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Giacomo Leopardi (1798-1837)



iacomo Leopardi nacque a Recanati, una piccola città di provincia dell'entroterra marchigiano, il 29 giugno 1798. Sua madre, Adelaide dei marchesi Antici, era nota per la sua esagerata parsimonia, al punto (si dice) da rallegrarsi della morte di un figlio neonato, in prospettiva del risparmio che ne sarebbe derivato. Forse per compensare questa maniacale avarizia, suo padre, il conte Monaldo, nobile reazionario e intellettuale conservatore, si dedicò a dissipare la fortuna di famiglia. In compenso accumulò una vastissima biblioteca.

Cresciuto con una rigida educazione religiosa, Giacomo Leopardi trovò presto la strada dell'accogliente biblioteca paterna che occupò il posto dei giochi dell'infanzia. A 15 anni Giacomo Leopardi conosceva già diverse lingue e aveva letto quasi tutto: lingue classiche, ebraico, lingue moderne, storia, filosofia e filologia (nonché scienze naturali e astronomia). Gli insegnanti che avrebbero dovuto prepararlo al sacerdozio dovettero presto ammettere di non avere molto da insegnargli. Nei sette anni che seguirono, Leopardi si buttò in uno studio «matto e disperatissimo», in cui tradusse i classici, praticò sette lingue, scrisse un dotto testo di astronomia e scrisse un falso poema in greco antico, sufficientemente convincente da ingannare un esperto.

Il culto della gloria modellato sugli eroi antichi generava nel giovane Leopardi un forte desiderio di primeggiare, che lo spingeva a cimentarsi in opere di vario genere. Risalgono a questo periodo le tragedie La virtù indiana e Pompeo in Egitto; La storia dell’astronomia dalla sua origine fino all’anno 1811 (1813); il Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (1815), e infine l’Orazione degli italiani in occasione della liberazione del Piceno (1815), in cui, allontanandosi dall’ideologia reazionaria del padre, traduce in chiave antitirannica l’adesione al cattolicesimo e al legittimismo politico.

Divenne saggista e traduttore, specialmente di classici. Del 1816 fu il suo passaggio «dall'erudizione al bello», ossia dallo studio alla produzione poetica. Tra le prove poetiche più originali, ricordiamo l’idillio Le rimembranze e la cantica Appressamento della morte. Nello stesso anno è da datare la sua missiva alla «Biblioteca italiana», con la quale il Leopardi difendeva le posizioni dei classicisti in risposta a Madame de Stäel. L'anno dopo avviò una fitta corrispondenza con Pietro Giordani — che gli aprì più vasti orizzonti culturali — e iniziò la stesura dello Zibaldone; sempre in questo periodo s’innamorò della cugina del padre, Geltrude Cassi, alla quale dedicò la poesia Diario del primo amore e L’elegia prima.

Non gli fu concesso di uscire di casa da solo finché non compì vent'anni. Le sue ambizioni accademiche furono compromesse dall'insistenza del padre perché diventasse sacerdote. Esasperato dall'ambiente familiare e dalla chiusura, soprattutto culturale, delle Marche, governate dal retrivo Stato Pontificio, cercò di fuggire da casa, ma suo padre riuscì a prevenirlo e a sventare i suoi piani. Cominciò a soffrire di una salute cagionevole, che egli attribuì ai suoi studi sregolati. Aveva una vista debole, soffriva d'asma ed era effetto da una forma di scoliosi. Si autodefiniva un «sepolcro ambulante» ed era consapevole dell'effetto che il suo aspetto provocava sulle persone che incontrava. Ciò nonostante, non cessò di invaghirsi di fanciulle che non ricambiavano il suo affetto o lo ignoravano totalmente.

Del '18 sono le canzoni «civili» All'Italia e Sopra il monumento di Dante, nonché lo scritto Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica, testi nei quali è già presente il cosiddetto pessimismo storico, ossia quell’atteggiamento agonistico verso la società contemporanea, considerata come corruttrice dei valori autentici della natura.

Persa la fede, Leopardi rivolse le sue attenzioni alla filosofia sensistica e materialistica (Pascal, Voltaire, Rousseau). Si compì così la sua conversione filosofica. A questo periodo (1819-1823) appartengono anche la composizione degli idilli L'infinito, Alla luna e altre Canzoni (pubblicate poi a Bologna nel 1824) e la sua conversione «dal bello al vero», con il conseguente intensificarsi delle sue elaborazioni filosofiche, tra cui la teoria del piacere.

Quando finalmente, nel 1822, i suoi genitori gli concessero di far visita a un cugino a Roma, la capitale lo deluse e perfino lo disgustò. La vita e l’ambiente letterario romano gli apparvero meschini e mediocri, privi di qualsiasi problematicità. Tuttavia i suoi scritti trovarono numerosi estimatori nei migliori circoli letterari di Roma, molti dei quali egli trovava insopportabili, né si curava di dissimulare il suo fastidio.

Nel 1823 fece ritorno nelle Marche, dove nel 1824 iniziò a comporre le Operette morali. Proprio le Operette segnarono, con il rifiuto dell’impegno agonistico e della partecipazione politica, la piena formulazione del «pessimismo cosmico»: la Natura veniva accusata di essere la fonte delle sventure umane, in quanto instilla nelle persone un continuo desiderio di felicità destinato ad essere sistematicamente frustrato.

Oltre alle Operette morali, come pure, più tardi, ai Canti, il trattato di filosofia politica Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani (1824) racchiude la sintesi del pensiero del poeta di Recanati. Il punto di partenza della riflessione leopardiana è l'influsso che la diffusione dell’Illuminismo ha avuto sulla morale comune: «la distruzione o indebolimento de’ principi morali fondati sulla persuasione».

Nel 1825 Leopardi riuscì a lasciare Recanati grazie all'avvio di una collaborazione con l'editore milanese Stella che gli garantì una certa indipendenza economica: fu a Milano, a Bologna (dove conobbe il conte Carlo Pepoli e pubblicò un'edizione di Versi), a Firenze (dove incontrò Manzoni e scrisse altre due operette morali) e a Pisa (dove compose Il risogimento e A Silvia).

Mangiava disordinatamente, prediligendo i dolci, si lavava poco e si cambiava raramente d'abito. Ridicolizzava chi gli stava antipatico, non importa quanto lo ammirassero, e diceva peste e corna sia della visione secolare e liberale del mondo che della consolazione della religione. Costretto a tornare a Recanati nel 1828, proseguì la produzione lirica che aveva iniziato a Pisa con l'approfondimento delle tematiche della «natura matrigna» e della caduta delle illusioni.

Nel 1827 uscirono presso l’editore Stella la prima edizione delle Operette morali e la Crestomazia italiana, un’antologia della prosa d’arte italiana, seguita l’anno successivo dalla Crestomazia poetica italiana.

Nel '30 uno stipendio mensile messogli a disposizione da alcuni amici gli permise di lasciare nuovamente Recanati e di stabilirsi a Firenze, dove iniziò una vita di più intesi rapporti sociali. Qui s'innamorò di Fanny Targioni Tozzetti (la delusione scaturita dall'amore per lei gli ispirerà il ciclo di Aspasia) e strinse amicizia con Antonio Ranieri. Nel 1831 uscì la prima edizione dei Canti e iniziò probabilmente a lavorare ai Pensieri e ai Paralipomeni della Bratacomiomachia (conclusi nel 1835). Sempre più lucida e impetuosa divenne in questi anni la sua critica delle ideologie spiritualistiche e della civiltà borghese contemporanea. Su questo sfondo nacquero nel 1832 le ultime operette il Dialogo di Tristano e di un amico e Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere.

