Nel Decameron Giovanni Boccaccio fugge dalla peste del Medio Evo, con uno spregiudicato senso di liberazione

ITALIALIBRI - RIVISTA MENSILE ONLINE DI LIBRI ITALIANI, BIOGRAFIE DI AUTORI E RECENSIONI DI OPERE LETTERARIE


Decameron



Giovanni Boccaccio, Decameron,
con le illustrazioni dell'autore e dei grandi artisti tra tre e quattrocento
Casa Editrice Le Lettere, Firenze 1999
709 pp., Lire 420.000 (Euro 217,91)

Giovanni Boccaccio, Decameron,
con le xilografie dell'edizione del 1492
BUR, Milano, 1999
2 voll., 798 pp., Lire 28.000 (Euro 14,46)

Aldo Busi, Decamerone da un italiano all'altro,
BUR, Milano, 1999
852 pp., Lire 20.000 (Euro 15,06)

ell'autunno della civiltà medioevale italiana (XIV secolo) crollano le aspirazioni, sia dell'Impero sia della Chiesa, a dominare il mondo. Nel Comune «fermenta già la Signoria» e l'instabilità della società mercantile si rivela in alcuni clamorosi fallimenti. Il Boccaccio è reduce egli stesso dal fallimento della Compagnia Bancaria dei Barbi di cui il padre è socio. Senza smarrirsi e senza provare rimpianto per il vecchio mondo perduto, insieme alla sua lieta brigata fugge metaforicamente dalla peste e dalla morte del Medio Evo, e con uno spregiudicato e gioioso senso di liberazione da ogni antica norma religiosa e trascendente, sembra inaugurare la civiltà umanistica.

Nel Decameron, scrisse il De Sanctis, «La vita sale sulla superficie e vi si liscia e vi si abbellisce. Il mondo dello spirito se ne va: viene il mondo della natura». L'intera vita, l'intera «umana commedia», senza esclusioni, viene accolta in quest'opera che appare unica, senza precedenti nella narrativa italiana ed europea. Boccaccio non si propone alcuna finalità morale, edificante o dimostrativa come avveniva nella tradizione narrativa dell'exemplum o nel poema di Dante, ma con costante atteggiamento realistico restituisce, ricrea, fa vedere e fa sentire sulla pagina quanta più realtà, quanta più azione possibile, in tutta la sua multiforme e concreta totalità.

L'oggetto della sua passione è l'uomo; e dell'uomo rappresenta le doti e le capacità del saper vivere a confronto con le principali forze che muovono l'umanità: l'amore, l'ingegno, la fortuna. In una dimensione tutta terrena e laica gli uomini nel Decameron, ignorano il dramma del peccato, così come è inteso da Dante e Petrarca, e divengono artefici responsabili della propria vita solo di fronte a se stessi, non più di fronte a Dio.

Agiscono inoltre spinti dall'amore che, sia come pura e semplice passione carnale, sia come elevato sentimento, viene legittimato e non più demonizzato, in quanto forza tutta naturale e terrena. Ai suoi denigratori e censori il Boccaccio stesso risponde che «alle cui leggi [cioè della natura] voler contrastare troppo gran forze bisognano, e spesse volte non solamente invano ma con grandissimo danno del faticante s'adoperano».

La loro guida è l'intelligenza, intesa come sapiente, pronta, energica e sagace capacità e volontà di dominare se se stessi e la realtà, di agire e reagire, anche con la sola parola, in tutte quelle imprevedibili o casuali circostanze, che sorprendono la vita, e che il Boccaccio chiama Fortuna. Forza della natura, evento storico, o causale e di per sé insignificante avvenimento, la Fortuna nel Decameron si configura assolutamente terrena e laica rispetto alla celeste, soprannaturale e provvidenziale «general ministra e duce» delle cose umane, propria della tradizione culturale medioevale e dantesca.

