Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello
Einaudi, 1972
Collezione di teatro
pp. 63 - Euro 8,50
atale in casa Cupiello nasce nel 1931 come atto unico in cui si racconta sostanzialmente di un pranzo natalizio turbato dal dramma della gelosia. Nel giro di appena un anno è già un dramma famoso ma Eduardo De Filippo vuole far conoscere meglio i suoi personaggi e, anzichè allungare la storia, la fa cominciare due giorni prima aggiungendo un atto, che diventerà il primo, nel quale si racconta, in forma di riuscitissima farsa familiare, il risveglio di Luca nella fredda mattina del ventitré dicembre. Dopo due anni Eduardo aggiunge la terza parte conclusiva scrivendo il terzo ed ultimo atto contro il parere di Peppino che lo riteneva inutile perchè troppo scontato. A questo punto Natale in casa Cupiello ha finalmente la forma che tutti conosciamo e che portò Eduardo stesso a definirlo «un parto trigemino con una gravidanza durata quattro anni».
Atto I. La scena si apre con la canzone dei Re Magi, elemento cardine di tutta la rappresentazione che fa da collante per tutti e tre gli atti. Sono le nove del mattino e Concetta, appena sveglia, invita il marito Luca ad iniziare la giornata e a prendere il caffè. Lucariello si tira su dal letto con il volto comicamente avvolto in panni e maglie di lana usati come rimedio contro le rigide temperature dei giorni natalizi; il ritmo è lento come lenti sono i movimenti del coniuge appena sveglio che rassegnato accetta di iniziare una nuova giornata nonostante la brevità della nottata appena trascorsa.
Concetta è infastidita dalle insistenze di quel marito dal fare bambinesco, che cerca di coinvolgerla in una conversazione che a lei sembra inutile poichè la si accusa di non essere capace di preparare il caffè. «Questo Natale si è presentato come comanda Iddio» esclama Luca Cupiello riferendosi allatmosfera Natalizia che, in famiglia, pare essere lunico a sentire e ad apprezzare e che lo porta ad avere un attaccamento viscerale per la sua creazione: il presepe che sta costruendo artigianalmente «per far rimanere tutti a bocca aperta». Lentusiasmo negli occhi dellanziano Luca si pone da subito in contrapposizione con la rassegnatezza vigile della moglie Concetta, madre di famiglia, premurosa e matura, sembra aver perso linnocente gioia natalizia e, suo malgrado accetta di sacrificare un pò del suo tempo per sciogliere la colla per il presepe di Lucariello.
Ma Luca Cupiello sa essere anche un genitore affettuoso ed al tempo stesso autoritario nel momento in cui, ricordando della sua devozione verso il padre ormani defunto, invita il figlio Tommasino (Nennillo) a svegliarsi. Il figlioccio mammone vuole che gli venga servita la zuppa di latte a letto contro lopinione del padre che intende solleciatare quel figlio un pò farfallone affinche si cerchi un lavoro.
Irrompe sulla scena Pasqualino, fratello di Lucariello ed abitante anchesso dellumile casa Cupiello; con fare inquisitorio interroga Concetta riguardo alla misteriosa sparizione delle sue scarpe ma la ricerca risulta essere vana: Nennillo le ha vendute durante la settimana appena trascorsa quando lo zio era influenzato, e con esse ha venduto anche cappotto e bretelle. Luca, indignato con suo figlio invita il fratello a cercarsi una sistemazione altrove ed addossa a Concetta le responsabilità riguardo allimmaturità del figlio Tommasino il quale si giustifica dicendo di aver creduto che lo zio stesse per morire.
Pasqualino esce di scena lamentando linaffidabilità dei parenti mentre Lucariello, indaffarato con il presepe, cerca di rabbonire il figlio promettendogli un vestito sartoriale, una cravatta e due camicie dopo Natale. Poi cerca di coinvolgerlo nella propria attività descrivendogli il presepe, ma alla reiterata domanda: «te piace o presepe?» Nennillo risponderà ostinatamente di no. Torna sulla scena Concetta con in mano la zuppa di latte per il figlio e pronta per andare al mercato a fare la spesa, ma si apre una discussione sulle responsabilità riguardo allinadeguatezza del comportamento di Nennillo il quale, offeso, minaccia di andare via di casa cercando astutamente di farsi compatire dalla madre e poi fugge via portando con se le 5£ che dovevano servire a Luca per i pastori del suo presepe.