Aggravatasi la sua malattia agli occhi, nel 1833 si trasferì a Napoli con Ranieri. Nel 1835 vennero pubblicati la Palinodia al marchese Gino Capponi e la seconda edizione dei Canti, che l’anno successivo venne sequestrata dalla polizia. Del '36 è La ginestra, del '37 Il tramonto della luna e probabilmente I nuovi credenti, in cui satireggia lo spiritualismo ottimistico degli intellettuali napoletani. Durante questo soggiorno napoletano Leopardi approdò a un nuovo senso della comune sorte degli uomini, ossia a quel senso della solidarietà umana fondata sulla conoscenza del «vero».

Quando la sua salute peggiorò, gli amici e la sorella Paolina lo assistettero con grande affetto. Un attacco d'asma ebbe la meglio su di lui, esaudendo l'unico desiderio che pensava un uomo potesse sinceramente custodire.

Morì a Napoli, dove infuriava il colera, il 14 giugno del 1837. Venne sepolto nella chiesetta di San Vitale e nel 1839 le sue spoglie vennero trasferite presso la cosiddetta «tomba di Virgilio» a Mergellina.

Milano, 13 febbraio 2001
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Alessandra Grasso, Bari, 14/11/'04

Ciao mi chiamo alessandra ho 14 anni e amo leggere il grande leopardi...il suo pessimismo si riscontra nella mia vita, nelle mia persona e sicuramente da parte mia nei confronti degli altri.Ammiro tantissimo questo autore dotato di grande riflessione che spesso,soprattuto in questa generazione, manca un po a tutti i giovani.Io cerco sempre di fare meglio, perché amo il mondo letterario contorto,amo esprimere la mia opinione e molto spesso mettermi in gioco...senza alcun problema...perché facendo questo dimostriamo agli altri che pur non avendo ragione siamo coscenti dello sbaglio o ancora quando siamo in una posizione ragionevolissima...e comunque giustificare essa.alessandra la punk..........


Ruiz J.M., Villanueva del Pardillo (Madrid - Spagna), 26/10/'04

Cuando leì el poema de Canto de un pastor errante en Asia me produjo una gran emocion. Es una de las mejores poesìas que leìdo en mi vida. Leopardi, muchos años olvidado, ha sido felizmente recuperado para la literatura universal. En España, Miguel de Unamuno ya tradujo alguna de sus poesìas y su obra I Canti, le acompañò durante su exilio. Sencillamente magnifico. Txema


Donato Giaffreda, Nantes (Francia), 14/10/'04

Opinioni diverse su Leopardi:era pessimista o no? il suo fisico lo ha influenzato molto o poco? Ma si può capire qualcosa anche solo leggendolo, senza affrettare conclusioni. Credo che sia stata la sua voglia di vivere, la forza più grande in lui, a dargli la sua immensa forza poetica. Ha sofferto per vari motivi, è vero, e la voglia di vivere gli si è ingigantita. Poi è passata nei suoi pensieri, l'unica cosa veramente libera che avesse, e poi nei suoi versi, l'unica cosa veramente sua. Parlava, ma non trovava spesso molta volontà di capirlo. Allora non ha mai smesso di scrivere, perché lo scritto resta, perché le parole scritte difficilmente si possono ignorare. Restano lì, a parlarti. E ti raccontano per sempre della più grande voglia di vivere che sia mai esistita. E in fondo, anche, di un'attesa senza fine. Leopardi ha atteso per tutta la vita la sua domenica. Il giorno della noia, forse, lui non l'ha conosciuto.


Massimo Sannelli, Genova, 1/10/'04

Leopardi e i bambini, Leopardi ai bambini. Le dis-interpretazioni o le distorsioni del senso classico fornite dagli allievi non dovranno essere respinte, ma accolte e discusse come risposte alla polisemia. In un dialogo in cui leggiamo L'infinito di Leopardi dal punto di vista del suono, una ragazza propone che la "presente e viva" non sia una "stagione" ma una persona, perciò "Silvia" e la sua "vita mortale". Si forza il contesto, ma grammaticalmente non è un'interpretazione assurda: come non è assurdo che le "morte stagioni" e la "presente e viva" possano avere contemporaneamente altre funzioni e valori (il significato della "ginestra" non è solo "pianta"). Per un esperimento del genere cfr. Renata Capria D'Aronco, Leopardi nell'interpretazione di bambini di undici anni, "Interpretare", 1-2 (1999), pp. 277-283. L'atteggiamento è molto razionale (a fronte di parafrasi come "E finché il giorno non morirà in quelle piccole colline la gioia ci sarà", "quando lui sente questi versi capisce che tutti hanno una vita, che può migliorare giorno per giorno"): "Si può constatare ovunque la prevalente presenza, maggiore o minore, del fenomeno della proiezione soggettiva, che in taluni casi offusca del tutto la comprensione del testo, al quale si ascrivono concetti e sensi in esso inesistenti o ad esso opposti, i quali hanno una radice nella personalità dei piccoli interpreti" (p. 282). La creazione (non la scoperta) di sensi opposti a quello 'medio' (o storicizzato, o vulgato, o letterale) non è negativa, purché sia mediata dall'insegnante e lasciata interagire con le altre interpretazioni. Ma la scuola non è sempre (non ne è ancora) capace.


Luigi Pipolo, Napoli, 1/10/'04

Non ho parole adatte a descrivere tale autore,dire che è il massimo è molto riduttivo.Però voglio evidenziare che la mia città (NAPOLI) è il miglior giaciglio dove riposare,per un genio come G. LEOPARDI.Scusate la mia presunzione.


Marco, Roma, 29/09/'04

LUI È LA POESIA, È LA MASSIMA ESPRESSIONE DEL GENIO INTESO IN SENSO KANTIANO- IDEALISTICO. GENIO IN GRADO DI PERCEPIRE L' INFINITO E FINITIZZARLO IN OPERE SUBLIMI. QUESTO È GIACOMO LEOPARDI.


Giuseppe Laganà, Ardore (Rc), 19/09/'04

Soffermarsi su Giacomo Leopardi all'unico scopo di sciorinare sterili conoscenze letterarie scolastiche oppure banalizzare la sua figura con retoriche frasi fatte, è una totale perdita di tempo. Perché tentare anche solo minimamente di comprendere il Leopardi uomo significa indagare a fondo in una personalità appannata, incomprensibile per alcuni tratti. Significa scontrarsi con violenza contro un solido muro di frustranti contraddizioni, angustianti sofferenze solo apparentemente velate da quel sottile strato di perfezione stilistica e pregio artistico che emergono dai suoi scritti.


Maria Narducci, Imola (Bo), 20/07/'04

Leopardi non è stato solo un grandissimo autore, è stato un grandissimo uomo. Ingiustamente, maledettamente incompreso, allora come oggi. Difendiamolo, diffondiamolo! La sua tragica solitudine di uomo e di persona di cultura non gli ha permesso di esprimersi sempre in maniera comprensibile e soprattutto di arrivare al maggior numero di persone, ed è comprensibile, dato che neppure oggi ci riesce. Un uomo ammirevole, perché ha avuto il coraggio di guardare in faccia la verità e la vita senza nascondersi dietro inutili paraventi. E un immenso, commovente artista. Leggete il suo epistolario, uno dei + belli che la nostra storia letteraria ci abbia lasciato.


Martina, Belluno, 25/06/'04

Non ci sono parole per definirlo,le parole più belle le ha già scritte lui.conosco tanti poeti,sia italiani che stranieri,ma nessuno raggiunge la sua profondità,la sua...poesia!per me giacomino non è solo un poeta,è l' altra parte della mia anima,di me stessa,lui ha espresso con le sue meravigliose poesie tutto quello che penso io,tutti isentimenti,le emozioni ,le tristezze che provo ogni giorno...se non fosse esistito io sarei martina solo a metà.LO AMO,NONCOME SI AMA UN POETA,MA COME SI AMA UN UOMO.