Così, per la prima volta nella letteratura europea, dopo il dorato mondo dei cavalieri, irrompe in queste cento novelle, con tutta la sua esuberante e ricchissima vitalità, la civiltà italiana dei mercanti (da Dante disprezzata e da Petrarca ignorata) che, da veri «eroi dell'intraprendenza e della tenacia umana», tra Duecento e Trecento, muovono alla conquista dell'Europa e dell'Oriente. Gli ideali e i gusti della nuova aristocrazia borghese fiorentina (aristocrazia non più di sangue, come nell'antico mondo feudale, ma di spirito), scorrono all'interno di questa immensa e suggestiva galleria in cui è ritratta, dall'antichità all'alto Medio Evo, dall'Italia alla Francia, alle Fiandre e all'Inghilterra fino al lontano Oriente, l'umanità.

Nel Dossier, in una lettura critica, Paolo Di Paolo, mette la novella della IV giornata Dopo la felicità in relazione con altre appartenenti alla stessa giornata, per attuare poi una riflessione sul ruolo della donna nell'opera di Boccaccio.

© Copyright 2000 italialibri.net, Milano - Vietata la riproduzione, anche parziale, senza consenso di italialibri.net





Novità in libreria...


AUTORI A-Z
A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
X
Y
Z

OPERE A-Z
A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
X
Y
Z



Per consultare i più recenti commenti inviati dai lettori
o inviarne di nuovi sulla figura e sull'opera di
Giovanni Boccaccio

|
|
|
|
|
|
|
I quesiti
dei lettori




IN ALTO

I commenti dei lettori


I nuovi commenti dei lettori vengono ora visualizzati in una nuova pagina!!

Alessandro Aiardi, Ancona, 14/07/'04

Ho letto il Decameron per intero quest'anno, nel quale ne ho compiuti 55. La lettura dell'opera suscita un'attrattiva inarrivabile, in quanto essa è magicamente dotata di un alto potere di seduzione. Quanto alla mia precedente lettura, scolastica, di alcune novelle selezionate, per non dire censurate, del Decameron, praticamente non ricordavo niente, o forse poco avevo trattenuto o capito. Il che vuol dire che, pur avendo studiato al classico quando vi si insegnava e vi si studiava davvero, che in effetti la lettura di un'opera così complessa e sottile insieme fatta sull'adolescenza serve sostanzialnmente a un bel nulla.


Matteo Bianchi (lucioli@inwind.it), Como, 15/05/03

A volte davanti a un opera grandiosa come il decamerone si puo veranente rimanere a bocca aperta come se fosse passata davanti ai tuoi occhi la donna piu bella che sia mai esistita


Olga (bellaphoenix@libero.it), Madrid (Spagna), 02/04/03

Ciao mi kiamo Olga,sono straniera (de Madrid) e frequento una diramazione del magistrale,ovvero scienze sociali!Domani ho un compito molto importante.."saggio sul decameron.." Non sono molto entusiasta di questo compito,ma neanche scocciata di farlo..penso ke la letteratura con il tempo stia perdendo il suo valore..aiutiamola a nn farla sparire nel corso del tempo, anke per quanto riguarda questi grandi scrittori..un beso a toda la gente que lee..olga


Angelika, Teramo, 23/03/03

Cara la mia Roberta, vorrei proprio risponderti. Proprio ora sto studiando il Boccaccio e il suo Decameron per un'interrogazione che avrò tra 3 o 4 giorni. Ho 15 anni e frequento il liceo artistico,classe 2a. posso essere anche parte di quegli "studenti abituati a leggere sms" ma non puoi proprio immaginare, quanto sia bello e gasante, alla mia età, scoprire di capire, saper analizzare e saper percepire il messaggio umano di testi letterali come quelli del Decameron del Boccaccio. Per questo io credo che sia assolutamente giusto cercare di abituare ragazzi della mia età a cercare di suscitare in loro la bellezza dell'apprendere. la nostra popolazione giovanile non è solo abituata a leggere sms,ma siamo tutti pieni di idee e non siamo una generazione vuota anche se massimi esponenti del contrario di ciò che ho scritto ci sono. Ma questo non vuol dire che siamo tutti così. un saluto a tutti...PeAcE, Angelika.


