partì sotto le armi, arruolato come bersagliere nel Reggimento Trastevere, a Roma, dove il comandante lo incaricò di organizzare delle recite con i soldati, che ebbero un gran successo tra i superiori, tanto da permettere ad Eduardo di alloggiare in un accogliente ripostiglio, trasformato in camera da letto, nel quale poteva dedicarsi alla stesura di atti unici o sketch per il repertorio dei bersaglieri-attori. In questo modo, nel periodo del servizio militare praticò un utile tirocinio che gli permise di perfezionarsi anche come autore o direttore di compagnia.
Dal 1921 tornò a tempo pieno con la Compagnia Scarpetta, con la quale restò fino al 1927.
In quei primi anni Venti Eduardo viveva nella casa romana che era stata del padre. Insieme e lui viveva Vincenzino Scarpetta, che aveva una grande stima per Eduardo e che sin dallinizio della sua carriera da attore gli aveva permesso di lavorare nella sua compagnia, premiandolo con una paga più alta rispetto a quella data a tutti gli altri attori ( 33 lire e 32 cenntesimi). Vincenzino, come suo padre, il grande Eduardo Scarpetta, aveva un caratteraccio in casa e una estrema severità in teatro, ma nell'ambiente teatrale aveva fama di essere uno straordinario direttore di compagnia.
Il reperorio restò sostanzialmente quello paterno, con laggiunta di una dozzina di commedie e con numerose incursioni nella rivista e nel cinematografo
I primi copioni Eduardo li scrisse per lui, cominciando da Farmacia di turno del 1921, Uomo e galantuomo e Ditegli sempre di si.
Questi furono anni decisivi per la formazione di De Filippo: Pirandello continava a sorprendere in teatro, Eleonora Duse tornava in scena dopo un volontario esilio di 12 anni e, con la Marcia su Roma, nel 1922 si apriva una nuova ed imprevedibile era nella storia politica italiana e mondiale.
Attore già esperto e drammaturgo in formazione, Eduardo nel 1922 mise in scena, per la prima volta come regista, lidillio musicale Surriento gentile di Enzo Lucio Murolo.
Lestate successiva Vincenzo di Napoli lo scrittura per la rivista 4e4:8. La compagnia ha un successo enorme, tanto che nellestate successiva il copione diventa 8e8:16 e resta in scena un anno intero, con continui aggiornamenti del testo.
Nel 26, dopo unesperienza fallita con il teatro in lingua in una importante compagnia del Nord, Eduardo torna da Vincenzo Scarpetta, che nel frattempo ha scritturato anche Peppino De Filippo.
A questo periodo si possono far risalire le immagini di Eduardo con la barba da vecchio e parrucca e baffi posticci; dapprima la scelta di interpretare parti da vecchio era determinata dal fatto che Peppino, durante la sua assenza, si era conquistato i ruoli che un tempo erano stati suoi. Solo in un secondo tempo Eduardo giustificò questa scelta dicendo che era parte della sua stategia della durata: «non vedevo lora di diventare vecchio, cosi- pensavo non avrò più bisogno di truccarmi. E poi se faccio il vecchio da adesso, lo posso portare avanti. Se invece mi metto a fare il giovane presto mi diranno che sono invecchiato!»
L´amico Michele Galdieri gli fece leggere il copione di una rivista che era stata già rifiutata da tutti gli impresari di Napoli: nessuno sfarzo, nessuna maestosa scenografia per incantare il pubblico, ma solo arguti riferimenti allattualità conditi con motivi aristofaneschi e parodie della vita sociale di Napoli. Eduardo la lesse e si convinse della validità della rivista, successivamente riuscì a convincere anche Titina e Peppino. Quel testo faceva al caso loro perchè la sua riuscita dipendeva dallintelligenza di autore e attori. Tutto ciò fu determinante per la decisione di mettere su una compagnia in proprio, o meglio una compagnia sociale (una specie di cooperativa senza un produttore-finanziatore) avvalendosi del contributo economico offerto in prestito da una famosa strozzina.
Come titolo la scelta cadde su La rivista...che non piacerà ed il nome della compagnia fu Compagnia Galdieri-De filippo. Questa svolta importante nella vita di Eduardo segnerà la prepotente affermazione di una nuova generazione di artisti napoletani, eredi di Scarpetta e del noto poeta e drammaturgo Rocco Galdieri, morto nel 1921.