Daniele, 25/06/'04

Leopardi è un grande. È riuscito a suscitare in me partikolare interesse x la poesia.....ke, secondo me, assurge in lui, ai massimi livelli.


Roberta Torti, Gaggiano (Mi), 9/06/'04

Generalmente a me la poesia non piace, specialmente quella di quegli autori che scrivevano in gergo incomprensibile, ma ringrazio Leopardi per avermi dato l'adea di portare lui e il suo infinito agli esami!!!!


Raffaele (laudiori@libero.it), Pisa, 9/06/'04

Leopardi fu grande perché diverso da tutti gli altri, il suo pessimismo fu uno schiaffo a tutta quella melma schifosa di religiosità, di spiccato antropocentrismo, e positivismo che oggi, si può tranquillamente dire, è più vivo che che mai; ciò ci da l'idea dell'Universalità di un poeta che ha solamente cantato quello che vedeva intorno a sé: la visione sconsalata di una vita che non può che essere così.


Massimiliano (costantinobenedetto@virgilio.it), 8/06/'04

Recanati è stupenda e solo lì poteva crescere l'erba solcata da un genio...Giacomo.Il più sensibile degli uomini,il più colto dei letterati,un eterno bambino,puro,col cuore colmo d'amore...e quando sento dire che eri pessimista...beh,mi accorgo di quanto poco ti conoscano..


Alberto Manfredini (hertile@libero.it), Reggio Emilia, 4/06/'04

Io voglio spegnere l'incendio! Aiutiamoci a farlo. Grazie Oriana per darci la forza di svegliarci.


Gennaro, Napoli, 4/06/'04

Non metto in dubbio le grandi capacità di pensiero sviluppate da leopardi,però penso che il suo pessimismo sia morboso e asfissiante e che le sue opere siano molto dure da digerire.ciao


Hilary Di Leva, San Giorgio a Cremano (Na), 2/06/'04

Leopardi è stato l' autore che mi è piaciuto di più perché è come se fosse incompreso e con le sue poesie cerca di farsi capire.


Ka&me, Napoli, 2/06/'04

Odio Leopardi e tutti gli autori romantici!!!!!!! Tutti troppo pessimisti, la scuola ci fa studiare solo gente morta, non ne posso più!! Tutto questo ci traumatizza!!!!!!! Un grande è Dante, almeno vedeva la morte in modo più positivo!!!!!


Alice Cioch (alicecioch@yahoo.it), Trieste, 31/05/'04

Giacomo Leopardi è stato un grandissimo poeta, peccato che vedesse solo il lato negativo delle cose...la poesia più bella comunque è "L'infinito", perché è il simbolo della lirica moderna!


Erica Maranzana (floydfan@libero.it), Corva di Azzano X (Pn), 22/05/'04

Secondo me Giacomo L. era un vero genio, solamente la natura e il mondo lo avevano deluso e allora per la gente del tempo, specialmente le donne e le ragazze, troppo attente all'aspetto esteriore (lo sappiamo tutti che non era un dio greco,)che non al vero valore spirituale, poteva apparire un mostriciattolo. Personalmente, io avrei potuto benissimo innamorarmi di lui, solo parlandogli una serata, perché uomini della sua cultura non ce n'erano. Sono inoltre convinta che se qualche donna intelligente si fosse innamorata di lui, non avrebbe condotto la vita in quel modo. TI AMO, GIACOMO!!!


Yle, 17/05/'04

I commenti sono stati bellissimi...io sono proprio.nel fatal momento:domani compito sul lepardi vita e opere!!!per fortuna amo la letteratura e nn avro problemi.credo che il leopardi a prescindere dal suo aspetto fisico avrebbe scritto sempre con questa visione pessimistica perche nn si puo cambiare il nostro modo d essere..anche persone bellissime hanno questi problemi perche l autostima non si ha grazie ad un fisico "possente".il registro aulico delle sue opere ci fanno capire il grande genio che è in lui.grazie.


Marco Malentacchi (marcomalentacchiNOSPAM@tin.it), Bologna, 02/05/'04

Credevo che ormai pregiudizi come quello appena illustratoci da Tommaso fossero scomparsi. Basta poco per vedere come molte persone "messe male" siano in pace con sè stessi e con il mondo, così come è facile vedere gente "fortunata" ma sconsolata. E' una pura questione di carattere, di sensibilità e di capacità critica.Dovrà ancora passare diverso tempo prima che Leopardi venga apprezzato quanto merita.


Tommaso Di Natale (tomdinatale@yahoo.com) , Roma, 13/04/'04

Solo poche righe per un commento veloce sull'autore Giacomo Leopardi che tanto mi affascinò nel periodo liceale. La mia idea sul Leopardi, oggi come allora, è quella di un autore che traeva principalmente dalla propria condizione fisica e soprattutto dal proprio aspetto fisico l'ispirazione per comporre le proprie opere. Resto, infatti, dell'idea che se la Natura fosse stata meno matrigna con lui, sicuramente avremmo sentito ben altre parole. Questa ovviamente è la mia personale opinione. Saluti


Andrea (andreacrow@jumpy.it), 16/03/'04

In Leopardi ho trovato un amico... non tanto per il suo pessimismo ma per il suo scrivere. anch'io come lui vivo un'esistenza passiva, non voluta, ma mi è stata imposta; da tutti coloro che non vedono oltre il loro dito, da tutti coloro che sono vuoti e che non tengono conto di quelle persone fragili quali siamo tutti. io non mi piango addosso, non do la colpa a nessuno se non a me stesso. anch'io come Leopardi scrivo poesie. anch'io come Leopardi ho la mia "Silvia". che non potrò mai avere, ma le scrivo. E' la più austera bellezza che abbia mai visto. Leopardi per sempre. non dimenticatelo mai...


Fabrizia, Salerno, 07/03/'04

Rispondo alle dichiarazioni di Naila la quale, in merito ai commenti dei lettori sul poeta Giacomo Leopardi, ha affermato ( direi con eccessiva presunzione): “Non capisco perchè tutti voi vogliate commentare Leopardi quando non riuscite neppure ha scrivere 4 frasi in riga senza errori grammaticali... Io penso questo: prima di giudicare un grande poeta come Leopardi provate almeno ha ricevere la licenza di Scuola Media” . Il commento, cara Naila, viene da sè : 1) si dice RICEVERE, NON HA RICEVERE : hai fatto un errore grammaticale, verificatosi non per distrazione, ma per ignoranza, tanto che, convinta del tuo “essere superiore”, l' hai ripetuto per ben due volte. 2) Non si RICEVE la Licenza di scuola Media, ma si CONSEGUE il titolo di licenza media. Non rispondo per ostentare la mia intelligenza, ma per difendere il “supremo” diritto di qualunque persona di esprimere il proprio pensiero. D' altronde siamo in un paese democratico (?). Inoltre, dovresti chiedere scusa per la tua carente sensibilità: è possibile, infatti, che quanti hai offeso non abbiano conseguito il titolo di Licenza Media, ma non è detto che non abbiano un' intelligenza, e che non possano esprimere "comunque" la loro opinione soltanto perchè ( evidentemente nella tua presunzione non ne hai tenuto conto) non posseggono alcun titolo di studio. Mi devi scusare, ma non sopporto qualunque forma di sopruso e mancanza di rispetto, compresa quella di offendere il prossimo volendone limitare la libertà di parola. E poi TU, sei certa di aver meritatamente conseguito un titolo di studi? Grazie.


