Fausta Cialente, Marianna
Fausta Cialente Interno con figure
Studio Tesi, 1991
L'anello d'oro, 298 p.
Euro 12,91
Il Realismo magico di Bontempelli nella rievocazione della provincia italiana
l primo romanzo di Fausta Cialente, Natalìa, scritto ad Alessandria dEgitto nel 27 e pubblicato due anni dopo in Italia dalla Casa Editrice Sapienza, non può non venire considerato un vero e proprio caso letterario, allinterno della sua produzione narrativa: dopo avere ottenuto infatti un lusinghiero successo, quando ancora manoscritto aveva vinto il Premio dei Dieci, allora presenziato da Massimo Bontempelli, fu ben presto costretto a subire gli emendamenti della censura fascista, a causa dellaccenno ad unamicizia femminile, forse un pochino più spinta del dovuto - nonostante fosse stata tratteggiata con mano molto leggera dallautrice - che tende di fatto a metterne in luce le cosiddette affinità elettive senza indulgere di contro sui risvolti morbosi, cui una simile vicenda avrebbe potuto dare luogo.
Ma il caso letterario non si esaurisce qui: con Natalia infatti, quasi per una felice intuizione, la Cialente anticipa di decenni una problematica, quella femminista, che se per certi aspetti costituisce la caratteristica saliente della sua produzione letteraria più matura, rappresentava qualcosa di inedito per non dire di sorprendente - per lepoca, in cui vedeva la luce!
E indubbio che specie allestero non mancano, già a quellepoca, illustri precedenti letterari :si pensi a questo proposito al vissuto, non certo conformista, di Colette o di Marguerite Yourcenar in Francia oppure a quello di Virginia Woolf e di Vita Sackville -West in Inghilterra, per citare solo i casi più noti; del resto, già agli inizi del Novecento, non mancano in Italia sollecitazioni ed esempi, vuoi di taglio estetizzante di matrice dannunziana come la torinese Amalia Guglielminetti , vuoi come la più complessa ed irrequieta Sibilla Aleramo pseudonimo di Rina Faccio lautrice del romanzo Una donna (1) del 1906, la più inquietante denuncia contro listituzione familiare, che fosse mai stata scritta a quei tempi, forse ancor più dellibseniana Casa di bambola.
Certo che questo amore fra due giovani donne ladolescente Natalìa e la già adulta Silvia, che presto diviene loggetto dei desideri della protagonista così poco in sintonìa con lItalietta piccolo-borghese di quellepoca, rappresenta uneccezione anche in rapporto alle abituali tematiche cialentiane: specie se messa a confronto con certe figurine di donne rassegnate e meste quasi una gallerìa di mirabili cammei disegnati dallautrice con grazia affettuosa e con simpatìa che trascendendo quei contorni di stampo provinciale e bozzettistico dellambiente, quasi crepuscolare, in cui si muovono costituiscono forse la caratteristica saliente della raccolta, pubblicata nel volumetto dal titolo Le comete (2) e ripresa successivamente col titolo Interno con figure (3), da uno dei racconti, che la compongono.
Unitamente al tema dei ritratti femminili, la Cialente ci propone quello degli enfants terribles. Si tratta però come lautrice tiene a precisare - di mettere in scena dei bambini «completamente fuori dalla realtà» (4); come lei stessa se li immagina e come vorrebbe che siano: ribelli alle costrizioni ed alle ipocrisìe degli adulti.
A tali asserzioni della Cialente, non è affatto estranea lallusione a un certo tipo di realtà, rivissuta attraverso una sorta di finzione, dai risvolti quasi kafkiani, che proprio a cavallo tra gli Anni Venti e Trenta dello scorso secolo aveva avuto corso in Italia attraverso le teorizzazioni del "Realismo magico", proposte da Massimo Bontempelli sulla rivista «Novecento» (5).
A tali suggestioni, insieme al gusto per una certa rappresentazione un po dèmodèe della provincia italiana di quellepoca, si riallaccia anche la lunga novella Marianna, scritta dalla Cialente nel30 (6) ed in cui latmosfera magica di matrice bontempelliana raggiunge i momenti di più alta efficacia rappresentativa.
Si è voluto, a questo proposito, ravvisare da più parti nella scena in cui Marianna la fanciulla dalla condotta irreprensibile, che suscita invidia, perché non potrà mai commettere niente di male e che proprio per questo viene scacciata dalla casa patriarcale dei cugini (!) - molti anni più tardi viene ritrovata con grande sorpresa di questi ultimi nelle vesti di sciantosa in un locale di dubbia fama, una certa rassomiglianza con il celeberrimo episodio di Lola Lola, la ballerina tedesca interpretata da Marlene Dietrich, protagonista de LAngelo Azzurro, il film diretto nel29 da Joseph von Sternberg (7), che proprio in quegli anni aveva furoreggiato in tutte le platee del mondo.
