Fosco Maraini, Case, amori, universi
Mondadori, Oscar Bestsellers, 2001
pp.714 Euro 8,26
obbiamo considerarlo unopera prima, questo romanzo, anche se lautore tocca beatamente la soglia dei novantanni, ed ha un invidiabile curriculum come antropologo, orientalista, fotografo e cineasta, con incursioni nella poesia e nella filosofia? E, magari sottovoce, in un discreto "a parte", possiamo domandarci se questa voglia di romanzo derivi dalla sua multiforme curiosità, dal desiderio di ricapitolarsi, o da unedonistica spinta a raccontarsi? Sta di fatto che il romanzo cè, c'è la narrazione, in terza persona, che vela così poco lautobiografia da indurre il lettore a concordare meccanicamente i verbi alla prima persona anziché alla terza.
La vita e le imprese di questo giovane gentiluomo il libro abbraccia un periodo che va dalladolescenza negli anni 20 a dopo la seconda guerra mondiale sono mirabolanti, ma narrate con un falso candore che le rende per così dire "casalinghe". Nato da innesti familiari anglo-elvetici in terra toscana, maturato sotto il fascismo che gli provoca una noia velata dunderstatement il protagonista, afflitto dal grottesco nome di Anacleto, abbreviato nel più guizzante Clé, non sembra destinato a un gran futuro. La gioventù dorata del Ventennio, tè e pasticcini, amori adolescenziali, marachelle e scorribande, frequentazioni di esteti e di mezzadri, un composito universo dal quale il giovane Clé cerca di evadere dapprima assecondando la passione per le sue escursioni in montagna, poi, assai più alla grande, facendosi assumere come documentarista dal mitico Giuseppe Tucci, padre di tutti gli orientalisti moderni, che lo porta con sé in Tibet, sul Tetto del Mondo, alla scoperta di una civiltà quasi perduta, e della sua vera vocazione.
Nulla può opporre il giovane Clé contro la malattia dei viaggi e dellOriente. Impalma la fascinosa principessa siciliana Malachite, conquistata, come un cavaliere antico, dopo una scorribanda lungo le strade sterrate della penisola, a bordo duna scoppiettante motocicletta, assolve indolentemente gli obblighi militari, diventa padre duna splendida bambina, appena in tempo per ripartire, alla volta del Giappone, incaricato di una missione antropologica. Lì conoscerà la misteriosa civiltà degli Ainu, che lo adottano come un loro uguale, lì verrà sorpreso dallarmistizio dell8 settembre. Avendo rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò, verrà internato con moglie e figlia, patendo fame e umiliazioni. Ruberà per sopravvivere, in un gesto destrema rivolta contro un carceriere ottuso si amputerà sanguinosamente un dito. Sono le pagine più buie e disperate, appena soccorse dal perenne filo dironia e scommessa sulla buona sorte che non lo abbandonano mai. A guerra finita, il ritorno quasi trionfale in Italia, e una nuova, pensosa maturità fra gli ultimi sprazzi avventurosi duna crociera a vela.
Gli scritti autobiografici peccano solitamente di moralismo, se non altro per la loro pretesa desemplarità. Maraini è stendhalianamente amorale, imbroglia le carte ammiccando signorilmente, identifica nel caso il motore delle sue vicende, e alla benevolenza del caso si affida, come si affida alla genius loci di ogni casa dove si trasferisce. Le case, fin dal titolo, conferiscono il tono alle vicende, in modo opposto e complementare agli universi, domestici ed esotici. Gli amori, narrati, o accennati, fanno da termine medio equilibratore. E lautore novantenne non lascia trapelare alcun rimpianto per il se stesso giovane, semmai gli accorda una divertita indulgenza, una svagata complicità da fratello maggiore.
Accompagneremo Maraini nella sua altalena con la sorte, resistendo al gioco delle identificazioni il solo personaggio presentato col suo vero nome è limgombrante Tucci resistendo perfino contro la tentazione di leggere i diari dellex moglie Topazia, curati (manipolati?) dalla figlia Dacia. Sappiamo che i memorialisti (da Casanova a Goldoni, da Alfieri a Da Ponte) hanno scritto alcune tra le pagine più vive della nostra letteratura. Maraini è della loro razza, a patto che non lo si sottoponga alla macchina della verità.
A cura della Redazione Virtuale
Milano, 22 febbraio 2002
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