LUIGI PIRANDELLO, NARRATORE, DRAMMATURGO, ESPLORATORE DELL'INCONSCIO, FU PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 1934.

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Luigi Pirandello (1867-1936)



La vita di Luigi Pirandello è l' «involontario soggiorno sulla terra» di un «figlio del caos», come egli stesso, scherzando, amava definirsi.

asce infatti Luigi Pirandello il 28 giugno 1867 nella villa detta Caos nei pressi di Girgenti (oggi Agrigento). La famiglia, di tradizione garibaldina e antiborbonica, è proprietaria di alcune zolfare. Dopo gli studi liceali compiuti a Palermo, rientra nel 1886 a Girgenti, dove affianca per breve tempo il padre nella conduzione di una miniera di zolfo e si fidanza con una cugina (rompendo in seguito il fidanzamento). Si iscrive prima all'università di Palermo, poi passa alla Facoltà di Lettere dell'università di Roma, ma a causa di un contrasto con il preside, il latinista Onorato Occioni, si trasferisce all'università di Bonn, dove nel 1891 si laurea in Filologia romanza con una tesi dialettologica. Intanto ha già esordito come poeta con Mal giocondo (1889) e con Pasqua di Gea (1891), raccolta che dedica a Jenny Schulz-Lander, di cui a Bonn si è innamorato.

Nel '92, fermamente deciso a dedicarsi alla sua vocazione letteraria, si stabilisce a Roma, dove vive con un assegno mensile del padre. Nell'ambiente letterario della capitale conosce e stringe amicizia con il conterraneo Luigi Capuana, che lo spinge verso il campo della narrativa. Compone così le prime novelle e il suo primo romanzo, uscito nel 1901 con il titolo L'esclusa. Non abbandona tuttavia la poesia: escono nel '95 le Elegie renane, nel 1901 Zampogna, e nel 1912 Fuori di chiave, la sua ultima raccolta poetica. Nel 1894 sposa a Girgenti, con matrimonio combinato tra le famiglie, Maria Antonietta Portulano, figlia di un ricco socio del padre. Si stabilisce definitivamente a Roma, dove nascono i tre figli Stefano (1895), Rosalia (1897) e Fausto (1899).

Pirandello vive sempre con disagio il rapporto con la fragile e inquieta moglie, avvertendo il forte peso delle norme comportamentali risalenti alle radici siciliane. Inizia una fitta collaborazione con diversi giornali e riviste letterarie, sulle quali pubblica una ricca e vasta produzione narrativa che trova consensi presso il pubblico, ma indifferenza da parte della critica. Scrive il romanzo Il turno (edito nel 1902) e lavora ai suoi primi testi teatrali che per allora non riescono a raggiungere le scene. In opposizione all'estetismo e al misticismo dominanti fonda con Ugo Fleres e altri amici un settimanale letterario dal titolo shakespeariano «Ariel». Dal 1897 al 1922 insegna, senza entusiasmo ma con grande dignità, stilistica italiana presso l'Istituto Superiore di Magistero di Roma.

Nel 1903 l'allargamento di una miniera di zolfo causa alla famiglia Pirandello un grave dissesto economico: il padre Stefano perde insieme al proprio capitale anche la dote della nuora. In seguito alla notizia dell'improvviso disastro finanziario, Antonietta, già sofferente di nervi, cade in una gravissima crisi che durerà per tutta la vita sotto forma di grave paranoia. Vani saranno i tentativi di Pirandello di dimostrare che la realtà non è come invece pare alla moglie. Abbandonata la tentazione del suicidio, Pirandello cerca di fronteggiare la disperata situazione, assistendo Antonietta (che verrà internata in una casa di cura solo nel 1919); e per arrotondare il magro stipendio universitario, impartisce lezioni private e intensifica la sua collaborazione a riviste e a giornali.

Nel 1904 Il fu Mattia Pascal , pubblicato a puntate sulla «Nuova Antologia», riscuote un successo tale che uno dei più importanti editori del tempo, Emilio Treves di Milano, decide di occuparsi della pubblicazione delle sue opere. Nel 1908 pubblica due volumi saggistici Arte e scienza e L'Umorismo, grazie ai quali ottiene la nomina a professore universitario di ruolo. Nel 1909 inizia la sua collaborazione, che durerà fino alla morte, al «Corriere della Sera», su cui appaiono via via le sue novelle; e pubblica la prima parte del romanzo I vecchi e i giovani (la seconda esce in volume nel 1913). Nel 1911 esce il romanzo Suo marito. Scrive anche alcuni soggetti cinematografici, mai realizzati; mentre nel 1915 pubblicherà il romanzo Si gira... Nel 1915-'16 inizia la sua prodigiosa e intensa attività teatrale, che darà vita a dibattiti e discussioni in Italia e all'estero.