«Una lenta affascinante musica era iniziata in un improvviso silenzio, il sipario celeste sera nuovamente aperto e dentro la nuvola di fumo vedevamo ora una bella donna dallaria provocante» (8)
Del resto simili esempi e suggestioni non erano mancati neppure in Natalia, che - proprio per tale commistione di reminiscenze dannunziane, sia pure contestualmente intrise di quel realismo magico, cui si è già accennato anche al di là della novità assoluta, almeno per quei tempi, della tematica trattata andrebbe necessariamente presa in considerazione giustappunto nellottica dellepoca, in cui è stata ambientata e scritta
«Ora quei piedi snelli e lunghi, stretti nella scarpa di tenero camoscio bigio, le sembravano la radice del bel corpo immobile; la caviglia rotonda modellava una calza lieve come una muffa, e dove cominciava una linea curva cadevano fitte le pieghe della veste (
): un ciuffetto derba spuntava dallorlo e innalzava, salvo, un fiorellino bianco (chissà che avrebbe veduto quel fiore, dentro la campana misteriosa e aperta di quella gonna)» (9)
Se daltra parte si tiene conto della trama del romanzo la fanciulla, che per scontare un peccato a quei tempi ritenuto ignobile finisce con lo sposare, pur non amandolo, un cosiddetto figlioccio di guerra, dando successivamente alla luce una creatura nata morta, quindi fuggendo dal marito e dai familiari, per «ritrovare se stessa», alla volta di una grande città dove trova un impiego presso una ditta - essa rimanda senza dubbio alcuno a quegli interrogativi, che - unitamente alle problematiche sulla discriminazione razziale l autrice sembra porsi nel corso della sua non breve vita artistica: del resto sono rimarchevoli, a questo proposito, limpegno e la partecipazione, con cui tornata in Italia nel 47 la Cialente ha collaborato alla rivista «Noi donne», in cui
«
dovevo far lavorare le scrittrici in modo che le storie finissero con lindipendenza della donna, non con i soliti sdilinquimenti amorosi.» (10)
Riscritto con non poca sorpresa da parte dei suoi lettori e ripubblicato nell82, beninteso senza i pesanti emendamenti, che ne avevano caratterizzato la prima stesura questo romanzo può essere considerato pertanto, e a pieno titolo, un vero e proprio antesignano di quella tematica del femminismo, che - nella sua coerenza di ruoli e di vocazioni lautrice avrà modo di esplicitare nei romanzi, che costituiscono il portato della sua più compiuta maturità sia sul piano artistico che sotto laspetto umano, vale a dire Un inverno freddissimo nonchè il gia citato Le quattro ragazze Wieselberger.
NOTE
(1) Sibilla Aleramo, Una donna, Feltrinelli, Milano, 1977.
(2) Fausta Cialente, Le comete, Feltrinelli, Milano, 62.
(3) La seconda stesura è stata destinata alla raccolta dal titolo Nuovi racconti italiani, curata da Luigi Silori per la Casa Editrice Nuova Accademia, Milano, 63. Successivamente comparve nella raccolta Interno con figure, Editori Riuniti, Roma, 76.
(4) F. Cialente, v. Prefazione a Interno con figure.
(5) v. Giorgio Pullini, Massimo Bontempelli, in Letteratura italiana I contemporanei, Marzorati, Milano, 63, vol.I, p.239, n.1, e pp.256/57 (BIBLIOGRAFìA)
(6) E la novella, con cui lautrice esordisce sulle pagine de «La Fiera letteraria» , fondata e diretta a quellepoca da Umberto Fracchia e con la quale, nel 32, vince il Premio Galante, così chiamato in quanto conferito esclusivamente alle donne.
(7) Tratto dal racconto di Heinrich Mann ( fratello del più celebre Thomas) dal titolo Professor Unrat, è stato oggetto in anni molto più recenti del remake cinematografico Lola Lola da parte di R.Fassbinder
(8) v. Interno
, p.21.
(9) v. Natalia, Mondadori, Milano, 82, p.15.
(10) v. Laura Lilli, O fanciulla dal piede snello, in «La Repubblica», 17.09.82.
Milano, 18 dicembre 2003
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