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Ugo Foscolo (1778-1827)


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«Cos'è l'uomo se tu lo abbandoni alla sola ragione fredda, calcolatrice? scellerato, e scellerato bassamente».
[Ugo Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis]

asce a Zante (l'antica Zacinto), una delle isole Ionie allora appartenente alla Repubblica Veneta, il 6 febbraio 1778 — dal medico Andrea Foscolo, di antica famiglia veneziana, e dalla greca Diamantina Spathis. Il suo nome di battesimo è Niccolò, ma dal 1795 preferisce farsi chiamare Ugo.

Compiuti i primi studi presso il seminario arcivescovile di Spalato, in Dalmazia, nel 1792, dopo la morte improvvisa del padre (1788), si trasferisce a causa delle difficoltà economiche, con la madre e i suoi tre fratelli, nella mondana salottiera e letteraria Venezia.

Abbandonati gli studi regolari, il giovane Ugo s'immerge nella lettura dei classici greci e latini e degli scrittori italiani e stranieri, mostrando tra l'altro un vivo interesse per i filosofi e gli ideologi del Settecento (in particolar modo per Rousseau). Inoltre, rifacendosi soprattutto alla tradizione arcadica, intraprende il proprio apprendistato poetico e nel 1796 pubblica il suo primo componimento, l'ode religiosa La Croce. E così, grazie al suo singolare selvatico e sdegnoso fascino, rapidamente riesce a farsi ammettere nei salotti dell'aristocrazia, tra cui quello assai esclusivo e raffinato della bellissima e brillante Isabella Teotochi Albrizzi, con cui — lui sedicenne, lei trentaquattrenne — ha un'ardente relazione amorosa. E proprio nel suo salotto conosce Ippolito Pindemonte, Saverio Bettinelli e Aurelio de' Giorgi Bertola. All'Università di Padova poi si lega di amicizia con Melchiorre Cesarotti e con i suoi allievi di acceso spirito rivoluzionario Liugi Scevola, Gaetano Fornasini e Giovanni Labus. Il Piano di studi da lui redatto nel 1796 documenta la varietà dei suoi interessi.

Dopo la discesa dei francesi in Italia, sotto l'influenza delle idee giacobine s'impegna nell'attività politica, cosicché suscita ben presto i sospetti del governo veneto ed è costretto a rifugiarsi sui Colli Euganei. A seguito, tuttavia, del grande successo ottenuto dalla tragedia Tieste — costruita sui modelli alfieriani e piena di furore libertario — il governo oligarchico diviene ancora più sospettoso nei suoi confronti. Quindi, nell'aprile del '97 fugge a Bologna dove si arruola nell'esercito napoleonico e pubblica l'ode A Bonaparte liberatore.

A maggio, dopo l'arrivo dei francesi e l'instaurazione del regime democratico, fa ritorno a Venezia e vi svolge un'intensa attività politica fino all'amara delusione del trattato di Campoformio (1797). Venduta la sua patria all'Austria, lascia per sempre Venezia e la madre. Quindi, parte in volontario esilio, per la capitale della Repubblica Cisalpina, Milano, dove si lega ai più attivi gruppi giacobini italiani, conosce il vecchio Parini e diviene amico di Vincenzo Monti, con la cui moglie vive un'intensa e infelice relazione d'amore. Collabora, inoltre, con Melchiorre Gioa alla redazione del «Monitore italiano», pubblicando articoli in difesa di una visione patriottica della rivoluzione. E in difesa della tradizione linguistica italiana esprime, nel coraggioso sonetto Te nudrice alla Muse, ospite e Dea, tutto il suo dissenso contro la decisione del Consiglio Cisalpino di abolire l'insegnamento della lingua latina nelle scuole. Alla chiusura del giornale da parte dei francesi, nell'estate del '98 torna a Bologna, dove collabora al «Genio democratico» e al «Monitore bolognese» e avvia la stampa delle Ultime lettere di Jacopo Ortis. Ma, al ritorno degli austriaci nel '99, interrompe in tronco l'edizione (tuttavia il libraio Marsigli, a sua insaputa, dà alla luce il libro portato a termine da un certo Angelo Sassoli), per arruolarsi volontario nella Guardia Nazionale di Bologna. Insieme con i francesi, combatte valorosamente in Emilia e Romagna, ma rimane ferito sia a Cento sia poi, una seconda volta, a Genova assediata. Nel frattempo scrive l'ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e riesce a ristampare l'ode A Bonaparte, premettendovi una lettera dedicatoria in cui esorta Napoleone a vincere la tentazione della tirannide.