Proprio negli anni della grande guerra, (vissuti drammaticamente anche per la perdita della madre e per la partenza dei figli per il fronte), scrive alcune celebri opere: Pensaci Giacomino!, Liolà (1916), Così è (se vi pare), Il berretto a sonagli, Il piacere dell'onestà (1917), Ma non è una cosa seria e Il gioco delle parti (1918). Nel 1918 esce il primo volume delle Maschere nude, titolo sotto cui raccoglie i suoi molteplici testi teatrali. Nel 1920 il teatro pirandelliano con Tutto per bene e Come prima, meglio di prima, si afferma pienamente, e a partire dall'anno successivo raggiunge il grande successo internazionale con il capolavoro Sei personaggi in cerca d'autore. Abbandonata la vita sedentaria degli anni precedenti, Pirandello vive e scrive negli alberghi dei più importanti centri teatrali sia europei che americani, curando personalmente l'allestimento e la regia delle sue opere. In questi stessi anni il cinema trae diversi film dai suoi testi teatrali e narrativi, di cui continuano a uscire ristampe e nuove edizioni.

Nel 1922 esce il primo volume della raccolta Novelle per un anno presso l'editore Bemporad. La sua produzione teatrale prosegue con Enrico IV e Vestire gli ignudi (1922), L'uomo dal fiore in bocca (1923), Ciascuno a suo modo (1924), Questa sera si recita a soggetto (1930). Nel 1924 si iscrive formalmente al partito fascista, da cui ottiene appoggi e finanziamenti per la compagnia del Teatro d'Arte di Roma che, sotto la direzione dello stesso Pirandello, porta per tre anni (fino al 1928) il teatro pirandelliano in giro per il mondo. L'interprete per eccellenza delle sue scene è la "prima attrice" Marta Abba, a cui Pirandello si lega anche sentimentalmente. Nel 1926 esce in volume il romanzo Uno, nessuno e centomila, ultimo romanzo, frutto di una lunga gestazione, (Bemporad, Firenze), intessuto di interrogativi che il protagonista rivolge direttamente al lettore, per coinvolgerlo in una vicenda "universale", un riepilogo di tutta l’attività, narrativa e teatrale dell'autore. Il dramma La nuova colonia (1928) inaugura l'ultima stagione pirandelliana, quella fondata sui «miti» moderni, che culmina nell'opera incompiuta I giganti della montagna. Nel 1929 è nominato membro dell'Accademia d'Italia, dove nel '31 commemora Verga.

Nel 1934 riceve il premio Nobel per la letteratura. Si ammala di polmonite, mentre segue le riprese a Cinecittà di un film tratto da Il fu Mattia Pascal. Muore nella sua casa romana il 10 dicembre 1936. Esce postuma l'edizione definitiva delle Novelle per un anno.

L'inquietudine e una solitudine a tratti disperata, che sono la costante della sua esistenza, insospettabili in un uomo di tale successo, vengono analizzate nell'articolo Il segreto di un Nobel italiano, che prende in esame le pagine di alcuni biografi: fra tutti, Andrea Camilleri, che bene la descrisse nel suo libro Biografia del figlio cambiato.

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Serena, 11/11/'04

Per me le sue novelle sono veramente belle


Marina Mastro, Grenoble (Francia), 11/11/'04

Sono francese e mi piace molto questo scritore! viva italia


Arianna, Roma, 9/11/'04

La verità espressa da dietro una maschera. Perché la vita o la si scrive o la si vive


Domenico Silvestro, 30/10/'04

In complesso c'è da dire che è un mito .


Vincenzo Gaglione, Torre del Greco (Na), 15/10/'04

Per me pirandello ha scoperto la vera filosofia della vita,(maschera)la chiama,un trucco indelebile ingrado di mutare in cento forme o di fissarsi in quella che per lui sarà la vera forma di vita (pazzia).Termine, che chiude e sopprattuto giustifica l'inispiegabilità dei uno nessuno e centomila volti che l'avvolgono ma non la (soffocano).


Pirandellina, 28/09/'04

Io trovo che pirandello sia il più grande scrittore di tutti i tempi...........le sue opere non competono con nussun altro artista italiano


Elisa Petrachi, Squinzano (Lecce), 14/09/'04

Ho letto da poco "IL TURNO " di Pirandello. Troppo complicato anche se breve. Cose che potevano accadere solo in quei tempi. Assolutamente non posso oggi, anche se l'avidità per molti è uno stile su cui improntare la propria vita .


