NARRATIVA | POESIA | SAGGISTICA | DOSSIER | INTERVISTE |
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SCRIPTORIUM | CONTRIBUTI | RIVISTA |
Alberto Moravia (1907-1990) |
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Dopo aver lasciato il sanatorio nellautunno del 1925, durante la convalescenza a Bressanone, in provincia di Bolzano, dà inizio alla stesura de Gli indifferenti, che verrà pubblicato con gran successo nel 1929. La sua salute rimane fragile ed è costretto a vivere in alberghi di montagna passando da un luogo allaltro. Nel frattempo, tuttavia, entra in contatto con Corrado Alvaro, Massimo Bontempelli e la rivista «900», su cui pubblica nel 27 la novella Cortigiana stanca. Grazie al successo del suo primo romanzo, Moravia sinserisce nellambiente letterario e giornalistico, e si intensificano le sue collaborazioni su riviste. Nel 1930 alla Consuma, presso Firenze, dove si stabilisce per due mesi, conosce Berenson e gli fa leggere Gli indifferenti. Intanto il conflitto con il fascismo, iniziato in seguito alluscita proprio di quel romanzo, si acuisce. Spinto dallansia devasione dal clima oppressivo del regime, inizia a viaggiare. Con vari articoli di viaggio, collabora dal 1930 a «La Stampa», allora diretta da Curzio Malaparte. Soggiorna a lungo in Inghilterra, dove conosce E. M. Forster, H. G. Wells, Yeats; e a Parigi, dove nel salotto letterario della principessa di Bassiano (cugina di T. S. Eliot), incontra Fargue, Giono, Valéry e il gruppo che si chiamerà «Art 1926». Nel 1933 con Pannunzio fonda sia la rivista «Caratteri», di cui escono solo quattro numeri, sia la rivista «Oggi», lattuale testata omonima. Nel 1935 una cattiva accoglienza è riservata al suo secondo romanzo, Le ambizioni sbagliate (censurato dal regime). Nello stesso anno passa a collaborare alla «Gazzetta del Popolo»; e si allontana dallItalia dove la vita gli stava diventando difficile. Tra il 35 e il 36 è negli Stati Uniti, su invito di Giuseppe Prezzolini, che dirige la Casa Italiana della Columbia University di New York; qui tiene tre conferenze sul romanzo italiano, discutendo di Nievo, Manzoni, Verga, Fogazzaro, DAnnunzio. Dopo una breve parentesi in Messico, ritorna in Italia, dove in poco tempo scrive Limbroglio (1937), libro di racconti lunghi con cui inizia la sua collaborazione con la casa editrice Bompiani. Se si eccettua il viaggio in Cina nel 36, e il breve soggiorno in Grecia nel 38 (dove ad Atene frequenta saltuariamente Montanelli), gli anni tra il 1933 e il 1943 sono per Moravia, che è ebreo per parte paterna, «dal punto di vista della vita pubblica, i peggiori della sua vita». Per eludere il controllo e la censura del regime, che guarda con sospetto alla sua produzione narrativa, Moravia sceglie la strada dellallegoria, dellapologo, della satira e dellanalogia. Ne nascono i racconti surrealistici e satirici, I sogni del pigro (1940) e il romanzo La mascherata (1941). Ma questultimo viene sequestrato alla seconda edizione e Moravia non può più scrivere sui giornali, se non con uno pseudonimo quello di Pseudo. Sotto questo nome collabora spesso alla rivista di Curzio Malaparte, «Prospettive». Nel 1941 sposa Elsa Morante, che ha conosciuto nel 36 e con cui vive a lungo a Capri. Qui scrive Agostino, apparso con gran successo nel 1944. Dopo il matrimonio con la Morante, inizia per lo scrittore un periodo di fuga, latitanza e sbandamento: il suo nome è sulle liste della polizia fascista come «sovversivo». Dopo l8 settembre del 43, fugge da Roma con la Morante e si rifugia a Fondi, in Ciociaria. «Fu questa la seconda esperienza importante della sua vita, dopo quella della malattia». E da quellesperienza nascerà il romanzo La ciociara (1957). Nel 1944, durante loccupazione tedesca, vengono pubblicati i racconti de Lepidemia e il saggio La Speranza, ovvero Cristianesimo e Comunismo. Dopo la liberazione, torna a Roma e riprende una fitta attività letteraria e giornalistica, collaborando a «Il Mondo», «LEuropeo», e al «Corriere della Sera». Su questultimo giornale, tra laltro, dagli anni Cinquanta fino alla morte, la presenza di Moravia sarà costante: con una fitta serie di réportages, riflessioni e racconti. Nel dopoguerra inizia la sua fortuna letteraria e cinematografica. Dopo la pubblicazione de La romana (1947), escono i racconti lunghi La