Valerio Gugliotta, Rosolini, 17/03/03

Queste sono opere ke la società di oggi non capirà mai, perchè troppo ignorante rispetto a quelle passete. dobbiamo cambiare, acculturarci e studiare. La scuola pubblica è molto importante a questo scopo, non uccidiamola!


Roberta (teah77@hotmail.com), 13/02/2003

Vero, non 6 giusto che facciano studiare nella scuola media superiore i classici del '300. Sono un qualcosa di sacro, maestoso e costituiscono le fondamenta della nostra cultura, a cui un adolescente abituato a leggere "sms" non può essere interessato! Mi ritrovo a rileggere il Boccaccio a 25 anni e ha ritrovarmi completamente immersa nella genialità del suo scrivere. Provo un dispiacere immenso a pensare a quanti studenti alle superiori non riescano ad apprezzarlo, ancor più provo pena per tutti quegl'insegnanti che non riescono a suscitare nei loro studenti l'entusiasmo dell'apprendere. Forse aiuterebbe spiegare loro che la letteratura non è altro che espressione di quelle pulsioni umane che non hanno tempo. In fondo che differenza c'è tra la disgregazione sociale e la corruzione dell'Italia nel 1348 e ciò di cui siamo testimoni oggi? Forse anche noi abbiamo a volte il desiderio di scappare dalla realtà e ricrearci uno spazio, come la brigata del Boccaccio, dove respirare un po' d'aria fresca e dilettarsi tra storie che esaltano l'intelligenza e la saggezza che l'uomo moderno tra questi venti di guerra sembra aver perso.


Simone B (bonti2002@freesurf.ch), Svizzera, 11/11/2002

Il Boccaccio mi é sempre piaciuto, specialmente lo stile usato nel Decameron. Lo scritto in volgare é qualcosa che ha cambiato la letteratura italiana e il Boccaccio ne é il maestro!!! Peccato però che a noi studenti ce la menano sempre. Scoprire una grande opera da soli é sicuramente più entusiasmante... forse tra 10anni, chi non amava la letteratura del '300, la vorrà scoprire(?).Dire altro sarebbe troppo....


Simonetta Spinazzola, (simo@hotmail.it), Decimo Mannu, Cagliari, 27.05.2002

Secondo me non è giusto che ce lo facciano studiare a scuola. Che interesse puo avere un ragazzo di 18 anni a leggere e a cercare di capire il modo in cui si esprime?


Maya Minaeva (minaeva@rusimport.ru) Mosca, Russia, 3.10.2001

Queste opere non mi sono piaciute. La lingua é veramente bella, ma i sogetti sono fabulosi. La genta si idealizza quando il tempo é assai difficile. L'umore é volgare. Il valore principale é la lingue e l'arte d'attore.


Angela Tizio (angel83@inwind.it) Salerno, 22.03.2001

Devo ammettere che,anche se l'ho dovuto leggere per forza come testo scolastico,non sono rimasta affatto delusa dall'ironia con cui Boccaccio scrive le sue novelle.Alcune mi hanno perfino fatto ridere!


Stefano Bozza (sbozza@libero.it), 25.02.2001

Il Boccaccio esalta il ruolo della donna,mostrandola (forse in una veste insolita per il passato) come dominatrice di molte situazioni. Interessante è inoltre il tema erotico, in alcuni casi privo di censure che il Boccaccio sembra trattare con molta libertà.




http://www.italialibri.net - email: - Ultima revisione Gio, 20 lug 2006

Autori | Opere | Narrativa | Poesia | Saggi | Arte | Interviste | Rivista | Dossier | Contributi | Pubblicità | Legale-©-Privacy