Spreno Paroni, Pordenone, 3/09/'04

Pirandello,a parer mio è uno tra i migliori artisti italiani, per la sua spontaneità e per la sua purezza. Nelle sue opere dà il meglio di sé. luigi sei stato davvero un grande... SpReNo


Marialucrezia, Ceglie Me.pica (Br), 26/08/'04

Ragazzi cosa fate la mattina appena svegli?vi lavate il viso vi vestite e...vi gellate i capelli!le ragazze, invece,si danno un colpo di cipria mscara fard;dopo siete pronti per affontare la giornata!!!in quei momenti vi siete mai chiesti"cosa starà facendo nua persona",estranea a voi?Una risposta può essere"quello che faccio io", oppure "cosa me ne importa degli altri"... Eppure da una domanda così sciocca, un autore come PIRANDELLO credo proprio che se la sia chiesta! La sua risposta?-la vita, la morte,ecc.-La mia di risposta"siamo tutti diversi eppure allo stesso tempo c'è qualch'uno che si muove come noi,che la pensa allo stesso modo!" Ma in realtà CHI SAIMO?...Voi me lo sapreste spiegare?contattatemi!


Laura Cignoli, Bagnaria (Pv), 19/06/'04

Credevo di aver letto gran parte delle opere di Pirandello, ma mi sto accorgendo che ne esistono tantissime che non conosco! Così mi è venuta una curiosità: ma quante opere ha scritto realmente, in tutta la sua vita, Pirandello???


Simona, Milano, 11/06/'04

Pirandello TI AMOOOOO!!!Non ho mai letto nulla di simile...mi piace ogni secondo di più!!!Altro che "grande del novecento"...è un FIGO!!!


Alessandro Bazzana (alexhey@tiscali.it), Cene (Bg), 10/06/'04

Luigi Pirandello è sempre stato il mio idolo fin dalla prima superiore. Oggi molti di noi comprendono il succo delle sue opere ma non dobbiamo dimenticare che lui questi concetti li aveva azzeccati 100 anni fa insomma stava un pezzo in là quando tanta gente non si poneva minimamente certi interrogativi che noi stessi possiamo spiegarci solo a seguito di mille e mille ancora avvenimenti e nuove tendenze sociali di questi anni, che ci coinvolgono direttamente. Pirandello è un visionario, un pò come lo sono io sotto altri profili che vi elargirò futuramente.


Claudio Monterosso (claudio_mc@virgilio.it), Siracusa, 9/06/'04

Dopo aver letto vari libroni e mattoni abbastanza consistenti tra cui La Divina Commedia, e la Bibbia, devo ammettere che trovare un autore capace di lasciarti perplesso dopo averlo letto è raro. Intendo dire che è facilissimo scrivere e buttare giù un po' di pagine di storie inventate o raccontare fatto realmente accaduti, è molto facile anche esprimere il proprio punto di vista su questioni importanti come la vita, la religione o la filosofia, ma non è affatto facile dimostrare al prossimo di aver capito realmente ciò che si espone. Molti sono i cervelloni e i secchioni che giudicano gli altri e impongono delle regole di vita ostentando poi il pesantissimo volume che hanno scritto al riguardo, ma sono davvero pochi quelli che riescono a dimostrarti che quello che hanno esposto nelle loro opere corrisponde a verità. Pirandello nella stragrande maggioranza delle sue realizzazioni ha raccontato di uomini come noi, che vivevano come noi che forse per paura o per fuggire vigliaccamente da quella che poteva essere la realtà, o forse per il troppo coraggio e la scarsa preparazione di chi li osservava, hanno cambiato il corso della loro vita. Hanno dato un taglio e cambiato la loro esistenza irreversibilmente, subendo o godendo le conseguenze che questa decisione ha portato. Personalmente credo che Pirandello non solo abbia esposto la situazione di ognuno di noi, ma che abbia realmente capito tutto e che fosse (o sarebbe meglio dire sia ancora) degno di impartirci l'insegnamento che le sue teorie sostenevano: l'uomo, dotato di libero arbitrio, è capace di decidere che vita vivere, indipendentemente da quella che la società ti impone, ma solo pochi sono quelli che ci riescono, e qualora qualcuno ci riuscisse, solo pochi di essi riescono a viverla in modo sereno!


Vanessa Riolo (riovan@aliceposta.it), Catania, 8/06/'04

Pirandello è senza alcun dubbio un grande della letteratura italina!prima di leggere un suo libro mi domandavo xke tutti continuavano a ripetere quanto fosse eccezionale ma ora ho capito xke tutti lo amano... è riuscito a capire il meccanismo della vita!


Alessia Colangelo (alessietta16@katamail.com), Roma, 7/06/'04

Il novecento inaugura la crisi dell'uomo moderno privo ormai di ogni certezza,disorientato di fronte alla consapevolezza che nella realtà non esiste niente di stabile e quello che invece sembra esserlo è solo una convinzione.L'uomo non sa più riconoscere la prorpia identità:si sente una marionetta che partecipa a una sorta di messa in scena. Luigi Pirandello è senz'altro uno dei maggiori interpreti di queste tematiche in cui il personaggio si interroga per scoprire i motivi della sua crisi interiore.Il FU MATTIA PASCAL è il tipico esempio di romanzo in cui viene proposto il dramma esistenziale dell'uomo che non riesce a fissare la prorpia identità. la finzione allora è la protagonista di tutto ciò..è un apparenza che riesce poi,infine,a far riaffiorare la pena di vivere,la sofferenza e la consapevolezza di essere solo una maschera,un apparenza,un'ombra..secondo me quindi Pirandello è un poeta che racconta la realtà,il vero motivo che avvolte ti mette in testa dei dubbi...il vero motivo che avvolte non ti fa arrivare agli altri e a te stesso!non si sa quando c'è la vera persona,la vera anima di tutto ciò che spesso si rivela una delusione!!!!È fantasia,immaginazione...qualcosa che si vuole essere e a cui si vuole arrivare....non ho altro da dire!!!