Improvvisamnete irrompe in scena Ninuccia, primogenita della famiglia Cupiello, la quale, profondamente adirata, ignora le domande del padre sui motivi del suo nervosismo; Luca capisce che Ninuccia ha appena bisticciato con il marito Nicolino e tenta inutilmente di convincerla di quanto il suo sia un matrimonio felice. Concetta e Ninuccia iniziano a confabulare e vani sono i tentativi di Luca di comprendere quale sia loggetto della conversazione delle due donne, così rinuncia al suo intento e va in cucina a sciogliere la colla per il presepe.
Ninuccia, rimasta sola con la madre, tira fuori una lettera per il marito in cui intende confessargli il suo amore per Vittorio; Concetta disperata tenta di farla desistere dallintento di consegnare la lettera a Nicola, marito affettuoso, premuroso e «di professione commerciante» ma Ninuccia alle parole della madre reagisce duramente ed in preda ad un accesso di rabbia rompe il presepe che il padre stava costruendo con tanta cura.
Luca, di ritorno dalla cucina, trova il suo presepe in pezzi ed incolpa Concetta la quale minaccia di volersi gettare dalla finestra per porre fine alla vita di stenti e di fatiche che non le vengono riconosciute ma tra le grida Concetta ha un malore e sviene. Luca preoccupato si affretta a soccorrere sua moglie facendo venir fuori il suo carattere ingenuo e bonario di eterno bambinone: se Concetta morisse, morirebbe anche lui dice alla presenza del fratello Psqualino. Suonano alla porta e Luca va ad aprire; Concetta, ripresasi dal malore e rimasta sola con sua figlia Ninuccia, cerca di farle promettere che farà pace con Nicola mentre si scopre che era stato proprio lui a suonare alla porta.
I tentativi dei Cupiello di riappacificare i coniugi vanno a buon fine e stanno per tornare a casa insieme con con le raccomandazioni di Luca per Nicolino ad avere pazienza con quellla sua figlia irrequieta e del genero al suocero perchè in fondo lui a Ninuccia vuole bene davvero. Il dramma familiare sembra essersi risolto per il meglio quando Luca trova a terra la lettera che Ninuccia aveva scritto per suo marito Nicolino e richiama a se il genero per consegnargliela, ignaro di tutto e convinto che fosse caduta dalla tasca di Nicolino stesso.
La scena conclusiva di questo primo atto vede Lucariello di nuovo impegnato nella preparazione del presepe e suo figlio Tommasino che gioca sul letto.
Atto II. Il secondo atto è tutto ambientato in cucina dove Concetta si sfoga con un amico di famiglia lamentandosi dellimmaturità di quel marito che, dopo venticinque anni di matrimonio pensa solo a fare il presepe! Irrompe Pasqualino adirato per la sparizione di cinque lire ed intenzionato a smascherare il delinquente che gliele ha sottratte: prima di essere riposta, la banconota era stata contrassegnata con una croce. Torna a casa Tommasino portando con se Vittorio, alla vista dei due lo zio Pasqualino rimprovera Tommasino e gli attribuisce la sparizione del denaro. Nennillo, che si sente umiliato si fa consolare dalla mamma e mentre questultima lo stringe a se lui fruga nelle sue tasche alla ricerca di altri soldi («il pianto dello sciacallo»). Concetta a questo punto cerca di convincere il cognato e il figlio a proseguire la ricerca della banconota nella stanza di Pasqualino e non appena i due si allontanano, Vittorio, preoccupato le chiede se non sia stata una cattiva idea quella di salire in casa. Concetta lo prega di andare via al più presto perchè Nicolino sta per arrivare insieme a Ninuccia per il pranzo di Natale e sa tutto riguardo alladulterio: suo marito per sbaglio gli ha consegnato una lettera in cui Ninuccia intendeva rivelargli lesistenza di Vittorio. Questultimo, sorpreso da queste parole confessa di essere realmente innamorato di Ninuccia nonostante Concetta cerchi di dissuaderlo dallidea di proseguire la loro storia e Vittorio promette di andare via da quella casa al più presto, ma non prima di aver rivelato alla madre della sua amante quando grande sia la sofferenza che ambedue gli innamorati stanno tollerando e cerca di insistere sul mancato amore di Ninuccia per suo marito; ma Concetta insiste: Ninuccia ama Nicola.