Dopo la battaglia di Marengo, si stabilisce a Milano ed entra a far parte dello stato maggiore del generale Pino, assolvendo vari incarichi in Lombardia, in Emilia e in Toscana. E per l'appunto a Firenze nel 1801 si innamora di Isabella Roncioni, promessa ad un nobile e ricco marchese. Rientrato a Milano (1801-1803), intreccia una relazione amorosa con Antonietta Fagnani Arese, per la quale scrive l'ode All'amica risanata. Per i comizi di Lione del 1802, che confermano il ruolo subalterno toccato all'Italia nel sistema napoleonico, pubblica la spregiudicata Orazione a Bonaparte. Inoltre, mentre entrano definitivamente in crisi le sue idee giacobine, pubblica l'Ortis nella nuova redazione (1802), le Poesie, comprendenti, oltre alle due odi, dodici Sonetti, (tra i quali i celebri Alla sere, A Zacinto, In morte del fratello Giovanni) e il lavoro erudito-filologico su La chioma di Berenice (1803).

La sua naturale irrequietezza e le crescenti difficoltà economiche lo inducono nel 1804 a recarsi in Francia, per partecipare all'invasione dell'Inghilterra. Qui, sulle coste della Manica, si dedica alle traduzioni dal greco dell'Iliade e dall'inglese del Viaggio sentimentale di Sterne. Dalla relazione con la giovane inglese, Lady Mary Hamilton, nasce una figlia di nome Mary, ma che egli chiamerà sempre Floriana. Avendo poi Napoleone rinunciato all'impresa contro l'Inghilterra, dopo un breve soggiorno a Parigi (dove incontra il giovane Manzoni), nel marzo 1806 ritorna a Milano. E a seguito della liberazione del Veneto dal dominio austriaco, corre a Venezia a rivedere la madre, il Cesarotti e la sua prima protettrice, Isabella Teotochi Albrizzi. Proprio dai colloqui con Isabella e con il Pindemonte nasce l'idea del carme Dei Sepolcri, edito nel 1807, quasi ad un tempo con l'Esperimento di traduzione dell'Iliade di Omero. Continua intanto una vita piena di passioni e relazioni amorose con Marzia Martinengo, Maddalena Bignami e Francesca Giovio.

Ottenuta la cattedra di Eloquenza presso l'Università di Pavia, nel 1809 pronuncia, con grande successo, l'orazione inaugurale Dell'origine e dell'ufficio della letteratura. La cattedra tuttavia viene soppressa pochi mesi dopo. Foscolo ricade in nuove difficoltà economiche; si infittiscono le invidie, le maldicenze e gli attriti nell'ambiente letterario milanese, e alla fine viene meno anche l'amicizia con il Monti. La situazione precipita. Nella tragedia Ajace, rappresentata alla Scala nel dicembre del 1811, si scorgono allusioni ingiuriose a Napoleone. La rappresentazione viene proibita e Foscolo è invitato a lasciare Milano. Dopo una breve visita a Venezia e un soggiorno nel castello di Belgioso a Pavia, amareggiato e deluso, nel 1812 ripara a Firenze, dove rimane fino al luglio dell'anno seguente, vivendo, nella suggestiva solitudine della villa di Bellosguardo, uno dei momenti più tranquilli della sua vita. Frequenta il salotto della contessa d'Albany sul Lungarno, corteggia la bella Eleonora Nencini e intrattiene una dolce relazione amorosa con Quirina Mocenni, la «Donna gentile». Compone la tragedia Ricciarda, riprende e pubblica la traduzione del Viaggio sentimentale di Sterne, accompagnata dalla Notizia intorno a Didimo Chierico, e dà vita alle Grazie (alla cui redazione tornerà anche nel '22).

