I commenti dei lettori
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Maria Giovanna Coltello, Comiso (Ragusa), 2/11/'04
Non ho ancora terminato la lettura... e già il film di Sergio invade le sale cinematografiche e... non vederlo, per me, è stato impossibile... Da allora la lettura e l'immaginario, tipico dell'immergersi in un libro così ben scritto, hanno ceduto spazio a ciò che lui ha descritto nel film, bello quasi quanto il libro, da me consigliato e regalato a tante persone, a coloro che CONOSCONO l'amore, l'intensità del viversi l'anima...
Silvia Ferretti, Parma, 28/10/'04
Allora.....basta con questi falsi atteggiamenti da filosofi.....insomma si..è un bel libro,ma non esageriamo..non ditemi che qualche paginetta non l'avete saltata!!! secondo me è una bella storia, ma quando l'autore si mette a parlare a raffica di cose tipo la povertà di Gesù ed altre digressioni di questo genere..allora è meglio chiudere il libro e andarsi a bere un bel caffè anziché continuare a leggere e a far finta di essere interessati. tornassi indietro non lo leggerei...si trovano dei riassunti talmente fatti bene in giro che non ne vale assolutamente la pena. Ah...comunque ..per chi non riesce in nessun modo ad arrivare alla fine... l'assassino è quel vecchio furbacchione di Jorje!!
Luciano Maggiani, Genova, 26/10/'04
Qualche giorno ancora a saremo alla prima settimana di novembre. Quasi come un magico rito, ormai da vent'anni, dedico i primi sette giorni del mese di Novembre alla rilettura di queste meravigliose cinquecento pagine. Un libro che è una parte di me. Grazie Prof. Eco. Saluti a tutti Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.
Chiara Cossu, Nuoro, 22/10/'04
È troopo descrittivo e veramente troppo lungo
Andrea, Montorio al Vomano (Teramo), 19/10/'04
Appena la mia insegnante mi ha detto «leggete "il nome della rosa" in 15 giorni» ho pensato che la nostra fine era vicina!!! Ma mi sbagliavo di grosso!!! E'un capolavoro della letteratura italiana!!! Si noti ad esempio lo scontro ideologico tra due mondi diversi, quello di Guglielmo e quello di Jorge. Oppure l'opposizione tra la Chiesa ricca e povera o i complessi discorsi teologici sulla povertà di Cristo, numerosissimi nel romanzo. E tutto questo senza togliere quell'atmosfera di tensione e di mistero che solo il grande Umberto eco ha saputo trasmettere. Vi consiglio di leggerlo tutto e, sopratutto, non fatevi rivelare il nome dell'assassino!!! Un'ultima curiosità. Forse il titolo del libro si riferisce alla ragazza amata da Adso,paragonata a una rosa della quale egli non ha mai saputo il nome.
Nicola Ferrari, Teramo, 19/10/'04
Si interpreti il romanzo come un'opera letteraria-filosofica che in sé racchiude gli ideali contrastanti di un'epoca lontana come il medioevo.Dalla lettura dell'opera possiamo trarre un significato profondo che oltrepassa i confini della normale lettura.Si noti ad esempio lo scontro ideologico tra i due personaggi del romanzo,Guglielmo da Baskerville e Jorge, oppure la contrapposizione tra il popolo e la vita dell'abbazia.Esiste un solo aggettivo in grado di descrivere la straordinaria bellezza di questo capolavoro.........'na prounk.A voi la deduzione del significato di questo aggettivo.
Eleonora, 13/10/'04
Allora: bellissimo!lo so che è un commento misero,ma questo è quello che mi aspetto da un libro per poterlo collocare nella lista dei preferiti. Non mi metto a dire quello che "combina" Eco con la scrittura...a parte il fatto che è indescrivibile, non vorrei sminuirlo in nessun modo. oltre alla trama del giallo molto interessanti ed emozionaanti(per chi sa apprezzarli) i dibattiti.
Martino Radaelli, Lecco, 8/10/'04
E' un libro completamente fasullo. Dalla prima all'ultima riga, Più fasullo de "Il nome della Rosa" c'è solo "Il codice Da Vinci"
Maria Cristina Bernardini, Portoricana (Livorno), 7/10/'04
Seconde me, che sono un'insegnante di un liceo Classico, questo libro è una vera e propria offesa alla letteratura, Eco non ha il diritto di mettere in ballo il grande Aristotele. E io, in qualità di sacerdotessa della luna devo dire che Aristotele ci dice che il riso non è da condannare, ma è meglio la pasta.
Anna Viglietto, Faenza (Ravenna), 13/09/'04
È stato un libro che mi ha molto appassionato durante la lettura, intrigante e misterioso...con un bellissimo finale a sorpresa.Umberto Eco ha un modo di scrivere molto ricercato e approfondito.Un ottimo libro per la scuola
Antonio Paganelli, Cesena (Fc), 12/09/'04
Il capolavoro, ancora ineguagliato, di Umberto Eco. E', a mio avviso, con "Le memorie di Adriano" della Yourcenar, uno dei due più bei romanzi del 900. Questo libro ha varie chiavi di lettura: ogni lettore troverà la sua. Ci sarà colui che si limiterà alla trama superficiale del giallo e del mistero e colui che scenderà in profondità alla scoperta di un labirinto di sensi nei mondi delle allegorie, della filosofia, della matematica,della religione, della storia... Insomma, un romanzo decisamente denso di contenuti e ricercato nella forma. (Antonio Paganelli).
Paolo Ferri, Perugia, 10/09/'04
IL libro più inutile che abbia mai letto in tutta la mia vita!!!!!