Giovanna Caputo (c.giovy@wooow.it), Lecce, 22/02/'04

Io credo che Giacomo Leopardi sia uno dei più grandi poeti che la letteratura italiana abbia avuto.La sua opera che più mi piace è "L'Infinito",la scelta del luogo della sua riflessione(il monte Tabor di Recanati)che nella lirica appare lontano dalla realtà,ci suggerisce la solitudine del poeta ed il suo isolamento.La siepe rappresenta l'impedimento,la forza che pone dei limiti alla conoscenza dell'uomo,ma a lui è gradita perchè gli desta per contrasto,l'immagine dell'infinito temporale e spaziale,e gli permette di spaziare con la fantasia. Ed è questo che più mi colpisce,il suo costruirsi con il pensiero spazi interminabili.Il vento tra le foglie rappresenta un lieve sussurro se paragonato al sovrumano silenzio...


Ernesto, Vicenza, 12/02/'04

Questo poeta era uno di noi, una persona normale con dentro un genio.. lui ha messo per iscritto quello che tutti noi avevamo dentro e nn riuscivamo a dire.


Claudia, Napoli, 11/01/2004

Ho sempre sentito la mia anima molto vicina al Leopardi del "Passero solitario". Ho la sensazione di sprecare la mia giovinezza, di non essere integrata in modo adeguato con i coetanei, di non riuscire a trovare la forza per uscire da quest'isolamento che non mi consente di realizzare a pieno le mie potenzialità. E' una condizione interiore quella che sento, che mi riempie d'angoscia: non so spiegare cosa in effetti é, ma mi assale e non mi abbandona mai.


Francesca Ferrari (fergio@bsnet.it), Cellatica, 10/01/2004

Secondo me Leopardi, é stato uno fra i primi autori di poesie italiane dell'800 a scrivere poesie, basandosi non solo alla sua creatività ma anche alla sua condizione di vita e al suo stato d'animo. La poesia che mi ha ispirato di più é L'aquilone, ma ho anche letto A silvia e L'infinito.


Raffaella, Martina Franca, 09/01/2004

A mio parere Leopardi é senz'altro uno dei poeti più pessimisti del secolo. Leggendo la sua biografia si nota come il poeta,esasperato dalla vita retriva del suo piccolo borgo,trova conforto nella grande biblioteca di famiglia dove trascorre la sua adolescenza studiando e leggendo di tutto creandosi così un'ampia cultura personale. Il desiderio di confrontarsi con persone del suo livello diviene sempre più forte dentro di lui tanto che, all'età di 24 anni,tenta la fuga ma non ci riesce.E'uno dei poeti che merita grande stima, é un esempio per tutti...


Domenico (theviking_TD@libero.it), Bivongi, 08/01/2004

Nonostante non lo conosco approfonditamente dico che è un grande autore, fantastico...............


Francesco Luisano (franci@tin.it), Napoli, 14/12/03

Io penso che leopardi è un grande della letteratura italiana e penso anche che a chi non piace forse e perchè non sa leggere e il mio pensiero questo


Studente, 12/12/03

Rapportarsi con un autore cosi a mio avviso non è semplice ma neanche di mia competenza,in quanto ogni uomo è libero nel suo "io"di aggire e comportarsi a proprio piacimento........Sicuramente in parte sono pienamente daccordo con il suo pensiero,il Leopardi è un uomo che pur essendo infelice ha cercato in tutti i modi di uscire da quel mondo dandosi diverse spiegazioni ma tutte al quanto negative.Io mi sento solo di dire una cosa:cerchiamo di vivere la vita nel miglior modo possibile,non annulliamo quei pochi momenti belli della vita NON E' GIUSTO!!!!!!!!


Naila

Non capisco perchè tutti voi vogliate commentare Leopardi quando non riuscite neppure ha scrivere 4 frasi in riga senza errori grammaticali... Io penso questo: prima di giudicare un grande poeta come Leopardi provate almeno ha ricevere la licenza di Scuola Media.


Michele Pietragallo (renee1931@yahoo.it), Laterza (Ta), 08/12/03

Per molti il nome di Leopardi è associato a tremende lezioni di scuola elementare fatte da maestrini di provincia che non sanno andare aldilà di quello che c'è scritto in manuali ed antologie scolastiche di terz'ordine... Cosi è la vita. Naturalmente parlo di gente incolta... Poi ti rendi conto della terribile lezione che sa dare attraverso racconti filosofici o splendide ballate permeate di pessimismo malato, nostalgico ed irrimediabile: la vita è triste: frase in sè banale, abusata e forse un pochino tetra, ma magnificamente adattabile ad una poetica letteraria. E Leopardi è stato il piu bravo di tutti: l'ha avvolta come nessuno in un magico alone misterioso e struggente, che ti toglie il respiro, ma che non ti permette di piangere, perchè non è possibile neanche il conforto.


Anonimo, 06/12/03

Tutta la religione e tutti gli strazi della madre hanno fatto imparare a questo autore tutto il contrario di ciò infatti egli esprime una non religiosità dicendo che la religione é solo un metodo per non pensare alla morte.


Misha Schilonca, Venezia, 05/12/03

questo poeta é considerato da me personalmente un uomo eccezzionale e fantasioso. é ritenuto uno dei poeta più inteligenti e eccezzionali mai esestiti sulla terra perché con una parola é capace di capovolgere e confondere le idee dei lettori.


Anonimo, 30/11/2003

Vorrei rispondere a Gina Perrone che dice che Leopardi é pessimo. Bhe, non é per attaccarti Gina ma allora non sai cogliere ciò che dice LEOPARDI e forse hai la mente ottusa e di vedute strette. Ciò che Leopardi trasmette tu non lo cogli e mi dispiace perché se lo cogliessi riusciresti a scrivere un vero commento e non una parola. Il significato di Leopardi é rivolto con tristezza e il tuo"pessimo" esprime solo la tua ignoranza mi dispiace .


Deborah Cervi (mcervi@infinito.it ), 29/11/2003

Non sono per niente d'accordo con chi scrive che tutti o quasi almeno una volta abbiamo pensato come Leopardi...ma per carità! Se la pensassimo come lui, saremmo tutti un branco di gente infelice che non trova il suo posto nel mondo! Viviamo sereni e limitiamoci ad apprezzare Leopardi come scrittore e non utilizziamo il suo pensiero come stile di vita! Fatelo per l'Italia, fatelo per il mondo!


Valeria Della Pia, Giarre (Ct), 25/11/2003

Questo é il mio primo approccio alla letteratura italiana, quale scolara di quinta elementare. Leopardi mi ha colpita per il suo innato pessimismo che nasconde una vena poetica ineguagliabile e tuttora reale.


Anthea Martini, Venezia, 14/11/'03

Leopardi è fra uno dei poeti che preferisco...forse perch é mi ritengo paragonabile a lui...pessimista e convinta che il mondo sia pieno di illusioni... Anch'io trovo che la mia consolazione sia lo scrivere magari non vere e proprie poesie,ma piccole riflessioni... Ma infono siamo stati tutti noi Leopardi...chi nella vita non pensa come lui??? Ciao Anthea


Teresa Masiello (tere.masiello@basilicatanet.it), Pisticci (Matera), 5/11/'03

Sapete la cosa più bella di leopardi qual'è?il suo essere noi,il suo dire è il nostro dire, le sue emozioni sono le nostre perché è solo un uomo che ha dato sfogo alle sue emozioni,e al suo essere a tal punto da risultare geniale.Un uomo che ha vissuto in cattività senza l affetto e il calore della famiglia è peggio di un orfano,perché almeno l orfano spera che da qualche parte del mondo ci sia qualcuno che lo ami,ma vivere con persone che non ti amano(quando la famiglia dona affetto incondizionato)è peggio di essere abbandonato o odiato.La sua avversione per la natura dobbiamo comprenderla perché non solo in questo tempo si vive di estetica ma sempre,a volte il solo aspetto negativo non ci fa andare oltre la persona e questo ci rende superficiali a tal punto da non conoscere il vero essere, io amo leopardi ma credo che la sua genialità si possa trovare in tutte quelle persone sensibili(disabili ,daun ecc)e la sua grandezza è stata quella di non aver mollato,di aver amato la vita con tutte le sue passioni...;.si è vero a volte si è privato di molte emozioni stando dietro una finestra, con lo sguardo rivolto ad un infinito che non ha mai conosciuto ma solo idealizzato,ma leopardi aveva dentro quel talento capace di far sognare,amare,odiare,negare,desiderare,allontanare...;con le sue parole è capace di trasmetterci tutto questo.Se solo riuscissimo ad ascoltare davvero noi stessi ci potremmo rendere conto che leopardi è in ognuno di noi.