Nell'ottobre del 1813, approssimandosi dopo la sconfitta di Lipsia il crollo del regime napoleonico — che egli considera il minore dei mali — rientra a Milano per riprendere il suo posto nell'esercito e difendere il Regno Italico. In un primo momento si mette a disposizione del viceré Eugenio Beauharnais. Poi invece, quando gli austriaci entrano a Milano — immaginando di poter contare su un'ampia libertà d'azione — è sul punto di accettare la proposta di preparare per loro un periodico (che di lì a poco si sarebbe realizzato con la Biblioteca italiana). Ma alla vigilia del giuramento di fedeltà all'Austria, tenendo fede ai suoi principi di «libero scrittore», il 30 marzo del 1815, fugge da Milano e prende la via dell'esilio.

Dapprima ripara in Svizzera, dove attende ad una nuova edizione dell'Ortis (1816), porta a termine la satira Ipercalisse e compone i discorsi Della servitù dell'Italia. Poi, dopo varie peregrinazioni, essendo perseguitato dalla polizia, si stabilisce alla fine del 1816 a Londra.

Qui inizialmente viene accolto con favore nei circoli letterari e culturali, ma presto, per il desiderio di vivere in un ambiente di raffinata eleganza, si avventura in imprese economiche rovinose; e a causa sia del suo orgoglioso, aggressivo e polemico carattere sia degli antichi risentimenti, finisce per alienarsi le simpatie e della compunta aristocrazia inglese e dei numerosi italiani in esilio a Londra (Berchet, Confalonieri, Scalvini, Santarosa). Alle difficoltà economiche, tuttavia, cerca di ovviare con un indefesso e ostinato e spesso ingrato lavoro, ovvero con conferenze, lezioni, articoli e saggi sui giornali e riviste. Al periodo 1818-1825 appartengono, infatti, oltre alla Lettera apologetica, gli scritti di critica e storia letteraria: il Discorso sul testo della Divina Commedia di Dante, i Saggi sul Petrarca, il Discorso storico sul testo del Decameron, il Saggio sulla letteratura contemporanea in Italia (Essay on the Present Literature of Italy), i Poemi narrativi e romanzeschi, le Epoche della lingua italiana, La letteratura periodica italiana e Della nuova scuola drammatica italiana. Inoltre, fin dal 1817, anno della redazione definitiva dell'Ortis, abbozza un progetto di Lettere scritte dall'Inghilterra, di cui però solo una parte viene stampata, postuma, con il titolo Gazzettino del bel mondo.

Dopo aver passato un breve periodo in prigione a causa dei debiti contratti, è costretto a vivere sotto falso nome per non farsi raggiungere dai creditori.

La vicinanza amorosa della figlia Floriana e l'affetto di alcuni pochi amici vengono a temperare la solitudine, i disagi, le tristezze e la malattia degli ultimi anni.

Niccolò Ugo Foscolo muore, per idropisia, il 10 settembre 1827 nel sobborgo londinese di Turnham Green e viene sepolto nel vicino cimitero di Chiswick.

Solamente, dopo l'unità d'Italia, nel 1871, le spoglie sono state collocate a Firenze, nella chiesa di Santa Croce, accanto ai grandi italiani che aveva celebrato nel carme Dei Sepolcri.

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Giada, Bellaria (Rimini), 9/11/'04

Non mi e mai piaciuta la poesia ma le sue sono le unike interessanti


Giulia Mazzoni, Prato, 5/11/'04

Un autore che mi ha lasciata decisamente a bocca aperta...il pessimismo di Ugo Foscolo è stupendo perché è realista...e lo appoggio pienamente.