Cri Flaiban (kri85@msn.com), Pordenone, 3/06/'04

Secondo me le novelle e i romanzi di Pirandello sono molto piacevoli da leggere, ma nonostante ciò credo che, pur descrivendo una parte della natura umana, spesso esca troppo dai confini del reale. Resta comunque un grande autore..


Valeria Camarata (vale.camarata@tiscali.it), Randazzo (Ct), 2/06/'04

L. Pirandello è il più grande autore della letteratura italiana che sia mai esistito... con le sue opere ha lasciato un segno in molti uomini e ha fatto comprendere quanto sia facile essere fraintesi dagli altri... ah!cavalleria rusticana è di Verga non di Pirandello....


Anonimo, 2/06/'04

Se uno solo di voi l'avesse capito oltre che letto non avreste scritto de commenti tanto insulsi ma avreste semplicemente taciuto


Bluesky83, Ortona (Chieti), 1/06/'04

LUIGI PIRANDELLO RIMANE NELLA STORIA PERCHE' NELLA SUA SUA COMPLESSITA' CERCA DI SPIEGARE QUANTO EGLI ABBIA APPRESO DALLA VITA E SOLO CHI LEGGE ATTENTAMENTE LE SUE OPERE RIESCE A COMPRENDERE UNA PICCOLISSIMA PARTE DI CIO' CHE HA SEMPRE CERCATO DI FARCI CAPIRE...FABIO.


Grazia Calì, Acireale (Ct), 26/05/'04

Le sue opere sono grandi e importanti ma non mi convince molto la sua concezione pessimistica della vita:non vale per tutti il suo pensiero riassumibile nelle parole:ognuno di noi è come gli altri vorrebbero che fosse.


Alessandra Astone, Portici (Na), 25/05/'04

.....fantasticamente speciale....


Martina Nocci, Piancastagnaio (Si), 24/05/'04

Quando ho letto Uno, nessuno e centomila mi sono resa conto che la vita ha bisognodi essere affrontata con più serenità, sorridendo dei nostri aspetti esteriori magari non perfetti anche se essi ci procurano un po' di sofferenza... Meglio superare il pessimismo che è in ognuno di noi e godersi la vita al massimo, anche se può risultare difficile!


Rosanna Conte, Salerno, 19/05/'04

Grande veramente grande


Anonimo, New York, 18/05/'04

È un grande anche per i più anziani


Dario, 18/05/'04

Non concordo assolutamente con Pirandello.... Nonostante sia uno dei maggiori esponenti della nostra letteratura, era troppo pessimista... Come Verga!


B-Boy, 16/05/'04

Pirandello fa dei libri molto interessanti, ke ti fanno riflettere, ti portano a pensare chi sei tu e ki sono gli altri


Sara, Frosinone, 10/05/'04

PENSO CHE LUIGI PIRANDELLO E' UNO DEI PIU' BRAVI SCRITTORI ITALIANI, ANZI ARTISTI, PERCHE' OLTRE A SCRIVERE METTE ANCHE IN SCENA LE SUE OPERE, E' UN GRANDE ANCHE SE E' MOLTO PESSIMISTA LE SUE NOVELLE MI PIACCIONO DA MORIRE, LE HO LETTE TUTTE, INSOMMA E' UN GRANDE!!!!!!!!!!!!!!!


Davide Luppi (Davide_luppi@msn.com), Bologna, 06/05/'04

Pirandello e' sicuramente uno dei migliori autori italiani del '900. Egli ci cattura con il suo modo di scrivere e con la sua psicologia facendoci vedere la realtà e aiutandoci a viverla; quindi sia per chi legge, sia per chi scrive, Pirandello e' un modello da tenere particolarmente in cosiderazione.


Carla Tassone (carlasworld@tiscali.it), 25/03/'04

Pirandello lascia dietro di sè, dietro ogni sua stesura un velo di malinconica consapevolezza. I suoi testi incarnano la vita dell'uomo in ogni sua sfumatura,incarnano l'altro da sè di ogni uomo,la follia nascosta in ogni creatura umana. Leggere Pirandello vuol dire automaticamente legarsi al subconscio e riconoscere quella parte di noi stessi che non vogliamo accettare, farla nostra e vivere in virtù della nostra scoperta.