Rick Risi, Londra (U.K.), 6/09/'04
Sono un ex studente del D.A.M.S. nel periodo1991/94 ho seguito qulche lezione di Eco e devo dire che frequentarle e' stato tanto affascinante quanto leggere i suoi libri... da pochi giorni ho finito di leggere questo libro per la terza volta e voglio dire che si merita tutto il successo che ha avuto, inoltre vorrei ringraziare l' autore che ora piu' che mai mi ispira nei miei lavori...
Alberto Ribero, Villarbasse (To), 5/09/'04
Stupendo. Da non perdere.. ognuno ha i suoi gusti ma per questo libro diventa davvero difficile sostenere il contrario. Nemmeno le prime pagine annoiano.. dopo le 20-30 pag. scorre che è un piacere. Non credo però che sia adatto alla lettura di chiunque. Se hai 16 anni non puoi non romperti le palle, all'inizio del libro... beh.. comunque è fantastico! da leggere!
Gianna D'Alessio, Benevento, 24/08/'04
Tutti ripetono sempre gli stessi commenti "è affascinante comico intrigante ..."Il nome della rosa non è u libro è un nuovo modo di guardare alla vita è u ispirazione che ti prende dentro e non ti lascia è un soffio che ti sconvolge dopo la fatica è qualcosa che le parole no spieano ache se è fatto di parole è il racconto di ua nessuna e migliaia di vite è la porta che ti porta a scoprire l'ignoto è la sublimazione di qualunque sensazione umana che sa trasformarsi in un vortice spettacolare ...e alla fine dopo averlo letto ti senti appagato ma anche infinitamente piccolo e isignificante è questa la sua forza...
Giovanni, Somma Lombardo (Va), 22/08/'04
Ho appena terminato di leggere il primo romanzo di Eco... una settimana esatta dalla prima pagina! Per me è quasi un record! Il libro è splendido e grazie alla bravura dello scrittore ho imparato molto sui movimenti religiosi e "pseudo" religiosi del medio evo. il libro è storico, insegna e piace. Come si fa a smettere q1uando si leggono pagine armoniose come quando Adso contempla il portale, oppure come quando ci si trova "spettatori allibiti" di un tipico processo inquisitore, oppure ancora quando Adso si libra spiegando le sue sensazioni ed emozioni per "la ragazza"? Secondo me è impossibile! Leggere le discussioni tra guglielmo e adso, i discorsi sulla povertà, le diverse sfaccettature di un unico enorme gioco (come appariva all'epoca) chiamato religione, condividerne i punti di vista, schierarsi da una parte o dall'altra... splendido! Era da secoli che non avevo un'esperienza letteraria del genere!! E ora sotto col Pendolo, e poi dritto dritto fino alla Misteriosa fiamma!! Ora che ho scoperto Eco non mi fermo +! Bellissimo!
Anonimo, 16/07/'04
Codesto libro è a dir poco monotono e privo di significato logico, pertanto non condivido le idee dello scrittore
Carmine Quaranta, Eboli (Salerno), 15/07/'04
Un grandissimo romanzo,una pietra miliare nella storia della letteratura;a mio parere uno dei piu' grandi romanzi della letteratura universale. Il romanzo racconta gli eventi accaduti in un'abbazia(probabilmente dell'Italia settentrionale),nell'arco di sette giorni. Il Prologo presenta il romanzo come la traduzione,compiuta a sua volta da una traduzione francese del 1842,di un introvabile manoscritto del XIV secolo,opera di un monaco benedettino,don Adso da Melk,il quale racconta,ormai vecchio,importanti vicende della sua vita di novizio,vale a dire,i fatti di cui fu testimone in un'imprecisata abbazia benedettina dell'Italia settentrionale,dove si reco',ancora novizio,alla fine di novembre dell'anno 1327 insieme al maestro Guglielmo di Baskerville,il dotto francescano inglese al cui servizio era stato posto. Guglielmo è impegnato in una difficile missione per ricomporre i contrasti che oppongono,in nome della povertà della Chiesa,i francescani minoriti ai fedeli del papa Giovanni XXII,in un periodo in cui dilagano i movimenti ereticali. Ai piedi della roccia in cui sorge l'abbazia(dove appunto avverranno gli incontri tra le due delegazioni religiose),Guglielmo di Baskerville dà già prova della sua capacità di osservazione:fa ritrovare infatti il cavallo dell'abate-sfuggito ai monaci-limitandosi a decifrare i segni lasciati nella fuga. Nell'abbazia,Adso e Guglielmo visitano i luoghi piu' significativi,e in particolare lo scriptorium(dove vengono copiati e illustrati i manoscritti antichi),e la biblioteca(dalla struttura labirintica,accessibile al solo bibliotecario),e fanno la conoscenza con quelli che saranno i protagonisti delle imminenti vicende:l'abate Abbone,Ubertino da Casale,l'erborista Severino,il bibliotecario Malachia,alcuni giovani traduttori e scribi,il cellario Remigio,addetto alle provviste,il servo Salvatore,e,infine,un vecchio monaco cieco,Jorge da Burgos(ex bibliotecario). Appena giunto all'abbazia,Guglielmo è incaricato dall'abate Abbone di indagare sul presunto omicidio di cui è rimasto vittima il miniatore Adelmo da Otranto,trovato morto in una scarpata ai piedi dell'edificio. Il secondo giorno si apre con un efferato delitto:dall'orcio dove è raccolto il sangue dei maiali spunta un cadavere,presto identificato per quello di Venanzio da Salvemec,"sapiente di cose greche". Guglielmo indaga anche sulla nuova morte e ,interrogando Bencio da Upsala e Berengario da Arundel,viene a sapere delle accese discussioni che si svolgono nello scriptorium a proposito dei libri(e in particolare del secondo libro della Poetica di Aristotele,perduto fin dall'antichità)e dei comportamenti peccaminosi dei monaci. L'attenzione di Guglielmo si rivolge sempre piu' alla biblioteca e alla sua struttura;infatti,egli apprende che la biblioteca dell'abbazia,la piu' grande della cristianità,dove si conservano numerose opere di pagani,maghi,alchimisti,la cui lettura è vietata ai monaci,rappresenta,con