Improvvisamente torna a casa Lucariello e trova in sala da pranzo Vittorio; Concetta gli mente dicendogli che è un amico di Tommasino e Luca, felice del fatto che il figlio frequenti gente tanto distinta, inizia a parlargli con il suo solito entusiamo infantile del suo bellissimo presepe e dei nuovi Re Magi appena acquistati ma Vittorio non mostra particolare interesse e Luca se ne dispiace. Continuando a parlare e avendo capito che sarebbe stato meglio cambiare argomento, Luca inizia a parlare pieno di orgoglio della figlia Ninuccia e di quanto sia stata fortunata nellaver sposato un così buon partito come Nicola, fabbricante di bottoni, prosegue dicendogli qualto bella sia la loro casa e di che vista sul mare magnifica si goda da lì. Poi rivolto a Concetta chiede di Tommasino, impegnato nella ricerca del denaro dello zio Pasqualino e, richiamando il figlio a se, gli fruga nelle tasche dove trova le cinque lire... ma Lucariello è un padre affettuoso e comprensivo e offre a suo figlio la possibilità di riscattare quella banconota ponendogli per lennesima volta la domanda:te piace o presepe? ma la risposta di Tommasino non cambia e le cinque lire tornano nelle mani dello zio. Pasqualino, orgoglioso della sua vittoria sul nipote mostra a Lucariello il segno distintivo con cui aveva segnato la banconota al fine di smascherare il mariuolo ma... quello è il segno che Lucariello stesso aveva apposto sul denaro per tentare di smascherare il furfante che trafugava il suo denaro!
Lattenzione viene posta di nuovo su Vittorio al quale Luca rivolge linvito insistente a partecipare al loro pranzo di Natale e, nonostante Concetta tenti disperatamente di fare desistere Lucariello da questo intento, Vittorio è costretto ad accettare. Arrivano Ninuccia e Nicola, i saluti e gli auguri tra i commensali si svolgono in un clima freddo e, nel momento in cui Luca presenta Vittorio a Nicola , questultimo e agghiacciato e si rivolge alla moglie con fare inquisitorio credendo che lei sappia cosa sta accadendo.Luca e suo fratello Pasqualino si accorgono finalmente di quanto sia tesa latmosfera tra i due contendenti ma, ignari dellaccaduto, non riescono a capirne il motivo; nel frattempo la tensione sale e intanto Nicola e Vittorio si promettono un regolamento di conti. Per stemperare latmosfera Lucariello porta in sala da pranzo i suoi nuovi Re magi, forse per ricordare a tutti che in fondo è Natale e che il pranzo a cui si accingono a partecipare dovrebbe essere dominato da quellalone di magia , gioia e serenità che continua ad essere il solo a percepire. E ancora Nicolino continua ad essere molto adirato e Luca, ancora ignaro di quanto sta accadendo, crede di poter attribuire lira del genero agli usuali litigi tra lui e sua figlia Ninuccia. Luca continua a parlare nellaria gelida che si respira nella sala da pranzo e cerca di spostare lattenzione sul figlio Tommasino che si appresta a leggere la tradizionale letterina natalizia dedicata alla madre e lo convince a leggerla a tutti ora che la madre è indaffarata nei preparaticvi per il pranzo. Ma anche la letterina Natalizia diventa un ulteriore motivo di discordia: Tommasino omette lo zio Pasqualino dalla nota sulla salute dei parenti più cari e questultimo, offeso, cerca lappoggio del fratello; Lucariello seppur controvoglia, riesce comunque a far inserire Pasqualino tra i parenti a cui si raccomanda un futuro in salute.