Serena Messina (Seri.messina@libero.it), Trapani, 16/03/'04

Sono una ragazza di 16 anni e mi è capitato di leggere e di vedere una rappresentazione teatrale del Il fu Mattia Pascal e posso dire che secondo il mio punto di vista Luigi Pirandello si può considerare il più grande autore del novecento.


David Escalante (dazilmagnifico@hotmail.com), Madrid, 15/03/'04

Pirandello mi ha aperto un poco la strada per quello che realmente sono io: esistono "Tanti David" tante sfacciettature, che non ci permettono di scoprirci a pieno; ho scoperto la mia giusta attitudine.


Sabrina, Novara, 08/03/'04

Penso che Pirandello sia stato uno scrittore artisticamente completo,perche'oltre a romanzi ha scritto commedie teatrali eccellenti dal mio punto d vista.Mi piace talmente tanto che ho deciso che portero' alla maturita' una tesina concentrata su di lui e sul fascismo.Questo autore mi ha trasmesso molto attraverso i suoi capolavori e spero che anche in futuro si possa parlare di lui cosi'...


Anonimi, 04/03/'04

Secondo il mio modesto parere Luigi Pirandello è il massimo esponente delle letteratura italiana.E' geniale la sua capacità di fondere assieme tragico e comico/umoristico....è divino!!!!!!!!


Francesca Colosimo (residencef40.it), Petronà, 25/02/'04

...il primo autore che parla di problemi concreti,nonche'odierni


Alessandra G, Grosseto, 03/01/2004

Pirandello per me é 1 maestro...ho 13 anni e in questi giorni lo stiamo studiando a scuola ammetto,non é molto facile ma le sue storie sono veramente bellissime. Ho letto Cavalleria Rusticana anche per conto mio e devo dire che io non ce la farei mai a scrivere 1 così bel racconto. Sicuramente lo rileggerò durante l' estate perché veramente mi é molto piaciuto


Sydney Mazzei (SydPunkreas90@libero.it), Roma, 20/12/03

E' un grande pure per i ragazzi di 14 anni come me..


Maria Salzano (gesalza@tin.it), Volla (Na), 12/10/'03

Ho letto molte delle sue novelle e con dei miei amici abbiamo rappresentato "Liolà"...Pirandello per me è uno psicologo.Analizza i vizi e le virtù umane fino ad esasperarli e penso che nessuno fino ad oggi l'abbia mai potuto imitare.


Philip Brantingham (Phil_Brantingham@hmco.com), Chicago (Illinois), 19/09/'03

Un maestro de psicologia e tragedia.Personalmente un depressivo, e sempre malcontento con la vita sua. La felilcita godevo raramente. Ma un maestro, un vero maestro.


Angela (zighizaghi@libero.it), Napoli, 26/07/03

Luigi Pirandello.....Grande autore del novecento,capace di raccontare la diversità,la molteplicità,l'irrazionalita e i diversi casi umani nel romanzo più bello che Io abbia mai letto...I VECCHI E I GIOVANI


Angelica Bruni, Bari, 12/07/03

Scrive per coglire l'essenza dell'uomo.Il primo che abbia analizzato le angosce dell'uomo moderno seppur analizzando anche le sue " pazzie " ritenute comunque normali e ben riconosciute dall'uomo in quanto sue abitudini. DA CONSIDERARE UN CANONE PER LA LETTERATURA ITALIANA!


Anonimo, 30/06/03

Un mostro letterario.L'hanno capito poco i suoi contemporanei,ed ancor meno lo capiamo noi.Quello che lui paventava,l'abbiamo realizzato:l'alienazione,la scienza e la tecnologia che ci sradicano da noi stessi.e se domani svegliandovi trovaste che il vostro naso è un po'storto-ma poco poco,eh-che fareste?TUTTI DAL CHIRURGO PLASTICO!!!Maledetto sia Copernico...


Marco Coluccia (markoluccia@msn.com), Lecce, 26/06/03

Volevo rispondere a Valentina Mandalà. Non credi che bisogna uscire dalle maschere e farsi accettare per come si è veramente senza di esse? Come? Smascherati davanti a tutti coloro che credono in una delle tue tante maschere.Saremo forse tutti emarginati? ...


Patrizia Anfossi di Lopez (agroneg@coopflan.com.ar), Lujan (Buenos Aires), 13/06/03

Ciao a tutti! Ho letto soltanto un libro di Pirandello, perche sono una studente di Lingua Italiana alla Soc. Dante Alighieri comitato di lujan, Argentina, però mi pieccerei scrivere il mio commento de "Novelle": mi è sembrato un libro meraviglioso. Ho potuto osservare che i racconti sono, o molto giocondi, o molto melanconici. Ora capisco perché al grande autore argentino di tango Discepolo gli affascinava questo autore L. Pirandello: vedevano la vita con lo stesso sguardo pessimista. Saluti a tutti, e mi piaccerei mantenere corrispondenza in italiano con quelli che vogliano farlo. Complimenti per la pagina web!!!