le sue regole ferree e le leggende che la circondano,il centro misterioso della vita della comunità:è costruita come un labirinto raggiungibile per accessi nascosti,il cui segreto è conosciuto solo dal bibliotecario,che lo trasmette,ancora in vita,al successore designato. Saputo di un passaggio segreto,Guglielmo vi accede con Adso la notte stessa:entrati nel labirinto i due rischiano pero' di perdersi,attratti da visioni fantastiche. Il terzo giorno si apre con la scomparsa di Berengario.Mentre lo si cerca inutilmente,Adso ha modo di conoscere "il grande fiume ereticale",e,da Ubertino apprende la storia di fra Dolcino,il capo carismatico dell'eresia.Entrato da solo nella biblioteca il novizio ne fugge spaventato,ma per incontrare nella grande cucina dell'abbazia una splendida fanciulla,una ragazza del villaggio,che lo conquista e lo avvia ai piaceri dell'amore. E'Guglielmo a ritirarlo,in piena notte,mentre la fanciulla è scomparsa.Adso conferma il suo peccato,ma gli eventi sovrastano:proprio una sua parola porta Guglielmo a scoprire in una vasca piena d'acqua,il corpo di Berengario. Il quarto giorno è dominato dall'orrore per l'annegato,ma Guglielmo-dopo un attento esame del cadavere-propende,con l'erborista Severino,per un avvelenamento. Le ricerche di Guglielmo,che procedono attraverso colloqui,decifrazioni,sopralluoghi notturni nella biblioteca,sono interrotte e complicate da queste morti,che si susseguono a breve distanza. Mentre si scoprono i legami con gli eretici di Remigio e di Salvatore,arrivano all'abbazia i rappresentanti dei minoriti francescani e del papa. Guglielmo non rinuncia a penetrare nel labirinto,ma ancora una volta il segreto è impenetrabile e,nel buio della notte,Salvatore è sorpreso ad amoreggiare davanti la cucina,con la ragazza amata da Adso,la quale viene subito imprigionata come strega. L'attenzione,nel quinto giorno,sembra essere soprattutto polarizzata dalle due delegazioni e dalle loro dotte disquisizioni sulla povertà di Gesu'e sul potere temporale della Chiesa;ma di nuovo un delitto riporta ogni interesse ai misteri dell'abbazia. Dopo aver parlato a Guglielmo di uno strano libro,Severino viene ritrovato con la testa fracassata.Trovato al suo fianco,il cellario viene accusato dell'assassinio,nonostante la sua protestata innocenza;la giustizia nell'abbazia è ormai amministrata dai legati del papa(l'Inquisizione)e,mentre Ubertino da Casale preferisce la fuga,un sermone di Jorge da Burgos ammonisce tutti sulla prossima venuta dell'Anticristo. Al mattutino del sesto giorno,stramazza al suolo il bibliotecario Malachia:è la quinta morte misteriosa. Guglielmo si accorge che,come la lingua di Berengario,anche i polpastrelli delle prime tre dita della mano destra di Malachia sono scuri:è il segno del veleno. Decide,quindi,di non desistere dalle ricerche(nonostante il diverso parere dell'abate e dei legati papali)e di allargare le indagini al passato dell'abbazia e soprattutto agli ex bibliotecari. Alla fine scopre il segreto per entrare nella parte piu' nascosta del labirinto,là dove i misteri possono sciogliersi. Guglielmo capisce che il nodo dell'enigma è un libro sottratto alla biblioteca e poi scomparso,compreso nella sezione inaccessibile del finis Africae,dove sono conservati i volumi,proibiti a tutti,dedicati al tema del comico e del riso. Nella notte tra il sesto e il settimo giorno Guglielmo e Adso ritornano nella biblioteca.Mentre vi arrivano sentono una persona agitarsi moribonda in un chiuso budello dentro la paret,ormai in preda a soffocamento(il ssto morto si rivelerà poi essere proprio l'abbate). Nel punto piu' interno del labirinto,nel finis Africae,Gulielmo giunge alla verità del caso:c'è ad attenderli l'ex bibliotecario Jorge da Burgos,il quale,lasciato 40 anni addietro l'incarico per cecità,ha continuato,nell'ombra,a dominare l'abbazia. Jorge ha avvelenato le pagine del volume piu' pericoloso della biblioteca:il secondo libro,considerato perduto,della Poetica di Aristotele,dedicato alla commedia e al riso;egli lo ha sempre tenuto nascosto,impedendone assolutamente la lettura. I monaci sono morti per avvelenamento sfogliandolo oppure uccisi da chi voleva impadronirsene.Jorge ritiene infatti l'opera capace di distruggere la sapienza cristiana,essa avrebbe"potuto insegnare che liberarsi della paura del diavolo è sapienza".Per questo il vecchio ne aveva cosparso le pagine di un potente veleno. Jorge è ora sconfitto,ma non si dà per vinto:per evitare che il suo ultimo esemplare venga conosciuto,lo divora inghiottendone le pagine avvelenate(sarà il settimo morto)e lo brucia,sfuggendo ai suoi due inseguitori nel labirinto buio della biblioteca. Le fiamme,propagatesi,riducono biblioteca e abbazia a un ammasso di rovine. Il romanzo si conclude con un Ultimo Folio:informa che l'intera abbazia,cui le fiamme si sono estese,"arse per tre giorni e rte notti". Ma Adso e Guglielmo hanno già ripreso la loro strada,e presto si separeranno per non rivedersi mai piu'. Il nome della rosa è sicuramente uno dei migliori romanzi che ho letto attentamente e studiato profondamente avvalendomi anche di altre opere critiche che sono fondamentali per capire tutti gli intrecci presenti fra le sue pagine. Un saluto a tutti! Carmine
Elisa Capparucci, Milano, 13/07/'04
E' un qualcosa di spettacolare...appena preso mano mi è salito un groppo allo stomaco...ma dopo nemmeno le prime 20 pagine non avevo più voglia di smettere di leggere.Grazie Eco...è davvero un capolavoro questo libro...intrigante...affascinante...il numero uno
Edi (elekgjika@yahoo.com), Tirana (Albania), 11/06/'04
Bellisimo libro. Dopo tanto tempo, ho riscoperto la gioia di leggere grazie a questo libro.