Luca, Roma, 3/11/'03

Secondo con queste parole si riesce ad evidenziare la imponenza della poetica di Leopardi scrittore e poeta rimasto unico nella storia letteraria.


Antonio Russo (pizza@basilicatanet.it), Brienza (Pz), 3/11/'03

"Il grandissimo e incontrastabile beneficio della rinata civiltà e del risorgimento de' lumi si è di averci liberato da quello stato egualmente lontano dalla coltura e dalla natura proprio de' tempi bassi, cioè di tempi corrottissimi; da quello stato che non era nÈ civile nÈ naturale, cioè propriamente e semplicemente barbaro, da quella ignoranza molto peggiore e più dannosa di quella de' fanciulli e degli uomini primitivi, dalla superstizione, dalla viltà e codardia crudele e sanguinaria, dall'inerzia e timidità ambiziosa, intrigante e oppressiva, dalla tirannide all'orientale, inquieta e micidiale, dall'abuso eccessivo del duello, dalla feudalità del Baronaggio e dal vassallaggio, dal celibato volontario o forzoso, ecclesiastico o secolare, dalla mancanza d'ogn'industria e deperimento e languore dell'agricoltura, dalla spopolazione, povertà, fame, peste che seguivano ad ogni tratto da tali cagioni, dagli odii ereditarii e di famiglia, dalle guerre continue e mortali e devastazioni e incendi di città e di campagna tra Re e Baroni, Baroni e vassalli, città e città, fazioni e fazioni, famiglie e famiglie, dallo spirito non d'eroismo ma di cavalleria e d'assassineria, dalla ferocia non mai usata per la patria nÈ per la nazione, dalla total mancanza di nome e di amor nazionale patrio, e di nazioni, dai disordini orribili nel governo, anzi dal niun governo, niuna legge, niuna forma costante di repubblica e amministrazione, incertezza della giustizia, deí diritti, delle leggi, degl'instituti e regolamenti, tutto in potestà e a discrezione e piacere della forza, e questa per lo più posseduta e usata senza coraggio, e il coraggio non mai per la patria e i pericoli non mai incontrati per lei, nÈ per gloria, ma per danari, per vendetta, per odio, per basse ambizioni e passioni, o per superstizioni e pregiudizi, i vizi non coperti d'alcun colore, le colpe non curanti di giustificazione alcuna, i costumi sfacciatamente infami anche ne' più grandi e in quelli eziandio che facean professione di vita e carat! tere più santo, guerre di religione, intolleranza religiosa, inquisizione, veleni, supplizi orribili verso i rei veri o pretesi, o i nemici, niun diritto delle genti, tortura, prove del fuoco, e cose tali. Da questo stato ci ha liberati la civiltà moderna;"


Valentino di Rienzo, S.Maria C.V. (Ce), 17/10/'03

In questo ultimo periodo sto avendo modo di studiare il poeta più illustre di tutti i tempi Giacomo Leopardi.Mi affascina il suo modo di vedere le cose con il suo lato pessimistico e quello filosofico. Grande attrazione ha suscitato in me La Ginestra che mi ha letteralmente carpito per il suo contenuto qual'è la dignità degli uomini e il cercare di instaurare una comunità basata sulla solidarietà e sulla fratellanza che possa contrastare la Natura tanto ostile nei nostri confronti.


Giorgio Rossi (cirano_rossi@tin.it), Parma, 8/10/'03

La grandezza di quest'artista sta nella forza rivoluzionaria delle sue opere. Tale è l'intensità espressiva, e la carica emotiva che emana dai suoi testi, che molti anni dopo la sua prematura morte,alcuni importanti personaggi che parteciparono alla rivolta di Napoli, nel 1848, attribuiscono alla sua opera la ragione per la quale trovarono il coraggio di affrontare la rivolta partenopea.


Corey Taylor (diegoaugusti@libero.it), Catanzaro, 24/09/'03

X me Leopardi era un uomo troppo realista, e la voglia di studiare lo ha portato alla morte "a fasi"... E' per questo che non mi piace, si soffermava troppo sugli studi, ed era troppo pessimista. Corey'85


Massimo, Milano, 30/07/03

Cari amici di Leopardi, voglio consigliare a tutti Voi la frequentazione del forum leopardiano all'indirizzo: www.leopardi.it. Potremo scambiarci vicendevolmente opinioni riguardo il pensiero e la poesia di Giacomo, arrichendo con il Vs. contributo la riflessione sul ns. amatissimo Giacomo.


Elisa Bisignano (SILVANA_NAPOLITANO@TIN.IT), Palermo, 17/06/03

Per me l' autore Giacomo Leopardi nel suo pessimismo è diventato il migliore autore di poesie di tutti i tempi perché nelle sue poesie non nasconde il suo carattere sofferente e pessimista l'ho studiato quest' anno in quinta elementare e ho capito profondamente la sua storia e le sue sofferenze sopportate pr tanti anni nelle marche con suo padre che volendolo afre diventare sacerdote ha fatto diventare un ragazzo di ottima salute e di grande impegnp dello studio un pessimista che rifiuta anche la credenza in Dio e nella natura.


Mary, Salerno, 31/05/03

Credo che il Leopardi sia il poeta migliore della nostra ricchissima letteratura. Ha vissuto una vita infelice come molte altre persone, senza amore senza amicizia, penso che però è grazie a questa mancanza di affetto che ora possiamo leggere e rileggere le sue bellissime opere basate sulla tristezza che può dare una vita come la sua e sull' importanza che può dare un amico l'anima gemella ma anche solo la propria famiglia e per il Leopardi soprattutto la propria famiglia per concludere voglio dire :Giacomo grazie di essere esistito!!!!


Raffaella, 29/05/03

Leggere certe cose a certe età forse non è raggionevole.... Leopardi è un eterno adolescente che soffre per il suo aspetto che si innamora e si illude che puo fare innammorare. Parla alla luna e gli racconta come a una Grande Madre Perlata tutte le sue angosce e le sue illusioni. Si sente solo inadeguato a vivere in un mondo che lui stesso è incapace di capire perché così diverso da lui e si rifuggia nei libbri negli scritti, mantenendo così una semplice sensibilità nei confronti della vita. Lui si sente facente parte del tutto e come tutto un giorno avrà fine, ma questo non lo sconvolge perché questa è la natura. La dolce natura madre e madrigna "che di tanto illude i figli suoi" Leopardi soffre nell'intimo e non si da pace... Chi tra di noi che fu adoscelente, quando tutti i dolori sono più profondi e le gioie più intense,non ha provato almeno per un attimo la melanconia del poeta e la rabbia dell'impotenza che cresciuti diventa infine rassegnazione?! Ecco perché forse certe letture a certe età non sono ragionevoli.


Ramona (krusketta@libero.it), Milano, 18/05/03

Bhe secondo me Leopardi è stato un uomo dalle mille sofferenze però ha saputo accettare la sua vita perché altrimenti sarebbe morto di mano sua come hanno fatto tanti altri personaggi.LEO SEI UN ESEMPIO PER TUTTI NOI!!!


