el 1623 tutto lascia sperare in una maggiore apertura della Chiesa verso la nuova scienza. Sale sul soglio pontificio, con il nome di papa Urbano VIII, il cardinale Maffeo Barberini, estimatore della «virtù ond'era ornato il signor Galileo» fin dai tempi del trionfale viaggio a Roma, quando, in una solenne adunanza accademica, i gesuiti del Collegio Romano avevano, pieni d'ammirazione, approvato le scoperte celesti dello scienziato. In quello stesso anno, inoltre, grande è il successo conseguito da
Il Saggiatore, unopera polemica dedicata proprio a quel vecchio amico divenuto pontefice.
Non solo, ma in questo capolavoro tanto a lungo meditato, il primo grande scienziato moderno si rivela anche fondatore di una nuova prosa scientifica, di grande e sapiente rigore letterario. La prosa galileiana, infatti, con la sua vena ariostesca, con il suo linguaggio preciso, puntuale, nitido e concreto, con la sua salda e ampia struttura argomentativa, si fa specchio dell'atteggiamento dello scienziato dinanzi alla realtà.
Non può non incidere e non trovare una funzionale rispondenza sul piano linguistico e letterario, il suo metodo scientifico empiristico e sperimentale, che, scagliandosi contro il dogmatismo dei retrivi filosofi in libris seguaci d'Aristotele, si configura non più come conservazione e commento di un sapere ereditario, bensì come ricerca, ipotesi e verifica, come scoperta, innovazione e progresso.
La Luna vista dalla Terra. Immagine dinamica della corrente fase lunare. Per gentile concessione di Earth and Moon Viewer (CH)
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Storicamente importanti e straordinariamente innovative risultano pertanto le operazioni compiute nel
Dialogo dei Massimi sistemi. Innanzi tutto, Galileo ritiene che l'Italia, dopo aver fondato la res publica litterarum dell'Europa umanistica, possa ora farsi guida e modello di una res publica scientiarum europea. Quindi, spinto dall'«oramai assoluta insofferenza delle usanze universitarie», elegge come nuova lingua scientifica europea, al posto del latino, la lingua italiana. Inoltre scegliendo il volgare (letterario-bembesco), ed esaltando il valore conoscitivo e comunicativo del linguaggio, intende allargare la cerchia dei lettori, ed includervi i tecnici, i mercanti, gli imprenditori, gli uomini politici e i marinai: insomma i "meccanici", di ingegno libero ed aperto, così tanto disprezzati dai letterati umanisti.
Poi, viene abbandonata la forma tradizionale del trattato di impianto sistematico, e scegliendo la forma del dialogo, si dà vita ad una vera e propria - a dirla con Tommaso Campanella - vivacissima «comedia filosofica», in cui la tesi copernicana, se da un lato, per sfuggire ai sospetti dell'Inquisizione, appare cautamente velarsi e dissimularsi. Dall'altro lato, di contro, sembra rivelarsi e scoprirsi proprio nell'ironia generata dal confronto e dallo scontro tra i tre interlocutori: tra la salda e razionale coscienza scientifica di Sagredo e Salviati - sostenitori del sistema copernicano - e l'ingenuità, «l'instabilità e l'ostinazione» del comico personaggio di Simplicio, «filosofo peripatetico, al quale pareva che niuna cosa ostasse maggiormente per l'intelligenza del vero, che la fama acquistata nell'interpretazioni Aristoteliche».
Ma fatalmente sono proprio le qualità artistiche del Dialogo, l'ironia, la sottile e attenta caratterizzazione umana ed intellettuale dei personaggi, a rivelare, in modo non equivoco, ai contemporanei la portata rivoluzionaria dell'opera, e ad avviare così il suo autore ad un drammatico destino. Per l'appunto, proprio nel ritratto di Simplicio, così audacemente attaccato nelle sue rassicuranti certezze, si riconoscerà il papa Urbano VIII. Quindi il Dialogo dei Massimi sistemi verrà sequestrato, il suo autore verrà processato e costretto ad abiurare, la scienza italiana si chiuderà in ambiti appartati e specialistici, ed i grandi progressi della nuova scienza finiranno per imporsi soprattutto fuori d'Italia.
Anche oggi il Dialogo continua a parlare agli uomini che guardano in alto, con un linguaggio semplice e di una straordinaria purezza, costruendo progressivamente attraverso il dialogo dei protagonisti larchitettura delluniverso, su cui si modella il cielo delluomo moderno.
Milano, 10 aprile 2000
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