In quei mesi Eduardo incontrò Dorothy Pennington-Dodò- giovane e dolcissima fanciulla nata a Philadelphia il 19 gennaio 1905 e venuta in Italia forse in viaggio di istruzione o come dama di compagnia di una gran signora; dopo un anno si sposarono nella chiesa evangelica di Roma.
Crebbe così la volontà di Eduardo di avere una compagnia sua per essere padrone del suo destino, dal punto di vista economico ed artistico. Nel 1928 comparve per la prima volta la De Filippo - Comica Compagnia Napoletana dArte Moderna, diretta da Eduardo De Filippo che prometteva «prosa, musica e sketch». Ma il debutto nellavanspettacolo, progettato insieme al fratello e alla sorella va in fumo: Titina ed il marito Pietro Carloni avevano ricevuto unofferta dallimpresario Aulicino per recitare accanto a Totò. Questo episodio rafforzò ulteriormente laffetto che legava gia Totò a Peppino ed Eduardo.
Il 1930 fu invece lanno di nascita di uno degli atti unici più divertenti e longevi del teatro di Eduardo:Sik-Sik lartefice magico, storia comica ed amara di un illusionista da strapazzo, che nel giro di poco tempo conquista tutta Napoli. Le sue battute vengono ripetute per le strade ed un famoso caffè di Napoli le usa come slogan pubblicitari. Ma questa è solo la prima profonda traccia lasciata dal teatro di Eduardo nel partimonio culturale popolare italiano: altri titoli come Gli esami non finiscono mai e altre battute come «ha da passà a nuttata..» e «i figli so figli..» diventeranno proverbiali.
Sik-Sik lartefice magico sarà lultima commedia interpretata da Eduardo prima di ritirarsi, dopo aver portato in scena le commedie che nel corso della sua vita era andato scrivendo ed aver dato vita ai personaggi con straordinarie capacità di interprete, Eduardo morirà a Roma nel 1984. Suo il merito di aver saputo elevare il teatro napoletano ad un livello di dignità e di risonanza internazionale.
In Natale in casa Cupiello, farsa familiare in tre atti del 1931, si racconta di un pranzo natalizio turbato dal dramma della gelosia. Come in altre opere del teatro di Eduardo non è difficile individuarvi elementi autobiografici, addirittura risalenti allinfanzia dellattore e drammaturgo
La spontaneità del teatro Eduardiano è alimentata dalla tradizione ottocentesca su cui si innestano istanze della poetica neorealista, dando vita ad una rappresentazione popolare vivace, in cui luso del dialetto colora ambienti dominati da una dolorosa miseria e dai problemi di sopravvivenza precaria.
Altro grande merito di Eduardo è quello di aver saputo rivivitalizzare leterna maschera di Pulcinella, donandole un volto realistico: luomo comune, costantemente alle prese con le sofferenze e con le difficoltà della vita, che riesce ad aggirare efficacemente attraverso accomodamenti e sotterfugi. Ma luomo comune-Pulcinella è caratterizzato anche da una incoercibile umanità, che alla fine riesce ad avere la meglio sullincertezza della quotidianità, a dominare la precarietà e linquietudine che accompagnano lagire dellindividuo.
In questa dimensione si colloca la sua produzione più valida, a scapito del carattere meno convincente del testi in cui prevalgono intenzioni di denuncia sociale o lastratta ricerca di soluzioni pirandelliane più legate ai motivi dellillusione e della follia.
La sensibilità acutissima di Eduardo seppe in ogni modo dosare finemente ciascuna di queste componenti riuscendo ad elaborare la misura che tra tutte risultò la più efficace:lequilibrio tra tutte queste diverse istanze.
Tra i titoli più importanti troviamo:
Napoli milionaria (1945); Filumena marturano e Questi fantasmi (1946); Le voci di dentro (1948); Mia famiglia e Bene mio e core mio (1955); De Pretore Vincenzo (157); Sabato domenica lunedi (1959) ; Il sindaco del rione Sanità (1960); Il figlio di Pucinella (1962); Larte della commedia (1965); Il contratto (1967); Il monumento (1970 e Gli esami non finiscono mai (1973).
A cura della Redazione Virtuale
Milano, 6 maggio 2005
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