Romano Giuseppe, Taurisano (Lecce), 2/11/'04

È un autore stupendo che ha fatto delle poesie stupende. la sua vita è iu po depressa dopo la morte di alcuni suoi cari e penza sempre alla morte (poesia la sera)


Lara Francecsa Giovanna Corace di Costanza, Napoli, 26/10/'04

Fin da sempre sono stata attratta dallo spirito fortemente passionale e ribelle di tale uomo, così fortemente attaccato a princìpi e ideali che non sussistono più e peri quali una volta si era capaci anche di morire e che sarebbero, oggi, balsamo per tutte le orribili ferite che reca l'attuale società. Ho sempre ammirato e apprezzato lo spirito ardente e passionale con cui Ugo Foscolo ha vissuto,affrontato e combattuto le vicissitudini di un tempo tanto instabile e mutevole come quello del pre romanticismo, non semplice e non sereno. Mi riscontro, come carattere,Sentire e spirito in lui;ci somigliamo molto e probabilmente,pur nei tanti conflitti vissuti,amarezze,illusioni e delusioni schiaccianti e inquietitudine di spirito ritengo sia un uomo che valeva la pena amare e capire. Tuttoggi mi ritengo una sua grande sostenitrice e ammiratrice e lo considero,come voi tutti,uno dei più grandi Spiriti della nostra Storia. Grazie Ugo..hai saputo donarmi tanto e tuttora ti porto con me.


Riccardo Tursi, 24/10/'04

Salve, mi servirebbe un tema su ugo foscolo cn collegamenti al neoclassicismo... mi potete aiutare? grazie mille


Elisa Falciano, Milano, 24/10/'04

Mi serve un tema su ugo foscolo, vi prego aiutatemi


Danilo Pizzibutti, Roma, 20/10/'04

Ugo foscolo......non mi piace molto preferisco le idee di Alfieri


Tica T., Isernia, 20/10/'04

Si, le poesie sono belle ma sono anche molto difficili da imparare!!!!


Mendicini, Siena, 3/10/'04

Colui che tracciò attraverso epitaffi e lapidi il cammino di un popolo, la cultura di genti italiche. Tracciò l'orgoglio di una nazione inesistente, tracciò la via all'illusione della patria. Patria che almeno ideologicamente e culturalmente poteva esistere. Colui che si lasciava prendere dall'ispirazione d'altri poeti. Colui che ripassava la linea del suo genio sul segno tracciato d'altri prima di lui; rendendo sempre il tutto originale. Colui che influenzato dal sublime amò l'amore, amò la patria, amò la natura nella sua espressione selvaggia. Amò stoicamente l'agonismo omerico, innamorato della grcia classica e dei suoi eroi.


Daniele Agasi, Sarezzo (Bs), 28/09/'04

DOPO AVER LETTO LE POESIE DI UGO NICOLO' FOSCOLO PENSO CHE NN SIANO DELLE POESIE DA RECITARE MA DEI SONETTI DA SAPER CANTARE FOSCOLO SECONDO ME E IL PIU' GRANDE ARTISTA LETTERARIO DI TUTTI I TEMPI.


Virgy, Roma, 26/09/'04

Ho iniziato a leggere''ultime lettere di jacopo ortis''per un molto stupido, perche'il ragazzo che mi piaceva si chiamava e tutt'ora si chiama jacopo... a prescindere che attualmente la cotta mi sia passata, ho trovato il libro noioso e monotono, reputandolo quindi non autobiografico perche'del foscolo ribelle e che combatte fino alla fine, non c'e'alcuna traccia nel patetico e sfinito jacopo ortis. leggero'altre opere, sperando di trovare di meglio di quel foscolo che si dice mettere tutto se stesso nelle sue opere!