Daria Lo Scavo, Reggio Calabria, 30/05/'04
Il romanzo "il nome della rosa" deve essere letto sotto diversi punti di vista dato ke lo scrittore U. Eco innesta in esso differenti generi letterari, ognuno kon proprie catteristiche. inanzitutto esso è un tipo di giallistico, poiché le sue pagine danno vita ad una lettura partecipe. esso è anche un romanzo del terrore con ambientazioni tenebrose e misteriose; può essere definito anche un romanzo storico, date le precise e ricche informazioni sui movimenti ereticali, sul crepuscolo della civiltà monastica e sul conflitto tra el due tramontanti autorità , papale e imperiale. infine esso è un romanzo allegorico
Emiliano Boccia, Napoli, 29/04/'04
Visto dall' esterno e vedendo il numero delle pagine questo romanzo ti demoralizza poi man mano che prendi il passo dell'intrigante romanzo di un grande scrittore come Umberto Eco non vorresti più finirlo di leggere.Per me questo è stato il libro più bello che ho letto fin ora e non posso fare altro che dire <grazie Umberto Eco>
Silvia Pedetti, Roma, 12/04/'04
È vero, le prime 100 pagine servono a regolare il respiro, ma una volta entrata in armonia con il ritmo mi è stato difficile smettere di leggere. Quello che più mi emoziona in questo romanzo è che potrò leggerlo quante volte vorrò, senza la paura che mi risulti noioso o che non mi dia spunti sui quali riflettere. Le parole, quello che possono comunicare e la modalità sempre diversa con cui lo fanno è un mistero affascinante, e questa opera ne è la prova. Grazie Eco.
Rossella, Alghero (Sassari), 04/04/'04
Ho trovato molto bello e interessante questo libro, è il primo che leggo di umberto eco ( e credo che leggerò anche gli altri dopo questo). Inizialmente l'ho trovato molto noioso e lento ( nel senso che le vicende si sviluppavano molto lentamente, passando attraverso descrizioni e discorsi, distorti e interminabili, ma ho tenuto duro e sono andata avanti nella mia lettura, che ha iniziato a sorprendrmi regalandomi profonde e incredibili emozioni.
Cristiano Larsen, Roma, 24/12/03
Ero titubante all'inizio.ma dopo aver letto le prime due pagine di questo capolavoro mi sono immerso nella lettura finendolo in 1 settimana!fantastico,umberto eco sei uno dei miei scrittori preferiti alla pari di tolkien!
Andrea Milani, 19/12/03
Bellissimo!!!!!un capolavoro dell'arte italiana letterale! Eco ancora bravo!!
Lara Brussich (lara.brussich@studenti.unitn.it), Trento, 15/12/03
E'un libro meraviglioso, stupendo, fantastico...ogni commento e' superfluo!Il livello storico è approfondito e lo si apprezza soprattutto leggendo due volte il libro. E questo livello di lettura è senz'altro quello più curato! Anche il risvolto filosofico sul tema della ricerca della verità è estremamente interessante:io l'ho visto come un approfondimento di quanto già· sostenne Calvino al proposito del tema del labirinto.Grazie di aver offerto a noi lettori un libro così speciale, completo!
Hans Poell (liberey@freenet.de), Regensburg (Baviera), 04/12/03
Nella mia bibliotheca, Il nome della rosa, è un grande tesoro. Grazie Umberto Eco!
Giulio Fabbrini (giuliofabbrini@virgilio.it), 30/10/'03
mi ha fatto piangere. Poi mi abbraccio' forte, con la tenerezza di un padre, e mi congedo'. Grazie Umberto, vorrei un giorno fare due chiacchiere con te. magari in uno di quei bei caffe' con vetrine su strada di parigi.
Valerio Lentini (chicco9900@aliceposta.it ), Napoli, 28/11/2003
Erano almeno sei anni che cercavo di leggere questo libro. Lo comprai negli anni ottanta. Non riuscivo ad oltrepassare le 60-70 pagine. Ad un certo punto, dopo l'ennesima volta che ripartivo da zero,l essi d'un fiato oltre metà del libro. Insomma, in meno di una settimana lo lessi tutto. Ed a tutt'oggi lo rileggo volentieri. La ragione di ciò mi venne data dallo stesso Eco nella Postfazione,che magari avessi letto prima. E' un libro lento che si svolge in un luogo con un tempo diverso dal nostro, una meravigliosa macchina del tempo. Con dialoghi, situazioni modi di pensare e di vivere perfettamente percepibili dai lettori moderni, da indurmi a pensare che esista una bibliografia medievale che i posteri andranno a collocare sicuramente negli anni che viviamo come noi facciamo rivedendo i telefilm di fantascienza degli anni 70
Domenico Lolli (domenico.lolli@libero.it), Piglio (Fr), 22/11/2003
Affascinante, complicato, vivo. E' un libro che cattura; lascia che il lettore entri nella storia avviando la ricerca della verità come tenta di fare Guglielmo. Notevoli contenuti semiotici ( e non potrebbe essere diversamente trattandosi di Eco ) rendono difficile la comprensione di alcuni tratti della narrazione; é un' opera che va quindi studiata oltreché letta, e che necessita di letture collaterali riguardanti la semiotica e la storia. In conclusione un libro incredibile, con personaggi seducenti e misteriosi legati da un unico filo composto di magia, mistero e ricerca di verità atraverso la logica.