Chiara, 18/05/03

Non credo che il realismo di Leopardi possa essere confuso con un pessimismo assolutamente assente. Il suo non creare illusioni porta a vivere una vita sicuramente più rassegnata ma che più rispecchia la vera vita


Sbrigowilla, 15/05/03

Le sue poesie sono tra le più belle mai scritte. ma sono poesie,illusioni, cose senza importanza,le leggi e senti che quelle parole , le emozioni , sono le tue e se per un attimo pensi di aver stabilito un'affinità con un altro simile a te basta chiudere il libro per capire che è un imbroglio. le operette morali invece sono vive, ti aprono gli occhi, ti offrono la pillola rossa , quella blu c'è l'abbiamo già, ti offrono la verità. e il pessimismo suo non è altro che il non saper convivere con essa. credetemi non è facile per noi annegati da sempre in un mare di miti, religioni, superstizioni e stupitaggini varie accettare questa meraviglioa e crudele verità.


Chiara, Milano, 07/05/03

Io credo che tutto ciò che il Leopardi scriveva, tutto il pessimismo che metteva in ogni pensiero sia giusto e dovuto. La vita è dura, è ingiusta, non si è mai felici e se capita lo si paga: 1 giorno felice=1000 tristi.


Silvia, 05/05/03

Sapete, sono qui a cercare di scrivere uno stupido commento su un autore di cui non condivido le idee. penso, che la poesia non vada insegnata così, traducendola in uno scarno insieme di versi, smembrandola in livello tematico, fonetico...e tutto il resto. La poesia va amata. Non sono un'abile critica, ma penso che Leopardi amasse troppo la vita per poterla vivere.In ogni caso, nessuno potrà negare che riesce a farla amare.Ciao.


S.B.M., Sammichele di Bari (Ba), 02/05/03

Ciao a tutti.E' la seconda volta che scrivo il mio commento su Leopardi, perché è il mio poeta preferito.Come scrissi anche l'altra volta non trovo parole per descrivere la sua sublime personalità, grandezza, intelligenza e poesie.A proposito di quest'ultima cosa, cioè le poesie, le mie preferite sono "A Silvia" e l'"Infinito", chiaramente composte da Giacomo Leopardi. Purtroppo a scuola non mi sono soffermato più di tanto su Leopardi, quindi di poesie da lui scritte ne conosco.........una decina.Di tutte le poesie di questo grande poeta ne ho studiate solo 3, e di tutto questo mi dispiace tantissimo!!!!!!Insomma, voglio concludere questo commento dicendo che continuo e continuerò ad amare il mitico Giacomo Leopradi.Indiscutibilmente il migliore!!!!Senz'ombra di dubbio!!!


Cuomo Antonio (mustaki@jumpy.it), mercato san severino (Sa), 27/04/03

Secondo il mio punto di vista il Leopardi era un uomo realista. Dei suoi pensieri mi ha colpito in particolare l'idea sulla natura la quale e onnipossente. Infatti io credo pienamante che la diversita degli esseri umani su qualsiasi punto di vista e data dalla natura che ci ha creati in quel modo e che noi anche se volessimo cambiarla non possiamo.IO VORREI FARE TANTE COSE CHE IL MIO CARATTERE MI IMPEDISCE DI FARE!PERCHE??? E'la natura che mi ha creato cosi non posso farci nient


Francesca Marcellini (francefrancesca@tiscali.it), Roma

le opere di leopardi racchiudono un sentimento di tristezza, sconforto ma allo stesso tempo gioia e voglia di andare oltre. Leopardi ha avuto un vita dura se ne andava e poi ritornava a recanati come se qualcosa, come un cordone ombelicale, lo riportasse a recanati.


Studente, 16/04/03

Non mi intendo molto di Leopardi, ma posso solo dire che le sue poesie si dilunghino troppo sulla condizione solitaria del poeta. Non possiamo stare e chiuderci in noi stessi, altrimenti finisce che, come Leopardi, rimaniamo isolati non solo dagli altri, ma anche da noi stessi: rifiutiamo la nostra condizione e noi stessi, tanto da pensare e credere di essere brutti e goffi, come Leopardi. Invece di stare in panchina bisogna scendere in campo, scendere in pista e superare le nostre difficoltà; certo che poi Leopardi dice che la natura rende l'uomo infelice: non ha mai provato laa felicità. Per questo Leopardi è all'indice, perchè rende tutti dei poveri infelici; dobbiamo pensarci tutti...


Luigina Porco Rossano (Cs), 10/04/03

io penso che il pessimismo leopardiano sia esagerato maè la verità perchè la felicità non esiste,si ha un miglioramento solo dopo una grande sofferenza.le illusioni non sono un rimedio per un uomo che ragiona in un certo modo ma per il corpo sono un ottimo rimedio contro la pazzia e l'esaurimento.sarà pure sbagliatissimo ma....


Paolo Mindy (caos@rete.it) , Roma, 07/04/03

leopardi e un tuttologo sulla vita e e' anche un spensierato romanticista perche bensi innamorato di teresa brini non riesce a dormire pensando a lei. Parole tratte dalla poesia la sera al di di festa: in ogni mio sogno tu giacesti unico grande amor..... e' un grande...


Viviana Vaira, Vieste (Fg), 18/03/03

Del Leopardi amo molto le sue poesie, soprattutto per la descrizione delle cose semplici, che il poeta trasforma in momenti di riflessione e di amara constatazione della vita. Quello che ho maggiormente apprezzato, inoltre, è il contatto spirituale che il Leopardi instaura con la natura, che crea in lui sensazioni molto forti, e che gli trasmette a noi con la stessa intensità.


Michele Abbinante (michelissimo@katamail.com), Acquaviva delle fonti (Ba), 13/03/03

La vita è molto difficle per chi ha un po di sensibilità.Hai paura di essere diverso dagli altri anche se sai perfettamente che non vorresti mai essere come gli altri. Il mondo puo farti paura, c' è tanta sofferenza in giro, tanta confusione. Non esistono strade diritte c ' è solo un gran bel caos. Uomini come Leopardi sono uomnin che riescono ad allontanarsi e ad estraniarsi da tutto questo, non si imbattono nell' ignoranza e nella stupidità della società ma si isolano nel loro mondo perche forse si sta in pace solo con se stessi. Caro Giacomo hai avuto il coraggio di affrontare la realtà senza crearti stupidi schemi, hai sofferto tanto perchè sei un umano come gli altri ma uomini come te mi fanno tornare la gioia di vivere.......


Rufo, 09/03/03

Certamente il Leopardi è uno dei poeti più colti e famosi a cavallo tra il 700 e l' 800.Costui mi ha molto colpito emotivamente poichè la sua vita piena di ostacoli e preoccupazioni mi ha insegnato a non fermarmi al primo ostacolo ma continuare.La vita è tutto un ostacolo!!!!!


Veronica Bargagna (superkendra@supereva.it), Recco (Ge), 07/03/03

Leopardi era uno scrittore pessimista, ma allo stesso tempo era influenzato da una corrente romantica. Le sue poesie ti fanno capire quanto la vita sia difficile, ma allo stesso tempo che vale la pena di viverla, Leopardi ti fà pensare, meditare sulla situazione dell'uomo sulla terra. Il sabato del villaggio una poesia unica nel suo genere. io amo quest'autore per me non esiste nessuno che abbia le sue qualità e non ci sarà mai! Veronica


Roberta (roberta_murroni@yahoo.it), 27/02/03

Mi chiedo perchè i professori di liceo neghino la possibile omosessualità di Giacomo Leopardi..non mi pare gli abbia impedito di essere un grande poeta,no? Sembra quasi che l'omosessualità sia una cosa da nascondere..e se anche Leopardi fosse stato omosessuale (leggendo alcune lettere scritte dal poeta a Ranieri..beh...sembrerebbe!!)..a noi..cosa ce ne frega? Resta cmq un grande autore!!! Il problema è che l'omosessualità è vista ancora come qualcosa che fa "scalpore" e di cui ci si deve vergognare!! AIUTATEMI: devo fare la tesi d'esame,devo portare L'educazione..sapete darmi qualche aiuto?? Ovviamente vorrei mettere Leopardi, ma mi servirebbero tesine e appunti su questo argomento che lo riguardano!!