Marcello Framondi (marcellof@inwind.it), Portici (Na), 10/06/03

Uno dei pochi, che ha saputo individuare le vere insofferenze dell' uomo e ne ha trovato vie di uscita. Un grande!


Maria Erika Malato (Akyre84@libero.it), Trapani, 04/06/03

Cosa dire sul grande Pirandello?Ognuno di noi rappresenta i personaggi che per decenni hanno interessato diverse generazioni.Ognuno di noi,nel proprio animo,è un po' Matia Pascal,o Enrico IV o ancora il signor Ponza o perché no ... Vitangelo Moscarda che tristemente scopre di essere uno...nessuno...e centomila! Se ci guardiamo attorno, sappiamo veramente chi siamo?Siamo sicuri di non essere qualcun altro?Non credo...Grazie Luigi.


Ilaria, Milano, 28/05/03

Non ho parole per quello che dice che fa fatica a leggere Pirandello, a me piace un casino! quando leggo un suo libro mi ritrovo a ridere come una .... ma si può???!!! Indipendentemente da questo rimane che ci sta troppo dentro e mi ha fatto riflettere. Fa paura pensare che 10 persone ci vedono in 10 modi diversi, però è vero perché inevitabilmente quello che pensano di noi li influenza su come ci vedono. E quindi? Come si fa? Niente, la storia è così e basta! Comunque leggete Pirandello, anche se magari non ha ragione su tutto a me fa ridere!


Sweet83, Palermo, 28/05/03

Eh si...è proprio vero quello che Pirandello nelle sue opere vuole trasmetterci...In fondo era qualcosa ed è qualcosa che sapevamo e che sappiamo ancora oggi...ma lui con trasparenza e con coraggio, al contrario di noi, della società, è riuscito a mettere in luce proprio i dogmi assoluti che si nascondono dentro noi (quell'abisso di infinito)...le nostre maschere nascono ogni giorno e sono ogni giorno sempre diverse...in loro sono racchiusi gli stati d'animo sempre differenti, la capacità di reagire sempre differente,il modo di vedere le cose sempre differente, la pazienza di oggi e non quella di domani. Ecco perché dentro noi c'è un "uno nessuno e centomila". Io sto stendendo una tesina in cui andrò a parlare anche del più grande scrittore del primo '900, Luigi Pirandello...e tra le sue commedie, i suoi romanzi mi ritrovo ad esserne affascinato. Del resto...


Capsula, 23/05/03

La raccolta costituisce un'indispensabile chiave di lettura della poetica pirandelliana ed è consigliabile a chi si accinge a conoscere l'autore(oopinione dell'esimio professor Francesco Cortese)


Bianca (bdlr1@libero.it), Milano, 23/05/03

Invito ANDREA(24-02-03) ad arricchire il proprio patrimonio culturale e il proprio animo,prima di esprimere simili giudizi su uno dei massimi esponenti della letteratura italiana (se non il primo),come Luigi Pirandello.


Anna Chiara Sancesario, Castiglione (Lecce), 15/05/03

Pirandello è il mio autore preferito penso perché sia pessimista come me!!!Vedo sempre tutto nero!È forse per questo il mio autore preferito.....?


Miryam, Massa (Ms), 15/05/03

Ho studiato Pirandello per motivi scolastici, ora sto preparando la tesina su di lui. ho letto "Quaderni di Serafino Gubbio operatore" e "Sei personaggi in cerca d'autore", penso che Pirandello abbia colto meglio di Verga il senso distruttivo del progresso. anch'io scrivo, ho da poco pubblicato il mio primo libro, e come poeta vedo riflessa in Pirandello la massima espressione di personalità artistica del '900. invito chi non lo avesse ancora fatto a leggere un libro di Pirandello e ad entrare nella sua mente per capire la falsità dell'essere umano. Maury ti amo tantissimo.


Federica Iuculano Mamao (mamaofederica@tiscali.it), Tortorici (Messina), 14/05/03

Io penso che Luigi Pirandello sia stato un mito della letteratura italiana di quei tempi. Sono daccordissimo di con lui sul fatto che ogni uomo nn è mai sestesso perché ha troppe sfaccettature...e io questo lo penso veramente visto che dal punto di vista di (xesempio) 4 persone noi saremmo in 4 modi diversi.


Rob Kris, Brindisi, 14/05/03

E pensare ke tra me e lui c'è una parentela peccato però ke nn abbiamo molto in comune cmq CARNE


Angy, Roma, 28/04/03

Potrà sembrare noioso,può essere difficile portare avanti questa lettura ma alla fine vi sembrerà quasi divertente cercare di capire il lato inconscio di ogni persona, i problemi e le paure degli altri ci appartengono xké possiamo decidere di essere uno, nessuno o centomila ma questo lo sappiamo solo noi...dentro di noi


Sara, Roma, 06/05/03

Penso che Pirandello sia uno dei più grandi autori italiani, in quanto non si è dedicato solo al teatro o ai romanzi o alla poesia. ha sperimentato tutto e si è dimostrato un grande sempre. FORZA PIRANDELLO!