disubbidienza (1948), Lamore coniugale e altri racconti (1949) e il romanzo Il conformista (1951). Non solo, ma iniziano anche le traduzioni dei suoi romanzi allestero e le realizzazioni di film tratti dai suoi racconti e romanzi: La provinciale (1952) con la regia di Mario Soldati, La romana (1954) di Luigi Zampa, Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini, La ciociara (1960) di Vittorio de Sica, Agostino e la perdita dellinnocenza (1962) di Mauro Bolognini, Il disprezzo (1963) di Jean-Luc Godard, La noia (1963) di Damiano Damiani, Gli indifferenti (1964) di Francesco Maselli, Il conformista (1970) di Bernardo Bertolucci, Io e lui (1973) di Luciano Salce e così via via fino a Lattenzione di Giovanni Soldati (1985). Vanno ricordate, inoltre, le sceneggiature di Un colpo di pistola (1941) e Zazà (1943) di Renato Castellani, e le collaborazioni, nei primissimi anni del dopoguerra, a Il cielo sulla palude di Augusto Genina e a La freccia nel fianco di Alberto Lattuada. Nel 1952 anno in cui gli viene assegnato il Premio Strega per I racconti, appena pubblicati tutte le sue opere sono messe allIndice dal SantUffizio. Lanno successivo fonda a Roma, insieme con Alberto Carocci, la rivista «Nuovi argomenti», su cui scriveranno Jean-Paul Sartre, Elio Vittorini, Italo Calvino, Eugenio Montale, Franco Fortini e Palmiro Togliatti. Moravia dirigerà la rivista fino allultimo: dal 66 insieme con Carocci e Pasolini, a cui si aggiungeranno Attilio Bertolucci e Enzo Siciliano; mentre a Milano, nel 1982, i direttori della terza serie saranno, oltre a lui, Siciliano e Sciascia. Nel 54 pubblica I racconti romani (cui viene assegnato il Premio Marzotto), il romanzo Il disprezzo e, su «Nuovi argomenti», il saggio Luomo come fine, scritto fin dal 1946. Negli anni successivi scrive la prefazione al volume del Belli, Cento sonetti, al Paolo il caldo di Vitaliano Brancati e a Passeggiate romane di Stendhal. Nel 57 comincia a collaborare all«Espresso», su cui curerà una rubrica cinematografica: alcune di quelle recensioni nel 1975 saranno pubblicate nel volume Al cinema. Negli anni Cinquanta Moravia si accosta anche alla scrittura teatrale e per il teatro scrive La mascherata e Beatrice Cenci. Frutto di un primo viaggio nellUnione Sovietica, nel 58 esce il saggio Un mese in URSS. Dopo la pubblicazione nel 59 dei Nuovi racconti romani, nel 1960 luscita del romanzo La noia (vincitore nel 61 del Premio Viareggio) segna nella sua carriera un successo simile a quello ottenuto con Gli indifferenti e La romana. Cresce così la sua fama di sottile indagatore della vita sessuale, di intellettuale impegnato a sinistra, di leader del mondo letterario romano, e la sua figura diviene sempre più bersaglio dei conservatori e dei conformisti. Negli anni successivi, poi, in virtù del suo giudizio sicuro su qualsiasi evento culturale, politico e sociale, Alberto Moravia diverrà una sorta di di maître à penser. Nellaprile del 62 si separa da Elsa Morante, lascia lappartamento romano in via dellOca e va a vivere in Lungotevere della Vittoria con la giovane scrittrice Dacia Maraini. In quello stesso anno escono sia Unidea dellIndia (a seguito del viaggio nel 61 in India, con la Morante e Pasolini), sia Lautoma, il primo di tre volumi di racconti sul tema dellalienazione, già apparsi sulla terza pagina del «Corriere della Sera». Seguiranno gli altri due volumi Una cosa è una cosa (1967) e Il paradiso (1970). Nel 63 nel volume dal titolo Luomo come fine e altri saggi raccoglie, invece, svariati saggi scritti a partire dal 41. Dopo la polemica con Il Gruppo 63, nel 65 pubblica Lattenzione, un esperimento di romanzo nel romanzo. A partire dal 66 anno in cui in occasione del Festival del Teatro Contemporaneo viene rappresentato Il mondo è quello che è Moravia si occupa sempre più di teatro. Con Dacia Maraini ed Enzo Siciliano fonda la compagnia teatrale «del Porcospino», che ha come sede il teatro di via Belsiana a Roma. Vi vengono rappresentate Lintervista, dello stesso Moravia, La famiglia normale di Dacia Maraini, Tazza di Enzo Siciliano e opere di Carlo Emilio Gadda, Wilcok, Strindberg, Goffredo Parise e Kyd. Per mancanza di fondi lesperimento si interromperà nel 68. Nel 67 Moravia spiega le sue idee sul teatro moderno in La chiacchiera a teatro, pubblicata su «Nuovi argomenti». Sempre nel 