ltimo romanzo della trilogia vigentina, Lucio Mastronardi terminò la prima stesura de Il meridionale di Vigevano nel 1963, anno nel quale "il maestro di Vigevano" venne trasferito ad Abbiategrasso, dove fu assegnato a mansioni di segreteria, dopo essere dispensato dallinsegnamento.
Questa volta il protagonista dell'epopea degli eroi grigi e sconfitti della gretta provincia italiana negli anni del boom economico è un impiegato delle imposte. Uomo piccolo in tutti sensi, più temuto che rispettato per la sua posizione, per il suo posto, vive in una triste pensione. Il dramma borghese di questo modesto impiegato è quello di essere un meridionale immigrato. E le sue avventure narrano appunto dello scontro continuo, grottesco più che violento, tra una città piena di pregiudizi nei confronti dei terroni, sporchi e sfaticati, e la popolosa colonia di immigrati saliti al Nord, attirati dallo sviluppo economico, ovvero fuggiti dalle miserie del Mezzogiorno dItalia. Lo scenario è ancora una volta quello della nebbiosa Vigevano, mentre le vicende sono quelle delle valigie di cartone. Un tema, dunque, centrale nella letteratura ed anche nella cinematografia italiana degli anni 60-70. La cifra narrativa di Mastronardi, tuttavia, non è neo-realistica, né il tono pietistico o solidaristico. Entro un impianto verista in superficie, nel quale la lingua è più importante dellintreccio, Mastronardi costruisce ancora una volta un poemetto grottesco e surreale. Soltanto talvolta, forse per effetto inconsapevole, irrompe un qualche accento di critica sociale, derivante più da qualche fondale della memoria Mastronardi stesso era figlio di immigrati abruzzesi che da una precisa scelta letteraria.
Il libro fu pubblicato ancora una volta dallEinaudi, per la collana dei Coralli, nel gennaio del 1964. La casa editrice preparò per questo nuovo romanzo di Mastronardi un grande lancio. Tali grandi aspettative commerciali derivavano dal successo e dal rumore seguito a Il maestro di Vigevano, tanto dal libro, quanto dal film. Un anno prima, infatti, erano iniziate, con tutte le polemiche conseguenti, le riprese del film di Pietro Germi, con Alberto Sordi.
I risultati del Meridionale, invece, furono molto al di sotto delle aspettative. Scarso il successo, niente polemiche e neanche 50.000 copie vendute.
A cura della Redazione Virtuale
Milano, 28 novembre 2004
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