Luca in fondo è ancora convinto del fatto che la sua sia una famiglia unita, a testimonianza di ciò cè il fatto che, come ogni anno, nonostante la condizione economica disagiata, non si lascia sfuggire loccasione di omaggiare la sua cara moglie con un dono natalizio: questanno è la volta dellombrello. Per rendere il momento dei doni ancora più magico e natalizio ed ancora più lieto per sua moglie decide di coinvolgere anche suo figlio Tommasino e suo fratello Pasqualino nella piccola sceneggiata della consegna dei regali: insieme faranno finta di essere i Re Magi, entreranno cantandone la canzone e consegneranno ognuno il suo dono a donna Concetta. E quando sembra che lequilibrio stia per essere ristabilito e che il pranzo natalizio stia per essere servito un forte trambusto proveniente dalla cucina attira lattenzione della comitiva: il capitone è scappato e Concetta nel tentativo di recuperarlo batte la testa. Neppure il capitone, simbolo del pranzo natalizio campano, riesce ad accettare il suo crudelle destino e a sacrificare la propria vita per quel pranzo che pare essere totalmente privo dellatmosfera tipica del Natale; vana sarà la caccia al capitone in cui tutti saranno coinvolti, lanimale scappa giù dalla finestra ed inutile si rivelerà ogni tentativo di recuperarlo, vana sarà pure lultima speranza di riuscire a dare a questa giornata un aspetto seppur lontanamente natalizio.
Vittorio e Ninuccia sono ora soli nella sala da pranzo e si lasciano travolgere da un bacio appassionato mentre Nicolino, di ritorno dopo essere andato a lavarsi le mani con tutti gli altri, li vede e va su tutte le furie; aggredisce Concetta dicendole che è una ruffiana poichè difende i due amanti alle sue spalle e rivolto a Vittorio, in una scena dal sapore daltri tempi, lo invita a scendere in strada per duellare con lui. Concetta in preda alla disperazione si getta a piangere sulla sedia mentre i due contendenti corrono in strada per affrontarsi.
Atto III. Una folla di parenti, amici e vicini si ammassa in casa Cupiello ed intorno al letto di Lucariello; lunico rumore di sottofondo è il chiacchiericcio delle comari che cercano di dare conforto a Concetta. Ma la donna è inconsolabile: il braccio bloccato, la lingua rivolta allindietro e lincapacità di riconoscere anche i familiari più prossimi sono per lei segni inequivocabili della morte imminente del marito. Ma il dolore vero e profondo è sicuramente dei parenti più stretti di Luca, per tutti gli altri coinvolti nella scena, di doloroso cè solo la sopportazione dellattesa e può essere tollerata meglio con laiuto di qualche battuta divertente e con qualche risata a denti stretti.
Ninuccia continua ad essere sconvolta per quanto accaduto al padre, di qui la madre la accusa di essere responsabile; qualche carezza al padre che ora, finalmente sì, è davvero poco più che un bambino, pare sollevarle un poco la coscienza. Ma in fondo la responsabilità dellaccaduto è un po di tutti, anche Concetta ha le sue colpe poichè ha tenuto il marito alloscuro di quanto stava accadendo e lincontro-scontro improvviso con la realtà gli è stato fatale; lei stessa si sfoga con le comari rivelando questa verità e aggiungendo i dettagli della vita sentimentale della figlia che si è fatta lasciare dal marito per amore di unaltro uomo: Nicolino è andato a vivere a casa di alcuni parenti a Roma e di Ninuccia non ne vuole più sapere.