Jorge Bernal (yeweyos@yahoo.es), Lima (Perù), 17/11/'03
He leido La historia en lengua espanola, muy fascinante e inquietante,realmente me enfrasque en los acontecimientos que viven Adso y Guillermo como si yo mismo estuviese alli, muy bella la novela y tambien tragica,muy curiosa la forma en que Eco describe con delicadeza y a la ves con crudeza algunos de los mas oscuros sucesos del pasado eclesiastico de la edad media en relacion clara a la historia de Adso ,en resumen una historia muy interesante.
Nadia (NADIA_ANDREEVA@MAIL.RU), 8/11/'03
HO LETTO QUESTO LIBRO E M'HA PIACUTO MOLTO,MI PIACE LA LINGUA ITALIANA, LA LITTERATURA ITALIANA E VORREI FAR CONOSCENZA CON UN(A) ITALIANO(A)PER AVER LA POSSIBILITA DI PARLAR DELLA LITTERATURA, DELLA VITA. MI CHIAMO NADIA,IL MIO INDIRRIZO :NADIA_ANDREEVA@MAIL.RU
Anonimo, 5/11/'03attivita: Lettore
Umberto eco è un grande poeta... il nome della rosa è un grande libro... ma soprattutto...come si fa a diventare così bravi??
Ilaria, Lecce, 15/10/'03
Il nome della rosa è stata una lettura avvincente.Le prime pagine, però, mi hanno lasciato pensare che il libro non mi avrebbe portato a provare quell'interesse che chi lo ha letto ha sempre affermato di aver provato. Pieno di descrizioni e di citazioni latine, non è un libro leggero, ma sicuramente è una lettura che arricchisce. sono contenta che la mia prof. mi abbia "obbligato" a leggerlo.
Franceca Profeta (antoprof@tin.it), Nola (Na), 28/09/'03
Cosa dire del best seller di Umberto Eco se non che è intelligente, comico, a dir poco adatto a tutte le chiavi di lettura? Eco ancora bravo!!!!!!!!
Gianluca Padovan (gianlucapadovan@libero.it), 20/09/'03
Non fisastevi sui fatti raccontai, né sulla vicenda, sul nudo senso logico-deduttivo. Non siate razionali, non è questo che Eco voleva, almeno credo. Perché il titolo è così criptico? Cos'è la pristina rosa? Forse la conoscenza? DIalettica e commedia sono solo aspetti parziali, elementi del problema, alcuni dati, forse indizi, forse solo pretesti. Riflettete bene, qual'è la prima rosa, la più antica, la primigenia, la sorgente del vostro mondo? Cos'è quella rosa per voi? Ma è solo un suggerimento. Auguri!
Anna Villa, Mantova, 17/09/'03
Bellissimo forse un po' labirintico!Presuppone comunque diverse chiavi di lettura...Idilliache le descrizioni paesaggistiche e storico-politiche che proiettano il lettore all'interno della vicenda! Ho apprezzato anche gli spiritosi richiami fonici a "Elementary Watson" o quelli tratti da la bibilioteca di babele di Jorge-Borgoges! Lo consiglio...
Antonio Scognamiglio (tonisco86@yahoo.it), S.Giorgio a Cremano (Na), 19/06/03
Ho appena letto questo libro e ancora ripenso alla fantasia di Eco e di come sia riuscito ad inventare l'enigma di Venanzio per entrare nel "finis Africae". E' un libro colmo di colpi di scena e giuro che quando Guglielmo ed Adso hanno trovato Jorge ....un brivido mi è corso lungo la spina dorsale. Lo consiglio a chiunque non l'abbia letto soprattutto a quelli che come me hanno appena frequentato il terzo liceo.Tutto il contesto storico è proprio quanto ho studiato in letteratura e storia. ECO SEI UN GENIO!!!
Serenella Vaccarini (serenella.85@Libero.it), Polverigi (Ancona), 15/06/03
Volete un consiglio? NON AZZARDATEVI A GUARDARE IL FILM!!! Io ho impiegato solo una settimana a leggere il libro mentre per il film non ho resistito che per mezz'ora. E' un giallo fantastico, una storia contorta e per certi tratti anche lugubre. L'ambientazione poi rende il tutto ancora più misterioso. Se amate i libri di Stephen King, "Il nome della Rosa" non ve lo dovete perdere.
Federica Gennari (federi-ca@katamail.it), Piacenza, 04/06/03
È la cosa più bella ed erudita che io abbia mai letto, una bellissima conciliazione di storia e cultura. È uno stile "affascinante".....GRANDE ECO !!!
Anna (zaziki@infinito.it), Bari, 23/02/03
Ho terminato la lettura di questo grandiosa avventura da poche ore, e non faccio altro che rileggere le pagine a cui più mi sono affezionata. Una sola verità: la lettura di un libro è una esperienza che ti riempie di emozioni e ti svuota del nulla.
Federica, (cima85@tiscali.it), Genzano (Rm) 12/01/03
Libro bellissimo e affascinante che ci trasporta in un mondo oscuro ed inquietante.Adso e Guglielmo sono due personaggi molto interessanti e definiti.Purtroppo altri personaggi come l'abate e la ragazza di cui Adso si innammora non sono molto definiti.A parte questo il libro mi é piaciuto molto e lo consiglio a chi non lo ha letto.