S.B.M., Sammichele di Bari, 26/02/03

Leopardi è....non trovo parole per descrivere la sua grandezza umana...so solo che è il poeta che più si avvicina a me e che ammiro. Nel mio paese (un piccolo comune in provincia di Bari) ai nessuno piace la letteratura o per lo meno Leopardi...non fanno altro che dirmi le stesse cose: <Stefano basta di dire quelle poesie di m***a>....infatti io non faccio altro che ripetere e ripetere: " A Silvia" o "L'Infinito" o "Passero solitario"..aiuto!!!!!!!


Carmela (carmela@.pc), 15/02/2003

"Leopardi è stato per me un grande amico nel vuoto della vita". La sua sensibilità si deve elogiare e non condannare,perchè troppo spesso si esiliano le persone amareggiate dal destino che non si lasciano più illudere dalla realtà.


Marianna Marigliano (stelladeneb@yahos.i), Napoli, 07/02/2003

Spesso mi sono confrontata con ragazzi/e della mia eta' riguardo Leopardi e tutti mi hanno risposto che è angosciante, ma per me non è cosi, io vivo a NAPOLI e la situazione di questa citta' e' terribile, sono poche le persone acculturate e spesso mi trovo in situazioni disagevoli, persone che non sanno parlare, comunicare, insomma un po' come Leopardi nel suo periodo. Credetemi e' angosciante vedere NAPOLI nelle mani di chi non sa'-di chi rimane indifferente alla cultura e io ne soffro. Infatti come Leopardi<PREFERISCO MORIRE ALTROVE MA NON A NAPOLI>.


Matteo De Carlo (matticuore@libero.it), Vernole (Le), 06/02/2003

Leopardi era un pessimista che purtroppo anche se malato non veniva seguito dai genitori che ,anzi, si volevano imporre su di lui. Leopardi quindi non riesce a vivere ma per fortuna per la letteratura italiana è riuscito ad esprimere i propri sentimenti nelle sue straordinarie poesie.


Leonardo Riccardi, (itleo@yahoo.it), Bari, 23/01/2003

Leopardi il pessimista, Leopardi il gobbo...se ne dicono tante. Penso che lui sia pessimista dal nostro punto di vista, per noi che magari siamo troppo ottimisti. Diciamocelo però, era un realista. Infatti, in quel tempo in cui le idee positiviste mettevano radice per poi sbocciare nel relativo movimento, in cui la grande fiducia nella scienza si proponeva di risolvere ogni dubbio, ogni confusione, occorrevano personaggi e autori come Leopardi che si interrogassero sull'utilità, per l'animo umano, di tutto quel tanto decantato progresso. Poteva un'invenzione rispondere alle domande universali dell'uomo, immutate da secoli? Leopardi filosofo si interroga su quelle problematiche, Leopardi poeta veicola il suo messaggio sublimandolo con componimenti eruditi, accessibili e profondi insieme, vestiti da una forma a dir poco perfetta e rivoluzionaria.


GIACOMO MARINI (GIACOMOMARINI@LIBERO.IT), PADERNO DUGNANO (Mi), 08/01/2003

MI SEMBRA MAGNIFICO CHE QUALCUNO MOSTRI MOLTO INTERESSE PER LEOPARDI ,COMUNQUE LA RINGRAZIO CON QUESTE INFORMAZIONI LE O CLONATO IL SITO NATURALMENTE HO SCRITTO CHE E' TUTTO MERITO SUO


Riccardo Paternostro (rica79@supereva.it), Marsala, 26/12/2002

Non discuto il genio intellettuale di Leopardi, ma secondo mio modesto parere come uomo fu un fallito!! idoleggia tanto l'amore,la difficoltà a una vita normale nei rapporti della società ecc.Alla fine cosa ottiene, opere raffinate di pessimismo e di solitudine, solitudine che non accetterà mai. spero che mi rispondiate.


Deborah Troiano (carlotroiano@infinito.it), Terni, 16.12.2002

Un Leopardi del '900 e il carissimo Jim Morrison, un uomo, uno scrittore, un poeta... Siete fantastici, nel mondo non vi scorderà mai nessuno!!!


daniele chiaromonte (jamil82@libero.it) bitonto, bari, 23.11.2002

secondo il mio modesto giudizio leopardi é uno dei pochi poeti che meglio é riuscito a spiegare attraverso sensazionali versi lo spirito travagliato e allo stesso tempo complesso dell'uomo.é un poeta attualissimo in quanto ha affrontato tematiche esistenziali difficili in senso critico e morale


Marco Cometti (Francoc@msn.it), Pradalunga (Bg), 03/11/2002

Secondo me Leopardi é stato un poeta e scrittore molto abile.Le sue poesie tra cui "a Silvia" sono bellissime


danilo citrini (danilo_citro@libero.it), novate mezzola, sondrio

solo una cosa può dare felicità eterna, l'amore, quando t'innamori tutti sono migliori, le sofferenze, quelle più grandi stanno nel vedere le altre persone e, per prima, la persona che ami!!! Se tutti potessero avere il dono che ho avuto io, l'amore per una ragazza più di quello per tutto il resto, ed essere ricambiati, non esisterebbe nessuna infelicità: perchè tutto ciò che fai ha un senso, lo fai per qualcuno che ti ama, ti rende felice sapere che hai dato gioia a qulcun'altro (se poi è una persona che ami anche più di te stesso...)!!!


Serena Talento, (serenatalento@tiscalinet.it), Salerno, 21.10.2002

Leopardi è senza alcun dubbio il miglior poeta italiano e il più amato dagli studenti; la sua infelicità cosmica, però, non porta ad odiare la vita, ma ad amarla e a scoprire i suoi lati più nascosti. Dovendo discutere su cosa rappresenti Leopardi, cioè un filosofo o un poeta, egli è prima di tutto un grande uomo, che ci ha lasciato grandi opere. i suoi pensieri, racchiusi nello Zobaldone, continuano e continueranno ad affascinare in eterno generazioni e generazioni. Io adoro quest'uomo!


STEFANIA DI CECCO, LETTOMANOPPELLO, PESCARA, 15.10.2002

PENSO.... CHE LA VITA DEL GRANDE LEOPARDI SIA STATA UNA VITA PRIVA DI QUELLE PICCOLE EMOZIONI E GIOIE CHE SI PROVANO OGNI GIORNO E CHE TI PERMETTONO DI ANDARE AVANTI E NON MOLLARE MAI! TROVO CHE LA SUA TEORIA CHE L'UOMO NON SIA MAI FELICE, NON SIA GIUSTA , PERLOMENO NON LA CONDIVIDO PIENAMENTE! LUI DA UOMO SOLITARIO CHE ERA NON POTEVA CAPIRE QUALI E COME SONO LE PERSONE, IO NE CONOSCO MOLTE TUTTE DIVERSE, ALCUNE MAI SAZIE DI FELICITA' ALTRE SAGGIE CHE TROVANO GIOIA E FELICITA' NELLE PICCOLEZZE QUOTIDIANE!STEFANIA


Alberto Maniàci (albertomaniaci@hotmail.com), Palermo, 30.09.2002

Geniale. È assolutamente geniale il punto di vista di Leopardi sulla vita, la natura e l'amore. Apprezzo enormemente il suo pessimismo, i suoi stadi e le evoluzioni. Leopardi Geniale!