Adso (eremixer@hotmail.com), 05/04/'04

Sono d'accordo con Jas, anch'io mi sarei innamorato di foscolo(non pensate male) come lo sono già della sua poesia.Penso a lui quando butto giù qualche riga, ma poi rileggo Dei Sepolcri e mi rendo conto che il suo obiettivo si eternare il mondo attraverso la poesia è riuscito alla perfezione e quasi mi vergogno di aver scritto qualcosa


Jas (jas_v14@hotmail.com), Trento, 17/03/'04

Quando si legge un sonetto del Foscolo non si recita una poesia,ma si canta...le sue poesie sono musica talmente soave che al termine della lettura restiamo senza fiato...attraverso la sua profonda padronanza della lingua e della poesia descrive paesaggi e sentimenti, accostando più parole e creando quell' agognata armonia che tanto cercava...le sue poesia sono musica...e sicuramente di un uomo cosÏ passionale,così coerente,così Greco e così vero mi sarei follemente,irrazionalmente e perdutamete innamorata...


Ines (ortis17781985@yahoo.it), 28/02/'04

Ritengo che Foscolo sia lo scrittore piu grande di tutti i tempi..condivido soprattutto i concetto del ricordo e del potere eternatore della poesia e delle grandi azioni grazie al quale si puo vivere "finche il sole risplendera su le sciagure umane",proprio come lui e riuscito a fare attraverso il suo titanismo prima e attraverso la sua accettazione della natura umana successivamente,riuscendo cosi a vincere contro la morte e l'oblio che "involve tutte cose nella sua notte"


Silvia, Brescia, 05/02/'04

Trovo FOSCOLO il piu grande artista letterario di tutti i tempi....il suo animo ribelle e passionale sono in concomitanza al periodo storico....Un grande uomo coerente sino alla morte....Diciamo la verità sarei stata volentieri una delle sue innumerevoli amanti


Vincenzo Arachi (arachi@tin.it), Taranto, 05/01/2004

HO TROVATO SCRITTO SU UN LIBRO CHE FOSCOLO CAMBIO' IL NOME IN UGO MEMORE PER UGO BASVILLE.


Stefano (ste@toshiba-connect.it), Conegliano (Tv), 27/12/03

Cara Tiziana Cassino, lei ha perfettamente ragione, e la sua condiderazione su Foscolo è precisa e rispecchia la vera essenza delle tematiche foscoliane. Credo altresì che sia importante evadere dal lurido pragmatismo della nostra realtà ed abbandonarsi alle più salutari illusioni, le quali possono essere considerate effimere,se vogliamo, ma pur sempre necessarie per il nostro animo romantico e pieno di speranza. In fondo, cos'è l'uomo se lo abbandoni alla sola ragione fredda, calcolatrice...scellerato, e scellerato bassamente.


Simlai90, 28/11/2003

Ugo Foscolo é un poeta lirico che ha scritto bellissimi versi, ed é molto interessante da studiare.


Tiziana, Cassino (Fr), 23/112003

Mi dispiace, ma non sono d'accordo con il commento di Stefano Antiga. Una vita vissuta nella sofferenza e nella delusione per motivi storico-politici e personali é la causa del pessimismo in Foscolo e non viceversa. Il pensiero della morte, inoltre, spesso presente e accompagnato all'idea del suicidio, non trova, in realtà, attuazione nella vita del poeta che si aggrappa alle illusioni:"Illusioni,illusioni! Ma intanto senza di esse non sentirei la vita che nel dolore..." Non é questa una grande verità?