Elisa Santi , Verona, 24/04/03

POVERINO!!la sua mente così perfetta in campo letterale viene tragicamente compromessa dagli eventi.nell'epoca nostrana E' difficile non capire la sua pessimistica concezione della vita no!?! giorgio tvukdb


Franco De Rico, Roma, 18/04/03

Ho letto "Il Fu Mattia Pascal" e penso che è uno dei libri più belli che abbia mai fatto questo grande scrittore.


Luigi Trifi, Carpi (Mo), 11/04/03

La singolarita di questo autore è dovuta,in parte,alle vicende spesso travagliate della sua vita,che contribuirono a orientarlo fin ddalle prime opere a una riflessione sulla vita,sul ruolo che ha l'uomo nella società e sul destino che lo attende senza trovare nessuna soluzione positiva.


Raul Alfredo UNZUE (estudiounzue@sinectis.com.ar) ,Buenos Aires (Argentina), 22/03/03

Hoy 23 de marzo de 2003, hemos retirado el busto de LUIGI PIRANDELLO, del aeropuesto de Ezeiza, el que fuera obsequiado por la comuna de Agrigento, y que sera emplazado en la Plaza Sicilia de la Ciudad de Buenos Aires, en la Republica Argentina, como abogado de la Asociacion Siciliana de socorros Mutuos, es un alto honor contar con dicho busto como recuerdo de un grtan hombre y escritor. Al pueblo de agrigento y a Italia, gracias./


Luca Atzori, 13/03/03

Il pensiero pirandelliano riflette pessimisticamente il destino sociale dell'uomo che si rende schiavo di se stesso per poter andare avanti avendo in tasca la sola sicurezza e la rinuncia alla vita, intesa concettualmente come libertà di esprimere il proprio individuo ...quella parte che Freud definì principio di piacere. Credo che si possa definire Pirandello come un precursore di quel pensiero che viene espresso da Marcuse nel saggio eros e civiltà: il "trionfo"del principio di realtà e quindi della pulsione di morte, sul principio di piacere o pulsione di vita.l'uomo indossa una maschera che puo essere definito come un complesso di convenzioni che rendono non solo l'uomo una sorta di attore in un enorme, assurdo e irrazionale teatro, ma anche banale...l'uomo scontato e senz'anima. Vitangelo Moscarda, Mattia Pascal...sono emblemi del disadattamento consapevole che è forse quella parte della societa caratterizzata da maggior lucidità, il concetto di follia come reale senso di cognizione. un bacione a Pirandello.


Daniele Becatti (yoni@freemail.it), Firenze, 12/03/03

Sono da poco stato a vedere "l'amica delle mogli" al teatro la Pergola e penso: Pirandello a teatro? No grazie, io me lo godo sul libro.


Serena Strata, La Spezia, 11/03/03

Con "Sei personaggi in cerca d'autore" Pirandello mostra quanto la forma teatrale sia inadeguata a rappresentare l'essere umano,la sua vita interiore infinitamente molteplice...ci fa riflettere sul dramma interiore che viviamo ogni giorno,sulla difficoltà di comunicare agli altri quello che siamo (e capire chi sono gli altri!)


Alessandro Marinotti (alex84_boy@yahoo.it), Roma, 02/03/03

Devo dire grazie alla mia prof. d'italiano ,che mi ha invitato a leggere la rivoluzionaria (per me lo è stata) opera "uno nessuno centomila", metterà in voi sicuramente un moto introspettivo, Leggetelo!!!


Andrea, 24/02/03

Ho letto le prime pagine de "Uno nessuno e centomila" di Pirandello e noto una certa difficoltà nel comprenderne il contenuto sia a livello formale che appunto contenutistico. Lessico troppo arcaico e disposizione confusa dei contenuti.


Angela (angy_27@msn.com), 24/02/03

So di essere piccola, ma andando a teatro e vedendo le sue opere mi commuovo, lui sa leggere nel profondo del nostro cuore, portando alla luce i nostri sentimenti e ciò che siamo realmente e che abbiamo paura di essere per via del giudizio degli altri...Pirandello è un grande genio, avremmo bisogno di tante persone come lui...


Davide Diana, Villa literno (Ce), 08/01/2003

Nei suoi racconti i propri personaggi sembra che secherzino ma in realta sono disperati


Giulio Genoese, Reggio Calabria, 04.10.2002

È STATO IL PIU' GRANDE. COLUI CHE CON UN IMPUT RIESCE A FARTI CAPIRE UN MONDO CHE SEMBRA PERFETTO MA È IN REALTA' SOLTANTO UNA GRANDE ILLUSIONE


Maria De Simone, (cica133@inwind.it), Rossano, Cosenza, 15.06.2002

Un grande autore, un genio della scrittura, uno che ti procura la pelle d'oca quando ne leggi le opere.assolutamente uno da amare.......