Dal letto Luca chiama Nicolino e Concetta risponde che sta per arrivare. Larrivo del dottore segna linizio di una scena dai caratteri ancor più marcatamente corali: tutti si affollano intorno al letto di Luca dove il dottore è pronto a visitarlo: sotto le braccia tiene le scarpe per timore che il figlio possa venderle come è già accaduto durante la malattia del fratello Pasqualino. Il dottore dice che la situazione del paziente è migliorata e alla domanda di Concetta sulla sua felicità per quella diagnosi positiva Luca non risponde. Concetta lo invita di nuovo a parlare raccontando ad una delle comari il divertente episodio della minestra di faglioli e lui con ancor più marcato fare bambinesco racconta il divertente aneddoto mentre il dottore dichiara di voler andare via. Ad accompagnare il dottore alluscita sono Ninuccia e lo zio Pasqualino che finalmete chiedono informazioni sulla condizione del paziente, ma il professionista non da speranza alcuna: Luca è spacciato, la sua morte è ormai vicina pertanto ulteriori visite e diagnosi risulterebbero essere totalmente inutili e dallindomani casa Cupiello non sarà confortata neanche più dalla preseza del dottore (in realtà figura fredda cinica e distaccata).
Dalla porta della stanza entra Vittorio che vorrebbe poter baciare la mano di Luca poichè si ritiene responsabile di quanto accaduto e, nonostante Concetta tenti di scacciarlo, il giovane non desiste dal suo intento e si avvicina al letto del malato. Alla sua vista Luca crede di avere di fronte il suo genero Nicolino ed è felice, chiama a se la figlia Ninuccia ed unisce le mani dei due amanti ma nel frattempo arriva il vero Nicolino ulteriormente sconvolto nellassistere ad una scena simile: Luca si raccomanda con sua figlia e con il presunto genero affinchè facciano pace e non facciano più soffrire sua moglie Concetta.
Le note di una melodia conosciuta penetrano nella stanza attraverso la finestra; di nuovo la canzone dei re Magi riporta la nostra attenzione sul volto natalizio della rappresentazione: Tommasino si avvicina al letto di suo padre il quale torna a porre la domanda:te piace o presepe? e, sorpresa, stavolta Nennillo risponde timidamente si.
La scena finale offre una visione dinsieme di questo singolare presepe familiare tinto da note di folclore campano che sembrano racchiudere unitamente i sentimenti di ognuno dei membri della famiglia Cupiello, ma in particolare di Luca Cupiello, quel grande bambino «che considerava il mondo come un grande giocattolo... quando ha capito che con questo giocattolo si doveva scherzare non più da bambino ma da uomo... non ha potuto. Luomo in Luca Cupiello non ce ed il bambino aveva vissuto già troppo.»
Ma a chi si ispirò Eduardo per dipingere le personalità dei Cupiello in maniera tanto netta e significativa?ed in particolare dove attinse gli elementi che confluirono nella candida figura del vecchio-bambino immerso nelle sue fantasie e nel suo amore per il presepe (i Borboni ne costruivano di bellissimi)?.
Probabilmente in Natale in casa Cupiello, come pure in altre opere del teatro di Eduardo non è difficile rintracciare elementi autobiografici, spesso addirittura risalenti allinfanzia dellattore-drammaturgo. Questo è probabilmente il caso dei coniugi Cupiello in cui ci pare di riscontrare elementi che rimandano fortemente alle due figure dei nonni materni di Eduardo,anche la scelta dei nomi, Concetta e Luca, ne è un significativo indizio. A conferma di questa tesi vi sono inoltre i connotati psicologici e le abitudini casalinghe dei due nonni descritte da Peppino nella sua Autobiografia che sembrano combaciare perfettamente con il carattere fanciullesco del capofamiglia Cupiello innamorato del Natale.
Ed il finale sorprendente e niente affatto scontato (come invece riteneva Peppino) non è forse un rovesciamento che rende anche Luca Cupiello colpevole? Reo della sua stessa incoscienza e incapace di definire e comprendere la precarietà della situazione in cui si trova; ma ugualmente incosciente dei propri problemi è il popolo di cui il presepe pare essere il simbolo.
Milano,25 maggio 2005
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