Max (MAXCITTA74@YAHOO.IT), 10/01/03
Ho comprato questo romanzo nel gennaio 1995, mentre ero militare a Milano. Da allora l'avrò riletto 4-5 volte ed ogni volta ci scopro qualcosa di nuovo a tal punto che dopo l'ennesima lettura in questi giorni di vacanze natalizie comincio a credere che pur parlando di fatti "fantastici" avvenuti quasi 700 anni fa, questo romanzo (che ardirei definire "storico") È in fondo lo specchio dei nostri tempi. Anche oggi, come allora, una incredibile moltitudine di movimenti si discosta sempre di più da quella che fino a qualche tempo fa poteva essere intesa come l'ortodossia (su qualunque fronte: politico, religioso, etico...Pensiamo solo alla notizia sulla clonazione umana). E di fronte ai tanti repentini nuovi cambiamenti di questi tempi mi viene da pensare alle parole di Guglielmo: "Ma non devi preoccuparti se non ci sono ancora, perchè non vuol dire che non ci saranno. E io ti dico che Dio vuole che ci siano, e certo son già nella sua mente...e non perchè possiamo decidere della natura divina, ma prorio perché non possiamo porle alcun limite"
Fabrizio Rigante (James_Utopia@libero.it), Bisceglie (Ba), 9/01/03
Non ci sono dubbi: si tratta di uno dei più grandi libri in assoluto, il migliore degli ultimi venti anni, se non di tutto il Novecento! Emozionante, colto, erudito, è un libro che va amato,letto,capito e adorato fino in fondo. Voto: 9
Carmen Simone (simongi@tiscalinet.it), Montalbano (Me), 02/01/03
Ciao frequento il 3 anno del liceo scientifico. Ho appena terminato di leggere questo libro, davvero particolare. Mi ha affascinato tanto, è un giallo eccellente, ma anche storicamente parlando è molto ricco. Il tempo della storia è però, per i miei gusti, molto, ma molto lento! E se Eco dovesse descrivere un anno della sua vita?
Roberto, Senigallia, 27/12/02
Un libro in parte noioso e in parte rivelatore nel descrivere un medio evo diviso dai semplici e dai dotti, efficace narrazione di un tempo ove cultura e ignoranza si intrecciano tanto da confondere il giusto e il torto(inquisizione).Un eccellente lavoro un po' pesante nella prima parte;merita un bel 8. Ciao
Pablo Gutierrez (gutierrep@hotmail.com), Buenos Aires (Argentina), 10/12/02
El nombre de la rosa es un libro maravilloso.el producto de un semiologo que nos propone una diversidad de lecturas posibles.y por si fuera poco la historia transcurre en el medioevo.el libro me impacto tanto que mi biblioteca esta armada en funcion de este libro y de la obra de Borges(SEMIOLOGIA,HISTORIA,FILOSOFIA,LITERATURA)
Gabriele Tomei (prossi@itclucca.lu.it), Lucca, 15/11/2002
Il nome della rosa é uno dei capolavori che ho avuto il piacere di leggere che unisce alle fitte descrizioni degli ambienti medioevali un intenso susseguirsi di azioni, per il quale, sembra di essere immerso nella vicenda insieme a fra Guglielmo.
Stefania (prossi@itclucca.lu.it), Lucca, 15/11/2002
Sono una studentessa dell'ITC di Lucca. Ho apprezzato molto l'appassionante storia raccontata nel "Il nome della rosa". Tutti quei colpi di scena e quei misteri hanno suscitato in me un forte interesse. Non posso negare che l'inizio della lettura non é stato semplice, l'impatto con il latino neppure. Ma ho imparato ad apprezzarlo e a farmi coinvolgere completamente dai misteriosi avvenimenti che si succedono. Il personaggio che mi ha appassionato maggiormente é stato Adso, il giovane protagonista dell'opera. La sua voglia di apprendere e la sua incredulità per questi insoliti avvenimenti rispecchiano completamente il mio modo di essere. Secondo me, il messaggio che Eco vuole trasmettere ai suoi lettori é quello del mantenere la tradizione della commedia, la capacità di ridere e la giocondità che per l'uomo rappresenta un valore nonostante i molti problemi che affliggono l'uomo soprattutto nel Medioevo, dove la chiesa o la morale che essa professava era troppo rigida e limitava la libertà dell'uomo. Inoltre, sono stata colpita da come l'autore sia riuscito a farci capire questo periodo storico, visto che nello studio scolastico la comprensione degli avvenimenti del Medioevo non mi é risultata così facile.
Lisa (prossi@itclucca.lu.it), Lucca, 15/11/2002
Sono studentessa all'I.T.C. di Lucca."Il nome della rosa". È un'opera molto intrigante perché ti coinvolge nei fatti narrati fino alla fine e proprio per questo si presenta complessa ma avvincente, sia per quanto riguarda anche la sua struttura in lingua latina presenti in alcuni punti. Inoltre "Il nome della rosa" é anche una lezione sulla storia dei personaggi del medioevo, fra i quali ho trovato interessante la figura del "Frate Guglielmo", personaggio dotato di un grande intelletto spirituale. Per quanto riguarda i luoghi e soprattutto la biblioteca, mi trasmettoto emozioni perché mi "catturano" nei loro misteri.
Claudia, Ancona, 12.10.2002
Questo libro è molto bello anche se secondo il mio modesto parere in alcuni punti è troppo ricco di descrizioni per cui il tempo della storia è molto molto lento nella prima parte...tanto da rendere pesante la lettura del libro in diversi punti.nel complesso però è una bella opera contenente diversi caratteri letterari.
Federica Genova, (bazanolo.it), Serravalle Sesia, Vercelli, 29.06.2002
Per me "Il nome della rosa" è un libro meraviglioso , il più bello che ho letto! Ed è un romanzo molto avvincente che non smette mai di coinvolgerti e ti tiene sempre col fiato sospeso. Consiglio a tutti di leggerlo; io lo rileggerei ancora mille volte.
Daniele Di Bartolomeo (danieledibart@hotmail.com), Salle, Pescara, 6.04.2002
Un libro che trova una soluzione ma che pone mille domande.