Antonella

Fra una settimana inizio l'esame di maturià, Leopardi con la sua Silvia e la natura inquietante mi stanno facendo dannare, comunque,diciamocelo, Leopardi è sempre Leopardi!! Un bacio Anto!


Carmine Matrisciano (cmatrisciano@yahoo.it), 15.09.2002

Vorrei solo dire che la silvia è l'immagine della giovinezza e non la donna amata da Leopardi...........


Lucia Rossi, (xbisciox@estranet.it), Tivoli, Roma, 11.06.2002

Leopardi è un autore che mi ha sempre interessato con questo suo pessimismo per la vita, come dire che la natura ci inganna prima in gioventù facciamo progetti, sogni ecc..poi tutto diventa un fallimento totale!! Come dice nella sua poesia "A SILVIA" che è anche milto bella secondo me o almeno è quel che penso io.


Francesco Camilletti, (francofr@tiscalinet.it), Milano, 7.06.2002

Mi sono espresso troppo sinteticamente su questo autore. Io ho una formazione da giurista (orgogliosamente giurista!) e sono un ricercatore universitario in Milano. Tuttavia, non posso negare l'emozione che provo leggendo e rileggendo (solo Dio sa, quanto rileggendo! il cuore, le lacrime...) l'autore che dedicò a Silvia le più dolci rime d'amore. Nego l'esagerazione, qualora si opponga! Il Leopardi è il più grande nei tempi!


Enza de Rinaldis, (luigiderinaldis@libero.it), Specchia, Lecce, 22.05.2002

A mio parere Giacomo Leopardi è il migliore poeta che si è veramente fatto portavoce dei problemi dell'esistenza umana mettendone in risalto le angosce e la solitudine. Nessuno come lui ha saputo cogliere così efficacemente il vero destino dell'uomo. Grazie a questo impareggiabile "genio della vita" ancora oggi tutti possono riflettere sul triste significato del destino dell'uomo, il quale porta in realtà solo dolore. Pur nel suo pessimismo, Leopardi è stato capace di creare qualcosa che non morirà mai e che susciterà profonda ed immensa consapevolezza in tutti.


Manuela Lenci (manuela_lenci@libero,it), Napoli, 11.04.2002

La poesia piu bella di questo autore credo che sia "A silvia" perché in essa esprime tutto il suo amore verso la ragazza. Comunque leopardi è il migliore.


Manuela Mulas (manuela.mulas@tin.it), Cagliari, 16.04.2002

Quando la gente comincierà a leggere le sue opere libera dal cliché del poeta pessimista? In tanti anni di studio non ha mai letto un poeta più sensibile e pieno di amore per la vita come Leopardi!! Spesso le grandi sofferenze generano anche grandi speranze, altrimenti come si spiegherebbe la nascita di un fiore ai piedi di un vulcano? Forse dovremo imparare a leggere i poeti fuori dai grandi schemi, o comunque a confrontarci con questi senza darli per scontati!!!


Alice Bertola (aliseli@libero.it), Taino, Varese, 24.03.2002

Carissimo Riccardo Bellio, ritengo che il tuo commento sia stato quanto mai inopportuno e mal posto. Nessuno, NESSUNO ti ha obbligato a esprimere un tuo giudizio sul Leopardi. Né tantomeno sui lettori di questo sito, che si rivelano apprezzatori del Poeta di portata nettamente maggiore di te. Se qualcuno ritiene Leopardi IL MIGLIORE ha tutti i diritti di dirlo quando gli pare e a maggior ragione qui.Tu sei semplicemente riuscito a cavartela con un «non c'è niente da dire»..un po' scontato. E' il LEOPARDI, non il primo R.Bellio che passa!


Francesco Camilletti (francofr@tiscalinet.it), Milano, 27.02.2002

E' un grande e basta. Non ce n'è per nessuno.


Gina Perrone (gina@libero.it), Roma, 24.02.2002

Pessimo!!!!!!!!!!!!!!!


Riccardo Bellio (bellioric@hotmail.com), Venezia, 24.02.2002

Mi risulta spontaneo domandarmi perché mai vogliate sapere il mio giudizio su di un autore, per quanto geniale, oramai morto e impossibilitato ad interessarsi ai nostri pensieri sul suo lavoro. Comunque vi ringrazio per le informazioni che mi avete fornito sull'autore. E' molto triste leggere commenti leggeri come: "Leopardi è il migliore" o trovare altri bravi fanciulli che cercano paroloni per decrivere un esperienza che non ha bisogno sicuramente del nostro fiato.


Emanuela Quaranta (manupeppa@libero.it), 16.02.2002

A mio parere Leopardi è il migliore! E poi non è giusto considerarlo solo ed unicamente un pessimista,uno che non ama la vita, basti leggere lo Zibaldone:ci si accorge che è un grande amante della vita. Mi rispecchio in lui parecchi volte! Se avessi la possibilità vorrei tanto incontrarlo.


Virginia Carolfi (cvleopardi@hotmail.com), 26.01.2002

Sebbene la mia infinitamente piccola mente non possa essere presa molto sul serio, io credo che Leopardi sia la quinta essenza della letteratura italiana, uno dei pochissimi che abbiano disputato di filosofia nelle poesie.


Paolo Pedrazzi (www.paser@paser.it), San Paolo Solbrito , Asti, 26.12.2001

Giacomo Leopardi è universalmente ritenuto il più grande poeta italiano dopo Dante; questo forse perché il "Padre della Lingua" si dedicò di più alla poesia didascalica, ad una poesia rivolta all'umanità intiera. Il poeta di Recanati, invece, in piena concordia con i poeti romantici (di cui egli faceva parte) assecondò maggiormente l'aspetto individualistico della poesia, il suo essere "balia dei dolori del poeta" (come io amo definirla). Quello del Leopardi fu, tuttavia, un superbo genio, l'eccellenza e la bellezza del quale supplirono completamente alla mediocrità del suo corpo. A mio avviso, costui viene ad essere, agli occhi del mondo, la riprova del fatto che se Iddio ci crea mancanti di qualcosa di molto importante da un lato, dall'altro Egli c'istilla qualcosa di altrettanto meraviglioso.


Mimma Furio (mimma81@katamail.com), 28.06.2001

Semplicemente fantastico!


Rossella Piergianni (rosina85@hotmail.com), 09.06.2001

Leopardi fa della poesia qualcosa di eterno, non a caso, nonostonte siano passati 200 anni, le sue parole sembrano lo specchio dei nostri sentimenti, come se quei versi fossero stati scritti apposta per noi.Credo che si meriti un bel 10! Rossella Piergianni (rosina85@hotmail.com)


Marzia Fioretti (pierlu.fioretti@tiscalinet.it) Roma, 16.05.2001

Penso,nonostante la mia giovane eta` e la mia poca esperienza,di non poter esprimere un vero e proprio giudizio,sono solo dei miei piccoli pensieri! credo che Leopardi sia uno dei piu`gradi scrittori di tutti i tempi!riesce a trasmetterci delle vere emozioni!!


natalia barcella (nataliab@infinito.it) Zandobbio, Bergamo, 28.02.2001

Credo che Leopardi, sia il migliore poeta nonché scrittore Italiano di tutti i tempi... Nonostante la sua travagliata vita, nelle sue poesie è riuscito a trasmettere le sue emozioni e i suoi sentimenti. Opere meravigliose, quali "L'infinito" e "Alla Luna", emanano nel leggerle dolcezza, armonia e freschezza. Giacomo sei il migliore...!!!




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