67 insieme a Dacia Maraini, si reca, oltre che in Giappone e in Corea, anche in Cina. Le sue corrispondenze per il «Corriere della Sera» vengono riunite nel volume La rivoluzione culturale in Cina, uscito nel 1968 anno in cui, tra laltro, Moravia viene contestato in diverse occasioni dagli studenti. Dopo Il dio Kurt (1968), nel 69 pubblica La vita è gioco, rappresentato nel 1970 al teatro Valle di Roma con la regia della Maraini. Con un intervento su Linformazione deformata commenta lattentato dinamitardo alla Banca Nazionale dellAgricoltura di Milano. Dopo luscita del nuovo romanzo Io e lui e la pubblicazione del saggio Poesia e romanzo (1971), nel 72 intraprende dei lunghi viaggi in Africa, da cui nascerà A quale tribù appartieni? (1972). Seguiranno altri due libri sullAfrica: Lettere dal Sahara (1981), una raccolta di articoli scritti tra il 75 e l81 come inviato speciale del «Corriere della Sera», e Passeggiate africane (1987). Nel 1973 esce un nuovo libro di racconti (già apparsi sul «Corriere della Sera»), Unaltra vita, seguito nel 76 da unaltra raccolta Boh. Nel 1978 esce il romanzo tanto atteso, a cui ha lavorato per ben sette anni, La vita interiore. Quindi, nel 1980, dà alle stampe la raccolta di saggi Impegno controvoglia, mentre il romanzo 1934 e la raccolta di fiabe Storie della Preistoria escono nel 1982, anno in cui fa un viaggio in Giappone, fermandosi a Hiroshima. A tal riguardo, per l«Espresso» farà tre inchieste sul problema della bomba atomica. E proprio sullincubo della bomba atomica e sul dissidio tra la cultura umanistica e quella scientifica è centrato il romanzo edito nell85, Luomo che guarda. Nel 1983 esce la raccolta di racconti La cosa, dedicata a Carmen Llera, la sua nuova compagna, una donna spagnola di quasi quarantasette anni più giovane di lui, che sposerà nel 1986, suscitando grande clamore. Tra il 1984 e il 1989 è deputato al Parlamento europeo, eletto come indipendente nelle liste del Pci. Sul «Corriere della Sera» nel 1984 inizia una corrispondenza da Strasburgo, il Diario europeo. Nell86 pubblica in volume, Langelo dellinformazione e altri scritti teatrali, Linverno nucleare (a cura di Renzo Paris) e il primo volume delle Opere (1927-1947), a cura di Geno Pampaloni. Il secondo volume delle Opere (1948-1968), a cura di Enzo Siciliano, uscirà nel 1989. Nel 1987 dà alle stampe Il viaggio a Roma, e nel 1990 La villa del venerdì e Vita di Moravia, scritta assieme a Alain Elkann. Il 26 settembre 1990, alle nove del mattino, Alberto Moravia muore nella sua casa di Roma. Postumi escono, nel 1993, Romildo (a cura di Enzo Siciliano), una prima raccolta di racconti rimasti sepolti nelle pagine dei quotidiani e delle riviste, cui è seguito nel 2000 un secondo volume, Racconti dispersi. A dieci anni dalla morte, una serie di articoli giornalistici, di incontri ed iniziative, di tipo editoriale e non, ha ricordato Alberto Moravia. Sulle pagine del «Corriere della Sera», il 6 settembre 2000, Antonio Debenedetti pubblica in prima pagina un articolo dal titolo: Dieci anni dopo. Quegli amici smemorati di Moravia, e accende così nei giorni successivi uninteressante discussione, in cui sono intervenuti molti degli amici dello scrittore romano. Negli articoli Una specie di porcile con un'anima, e Il ricordo dei Mosillo, la Redazione Virtuale de «La Libreria di Dora» fornisce alcune testimonianze dirette sul soggiorno di Moravia a Fondi insieme alla Morante. In esclusiva per «ItaliaLibri», Roberta Simonis, editrice della rivista internazionale «Sahara», rievoca un incontro fortuito con Alberto Moravia, durante uno dei suoi viaggi di studio nello Yemen del Sud, tra il dicembre 1989 e gennaio 1990. Paolo Di Paolo, autore affascinato dalle sfaccettate tematiche della memoria, a quindici ann dalla morte dello scrittore, nell'articolo Tornare a Moravia rivisita le pagine dei quotidiani e l'abbondante saggistica pubblicata negli anni intorno alla figura e all'opera di Alberto Moravia, alla ricerca di una risposta all'interrogativo che inquieta ogni scrittore degno di questo titolo: come avviene che un personaggio tanto amato in vita possa venire così presto dimenticato? © Copyright 2000 italialibri.net, Milano - Vietata la riproduzione, anche parziale, senza consenso di italialibri.net |
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