Jason Vincent (JasonVincent@virgilio.it), Milano, 8.03.2002
Il libro è ormai un classico della letteratura italiana. Coinvolgente, tetro, a tratti giustamente eccessivo per descrizioni. Un grande, grande libro.
Luca Mancuso (l.mancuso@virgilio.it), Roma, 22.02.2002
Secondo me il libro è troppo ricco di latino, anche se ne ho una buona conoscenza. Comunque, lo consiglio perché è veramente un libro interessante e curioso.
Lucia Ambrosio (amlu@inwind.it), 16.02.2002
Frequento il V ginnasio e pochi giorni fa ho finalmente finito di leggere il libro di Eco,"Il nome della rosa". Malgrado la mia giovane età, non mi sono spaventata dalle prime pagine del libro, che ho trovato in un certo senso molto pesanti. Però, continuando a leggere, sono stata catturata dalla trama così avvincente e particolare, che fa de "Il Nome della rosa" un libro unico. Con questo voglio dimostrare che ci sono giovani a cui piace leggere e trascorrere delle ore in compagnia di libri di "qualità". E quello di Eco lo è!
Viola Cogoni (ananasjazz@tiscalinet.it) Assemin, 4.11.2001
Mi è piaciuto molto, ma non sono riuscita a tradurre la citazione di Alano delle Isole:"omnis mundi creatura quasi liber et pictura nobis est in speculum". Che vuol dire???
Diana Ragunì (edoardoraguni@libero.it) Riposto, Catania, 4.11.2001
E' un libro bellissimo; un giallo che appassiona.
Senio Giglioli (s.giglioli@virgilio.it) Siena, 7.10.2001
Vorrei sapere da qualcuno dei partecipanti al forum la fonte della citazione alla fine del romanzo ("stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus") o se si tratta di una citazione di fantasia.
Tommaso Gornati (gornati.bros) Ossona, Milano, 21.08.2001
Sicuramente uno dei migliori libri da me mai letti (per ora)! Accattivante, misterioso, mai banale dalla prima all'ultima pagina. Un romanzo in grado di affascinare ed appassionare chiunque, anche chi, come me, lo deve leggere per la scuola!
Fabio Martini (timbroit@yahoo.it) Milano, 26. 08.2001
Trovo questo sito, (che immediatamente inserisco nei preferiti) nella ricerca dei luoghi dove e' stato svolto il film il nome della rosa.... non trovo cio' che cerco ma ne leggo con piacere il contenuto e i commenti di molti che hanno avuto la fortuna di leggere questo bellissimo scritto nel quale io ho trovato due anime, da una parte il giallo e dall'altra la profonda cultura dello scrittore che ne permea ogni riga. Questo romanzo mi ha portato a leggere molto di altro, di Eco stesso ma anche oltre, su quel periodo, sugli ordini sacerdotali, sulla diatriba religiosa di quel periodo arricchendomi oltre modo.... il libro l'ho letto molti anni fa dopo averne visto il film, l'ho riletto altre volte ed ogni volta ho sempre avuto lo stesso piacere....e' tra i miei libri piu' importanti quelli che tra i tanti, hanno un posto importante nella propria biblioteca quelli che non sono catalogati per generi ma che proprio l'essere lì da una parte li cataloga per ciò che ti hanno lasciato dentro....tra i piu bei libri della mia vita.
Daniela B. (raggiante@yahoo.com), Milano 06.07.2001
L'ho finito di leggere poprio poco fa e l'ho divorato in 4 giorni. Anche se le questioni teologiche non mi sono chiare al 100%, mi è piaciuto molto. Un difetto credo però che ce l'abbia: com'è possibile però che Adso, sebbene monaco e quindi competente in queste questioni, si ricordi parola per parola tutti i lunghissimi discorsi che i personaggi fanno sulla teologia, per di + a decenni di distanza da quando i fatti avvennero? Questo, secondo me, fa a pugni con tutti i particolari che Eco ha creato per far sembrare autentica e reale la storia. Ciò non toglie che l'opera abbia un indubbio fascino.
Niccolò Antonello (nico-zero@libero.it) Tombolo, Padova, 08.06.2001
Un libro che parla di un labirinto non può che essere labirintico esso stesso. Pregno di acume e di sagaci riferimenti questo romanzo mi ha appasionato alquanto: speriamo sia tutta farina del suo sacco!
Claudio Cardusio (claudio77_1999@yahoo.it) Bolzano, 30.05.2001
Nell' era della globalizzazione e dell' informazione diffusa e decentrata - con un "click" possiamo raggiungere ogni dato riposto nel più remoto degli elaboratori - comprendiamo, attraverso le vicende di un monastero estraneo al chiassoso e contaminato circuito dei traffici commerciali allora emergenti(quasi uno specchio del nostro e-commerce), il valore e la forza del Libro, patrimonio sapienziale ed eredità culturale e il potere, nonchè la necessità del "filtro", rappresentato dalla Biblioteca, nella elaborazione e nella trasmissione del pensiero.
Irene Giaquinta (rodja3@katamail.com) Caltagirone (Catania), 19.04.2001
Credo giusto annoverare questo libro tra i "miracoli" delle penne di fine millennio. Con questo libro, "fatto di altri libri", Eco è riuscito ad incantare il proprio lettore, orami impotente ed ammaliato dalla voce tanto seducente -perché verosimile- del meraviglioso Adso (e, Maestro, sebbene non piaccia agli editori, intitolare il romanzo "Adso da Melk" sarebbe stato di altrettanto buon auspicio).
Sabrina Scarica (harley_moran@yahoo.it) Torre Annunziata (Napoli), 17.03.2001
Anche io frequento il terzo anno del liceo scientifico e ho letto Il nome della rosa in 4 giorni: si, anche per il tempo, ma soprattutto perché mi è piaciuto tanto e mi ha appassionato. Spero di leggere altri libri così, che trattano di diversi temi.