Fede, 22/10/'03

Grazie a voi che approfondite la vita passata di queste persone ancora ricordati...sui normali libri di terza media troviamo poco riguardo la vita...ma sapere la vita dell autore secondo me è una cosa importante dalla vita nasce il resto per questo va approfondita...grazie


Nicola Martinucci (martinuccil@jumpy.it), Massa Carrara, 25/09/'03

Da l'altro ieri da quando ho letto il primo sonetto di ugo foscolo ne ho letti altri 16. molto belli, perché per me foscolo ispira ina sensazione bellissima stupenda come se quella vita fosse la mia. Ciao nicola


Matilde e Damaris (mattamatilde@virgilio.it), Padova, 24/09/'03

Siamo in terza media, e per noi foscolo è una nuova scoperta. Quella ... della prof. di italiano ci ha dato una ricerca su di voi e grazie a voi la abbiamo portata a termine. Grazie! P.S. speriamo che la prof. ci giudichi bene...


bire_doc (bire_doc@libero.it), 13/09/'03

Oggi come ieri nulla è cambiato dai tempi delle passioni e degli struggimenti dell'ortis (alias ugo)e c'è chi come lui soffre incredulo e impotente


Stefano Antiga (stefano.antiga@libero.it), Conegliano (Treviso), 06/06/03

Credo che Foscolo sia stato l'autore pre-romantico più necrofilo che sia esistito...l'eccessivo pessimismo da lui ostentato, l'attenzione morbosa per la morte ed il rifiuto dell'epoca nella quale fu costretto a vivere sono le vere cause di una vita vissuta nella sofferenza e nella delusione.


Valerio Sini, Aggius (Ss), 09/05/03

Ugo Foscolo è per me come un display a sette segmenti di zanella.


Michela Giupponi, (85michy@virgilio.it) ,Bergamo

credo che foscolo sia il migliore degli autori preromantici italiani. Cio' che amo in lui è la sua passionalità, il modo in cui vive le proprie passioni accettando anche le delusioni perchè gli permettono di ricominciare...!


Domenico Guarino, Napoli, 02/04/03

Penso che Ugo Foscolo sia tra i migliori poeti del neoclassicismo. Egli affida le sue opere a l"amore, la liberta, alla virtu,alla gloria, tutti sentimenti che i filosofi chiamano "ILLUSIONI" cioe idee inconsistenti


Rosario La Barbera, (ross85@excite.it), Palermo, 05/04/03

Foscolo, secondo me, è uno degli autori preromantici più intensi e passionali. Le sue opere rispecchiano al 100% la situazione storica e culturale del periodo. Sono riuscito ad apprezzare questo autore anche grazie alla mia insegnante di letteratura, che senza offesa per le altre è la migliore.


Tommaso Sterpa, Torino, 22/03/03

Secondo me Foscolo è uno dei pochi poeti che riescono ad esprimere interamente cio' che provano dentro di sè senza escludere nessun punto del suo stato d'animo e riflettendo i pensieri e timori della gente di quel tempo.


Nicola Lorusso, Bari, 15/03/03

Non so molto di questo autore ma la professoressa di italiano è una vera guasta feste perche piacendomi molto gli autori italiani me li sta facendo odiare. Di Foscolo mi è piaciuto molto i sepolcri perchè racconta anche di come lui vive da esule e si paragona a Ulisse


Giulio Michelli, Pescara, 23/01/2003

Secondo me Foscolo piu' che poeta romantico e' piu' un idealista politico convinto:amante della liberta' e delle sue opinioni.


Cristel Cocchi (cristel87@libero.it), La Spezia, 18/12/2002

Penso che Foscolo sia stato un bravissimo poeta, e sono fiera di studiarlo a scuola (anche perchè penso che le sue poesie non siano facili, almeno per me che frequento da due anni il liceo classico "Costa".....)In poche parole...domani ho la verifica sul foscolo e sono in internet per cercare qualche aiutino...please help me!!!ciao ciao


beatrice etna (beaxxx84@hotmail.com) roma, 04.12.2002

credo che la peculiarità fondamentale del Foscolo sia la sua capacità di creare una continuità tra poesia neoclassica e romantica, con riferimenti all'uso della ragione illuministica; E' anche la caratteristica che apprezzo maggiormente in questo poeta.