Antonella Ansaldo, (sothis83@hotmail.com), Messina, 16.06.2002

La maschera, o meglio, la consapevolezza della sua esistenza, può distruggere.. Dovremmo dire grazie a Pirandello per averci aperto gli occhi, e per averlo fatto in una maniera tanto superba..La follia è ad ogni angolo, e ci aspetta..Non è che un attimo, ma basta un attimo a distruggere una vita.


Alfio Giardina (www.giovannirasa@ciaoweb.it), Adrano, Catania, 24.03.2002

Allora, secondo me Pirandello è uno dei migliori scrittori, non solo italiani, ma anche stranieri che siano mai esistiti. Lui ha ispirato la mia vita con le sue frasi di alto concetto di verità. Nelle sue novelle parla della vita di tutti i giorni e ne descrive con alta fedeltà i particolari e i drammi di quel periodo storico. Viva Pirandello!!!


Valentina Mandalà (umby_mag@hotmail.com), Cinisello Balsamo, Milano, 19.03.2002

Ho studiato Pirandello per la prima volta quando avevo solo sedici anni e ora che ne ho diciotto l'ho dovuto studiare di nuovo e ne sono felicissima perché secondo me fa vedere, attraverso la sua poetica, il suo pensiero, i suoi testi, la realtà della società e il fatto che l'individuo porta una llmaschera per farsi accettare. Sembra uno scherzo, ma se ci riflettiamo bene (il sentimento del contrario), ci accorgiamo che all fine dei conti è vero perché per essere accettati dobbiamo essere diversi da quello che siamo.


Ilaria Gambacorta Casagrande (lillyvagabonda@tin.it), Trevi, Perugia, 13.03.2002

Avevo letto qualcosa di lui, ma non avevo mai compreso la profondità e la verità delle sue parole, e soprattutto dei suoi personaggi. La sua grandezza è stata proprio questa: creare tante figure "finte" che sono divenute verosimili e che hanno assunto poi caratteristiche umane. Mattia Pascal, Vitangelo Moscarda, Marta Ajala, Ciaula, e tanti altri non sono altro che la trasformazione di eroi quotidiani.


Simona Conti (cfelix80@libero.it), Palermo, 13.03.2002

Quando rileggo qualche suo scritto sono sicura di essere al cospetto di una delle espressioni più del pensiero del XX secolo.Tecnicamente non è stata una grande penna però ciò che ha provato ad esprimere è importante! Gli spiriti più ribelli e rivoluzionari della storia della filosofia si incontrano nelle sue opere ed uno di questi lo chiamerebbe "figlio di Dioniso", non trovate?


Antonella Chiarelli (graziella caruso@tin.it), 25.02.2002

Io credo che Pirandello sia stato un grandissimo scrittore, in quanto è riuscito a far capire, attraverso le sue opere, che tutti gli uomini non hanno il coraggio di vivere la vita che vorrebbero e spesso per paura, per seguire delle leggi, delle regole ipocrite, commettono lo sbaglio di rinunciare ai propri sogni. Cerchiamo di svegliarci, di trovare questo coraggio che da tempo abbiamo perso e di riuscire a vivere la vita, quella vera, la nostra, che desideriamo nel profondo del nostro cuore.


Daniela Palagino (a.palagino@libero.it) Quartu sant'elena, Cagliari 14.07.2001

Considero Pirandello un grande esempio della letteratura italiana, il miglior decandente, il quale è stato in grado di interpretare la crisi della ragione umana nel migliore dei modi. L'autore contemporaneo che sicuramente preferisco e del quale mi sono innamorata dove aver scoperto il significato della famosa frase "il treno ha fischiato..". Consiglio di giudicare Pirandello dopo averlo letto e non vedere la sua ambiguità come un qualcosa di negativo....rimane sempre un genio!!


Silvana Papa (segj1@yahoo.com) Buenos Aires, Ciudad de BS AS, 19.06.2001

Lo scopro adesso, e veramente magnifica la sua letteratura perché mi fa capire cosa è la vita, facendoci riflettere sul ruolo della società. È un autore che rimarrà per sempre!!!


simone de sanctis (simonale@libero.it) Villanova di Guidonia (Roma), 20.04.2001

Secondo me è il più grande autore italiano,che ha segnato profondamente la storia della letteratura italiana con la sua innovazione nello scrivere e la sua creatività nel comporre opere così suggestive che fanno riflettere profondamente sull'andamento della vita che ci circonda e che non si ferma mai...capendo ciò che Pirandello vuole insegnarci possiamo arrivare a comprendere senza demoralizzarci che in fondo noi siamo "Uno,nessuno e centomila"...e che è giusto così!





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