Gennaro Lieto (Mvtaol@tin.it), Caserta, 24.09.2002

Per me Ugo Foscolo è uno dei più bravi poeti della sua epoca. Ci sono vari motivi perché lo ammiro uno tra i quali per le sue belle frasi e le belle poesie che scrisse. In conclusione dico che Foscolo è stato e sarà uno dei miei idoli della storia delle poesie


Barbara Rossi, 02.10.2002

Io penso solo che, sarà stato una mente enorme, ma non ne vale la pena di studiare le sue poesie alle medie perchè per una persona della mia età (13) sono estremamente noiose, non si potrebbe fare qualcos'altro in antologia invece che studiare poesie? E basta con questa storia che Foscolo è vissuto a cavallo tra il romanticismo e l'illuminismo!Noi a scuola non ne possiamo più!


Mario Longo (longo.mcr@libero.it), Verona, 4.03.2002

Non tutti possiedono la sensibilità per poter capire alcuni testi, nel passato la letteraura prima di essere letteratura di "massa" ha attraversato incotaminata millenni di storia per raccontarci gli amori, le gesta dei grandi guerrieri, ciò che il cuore degli uomini era in grado di fecondare...Tutto ciò fa parte della nostra civiltà ed è per questo che il passato ci appartiene. Come Ugo Foscolo, anch'io nella mia vita ho vissuto un momento difficile, nel sentirmi straniero nella mia patria, nel vivere ai "margini", nel celare la mia infelicità, nel cercare l'ennesima grande disfatta della mia vita, l'amore per una persona che non ricambierà mai i miei affetti, i miei desideri... In tutto ciò io mi sento così vicino a Ugo da ritenerlo un compagno di ventura in questo mondo governato sempre di più da una visione utilitaristica dei rapporti umani. Le sue più belle pagine non appartengono solo a lui, esse furono, sono e saranno patrimonio di tutti noi, patrimonio comune dell'umanità. Le illusioni ci fanno vivere, ci fanno sognare e noi non possiamo vivere senza le illusioni.


Marti Saggi (marti981@hotmail.com), Prato, 28. 11.2001

Come si fa a disprezzare un uomo di tale grandezza? Lui è tutto quello che un uomo non ammette mai di essere: angoscia, paura, bisogno di aiuto...è questo che lo rende grande, la sincerità e la semplicità di un uomo che mira solo alla felicità e che non potendola trovare cerca la morte!!! "Le persone care che ci sopravvivono sono parte di noi.I nostri occhi morenti chiedono altrui qualche stilla di pianto, e il nostro cuore ama che il recente cadavere sia sostenuto da braccia amorose, e cerca un petto dove trasfondere l'ultimo respiro. Geme la Natura perfin nella tomba e il suo gemito vince il silenzio e l'oscurità della morte...".


Benedetta De Luca, (http.benedetta de luca.com), Firenze, 5.11.2001

A me questa storia di Ugo Foscolo è piaciuta molto perchè la sua vita, anche se pericolosa e difficile, è interessante. Le parti in un pò tristi per me sono state all'inizio, quando il padre di Ugo muore e poi in seguito quando esso si doveva spostare da città a città per via di guerre o sospetti che lui aveva. Io a scuola sto lavorando appunto su Ugo Foscolo e l'argomento a me piace molto e per me è anche piacevole.


Maria Rossi (todd@micanet.net) Roma, 19.01.2001

La sua vita mondana alquanto accentuata correlata alla sua profonda sensibilità artistica e romantica lasciano palesare una figura spiccatamente singolare e attraente.Ho la fortuna di approfondire con la mia brilante insegnante e supplente di un docente degno di lode "Alla Sera",sonetto meraviglioso e particolarmente profondo del nostro autore e tale studio mi ha spinto a tali conclusioni:il Foscolo va letto lentamente,con amore,prestando la massima attenzione ad ogni sillaba,una per una.Ugo Foscolo rappresenta fonte di ricchezza per l'umanità intera.Ringraziamolo per essere nato.Grazie Ugo.




http://www.italialibri.net - email: - Ultima revisione Gio, 5 ott 2006

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