Diego Ricci - Marco Turturici (dieghito@freemail.it) Grugliasco (Torino) 27.01.2001
Il nome della rosa: un'invenzione su un'invezione creata da Eco per diffondere la verità.- la verità, la cruda verità- Ma quale verità? Quella che distoglie l'uomo dalla quotidianità, troppo impegnato dalla tv, dal computer, dal lavoro? O quella della libertà? La libertà di leggere un libro, o meglio, la libertà di un libro di essere letto? Ma che cos'è un libro...? Nomen nudum
Caterina De Marco (catedem@katamail.com) Cerreto Sannita (Benevento) 28.01.2001
Il fosco ritratto dell'ambiente abbazziale nell'alto medioevo è un fedele resoconto della vita dell'epoca e... anche un sorprendente ritratto dell'autore del romanzo. Infatti Umberto Eco riesce a scrivere pagine ricche di vera erudizione che denotano letture di filosofia , filologia , matematica, ma che sorprendono per la loro freschezza:il lettore è avvinto dalla perfetta mescolanza dei due generi che compongono il romanzo storico,la conoscenza tecnica dell'ambiente e la bellezza della storia. Tutto questo viene chiamato dall'autore, e a ragion veduta, affabulazione. L'unica pecca è la prolissità della narrazione, che conferisce all'opera una pesantezza tale da costringere il lettore a rileggere più volte alcuni capitoli per seguirne la trama.
Purtroppo la scioltezza di scrittura non si addice ad un uomo come Eco, troppo preso dal desiserio di dare sfogo alla sua erudizione. E' un vero peccato, perchè bravo com'è a saper tessere trame di storie, è l'unico che sa raccontare ciò che non si può spiegare...ed in Italia di storie che a malapena si possono sussurrare ce ne sono a migliaia. Non a caso, Beniamino Placido ha ravvisato in questo romanzo tratti e fatti che avvennero nel nostro Bel Paese durante gli anni bui del terrorismo.
Roberta Pantalone (roberta.panta@tin.it) Benevento, 17.12.2000
Ho letto questo libro più di un anno fa... e ricordo che nonfiniva mai!!! Le prime cento pagine sono noiosissime, sono descritti gli avvenimenti, gli oggetti, gli stati d'animo in modo veramente approfondito e noioso. Comunque, superate le prime cento pagine, «Il nome della rosa» è veramente coinvolgente ed emozionante. Metterei un voto: 8=
Michele Pietro Di Marco (devilman@internetzero.it Totino, 30.11.2000
..beh che dire che non sia stato già scritto? io aggiungerei che quest'opera inizia un ciclo di tre romanzi il cui proseguio ideale è Il Pendolo di Foucalt passndo poi per L'isola del giorno prima. si riscontrano molte citazioni in questa "trilogia ideale" e secondo me Eco deve essersi ispirato anche ad Howard Phillips Lovecraft e chi ha orecchi per intendere... intenda che Eco conosce piu' cose di quelle che mostra ai lettori....un saluto a tutti
Andrea Maricelli (andrea.maricelli@tin.it) Milano, 29.11.2000
L'opera prima di Eco non è solo un romanzo storico, ne' un saggio romanzato, è il Medioevo che si fa contemporaneo al lettore, un passato che improvvisamente diviene coevo e respira di nuovo nel cuore di chi legge. La prova iniziale, le molte pagine di descrizioni ed enumerazioni, i riferimenti nascosti a luoghi esistenti ed ancora visitabili fanno di questi fogli un riferimento preciso a secoli bui, e preparano uno splendido e minuzioso paesaggio nel quale, altrimenti, le gesta avvincenti del saggio Guglielmo e del giovane Adso non avrebbero tutta la forza che presentano. La psicologia dei protagonisti e dei comprimari è, orchestrata quasi alla
perfezione, quella degli abitanti dell'Europa di inizio millennio, con le loro paure, le loro passioni e i loro slanci verso la potenza, la saggezza e la santità. Eco ci fa trattenere il fiato mentre "perde tempo" illustrandoci labirintici risultati di lunghi ed attenti studi, mentre ci conduce per mano, passo ! dopo passo, al segreto del FINIS AFRICAE. Poi, improvvisamente, ci riporta alla nostra
realtà, chiudendo un assolo di saggezza e sapienza in con un'entropica quanto maestosa fiamma purgatoria, procurandoci un brivido umile di dolore così piacevole che difficilmente ne dimenticheremo l'origine e ne sapremo sublimare nella memoria gli attimi di silenziosa e isolata grazia.
Claudia Degani (nomis58@libero.it) Bologna, 25.11.2000
Sono una studentessa, frequento la terza liceo scientifico,la prof ci ha detto di leggere il romanzo di eco per compito entro 1 settimana! visto i tempi molto brevi in cui dovevamo leggere il libro non ho potuto capirlo e infatti non mi è piaciuto,ma soprattutto mi è sembrato molto ma molto pesante. ciao
Serena Maniscalco (serimarri@yahoo.it). Palermo 03.09.2000
L'avevo già abbordato anni fa, trovandolo noiosissimo. L'ho ripreso in mano per curiosità, e l'ho letto tutto, con la passione dei libri migliori. "Il nome della rosa" è un libro che fa riflettere sui grandi temi della spiritualità, e sulla loro utilità. Se valga davvero la pena di affannarsi a trovare le ragioni delle cose, se il fine di tutto è la verità, questo non c'è scritto; però lascia nella testa uno di quei dubbi che se si riesce a portare sempre con se', forse a poco a poco si diventa migliori.
Valentina Vasini, (sillages@dada.it). Bellaria (Rimini)
Io penso che questo sia un libro "fantastico" che ti fa capire molte cose e ti fa diventare più attenta alle vicende quotidiane. L'autore deve avere una immaginazione molto vasta e il personaggio di fra. Guglielmo si rispecchia in quella che è la mente di Umberto E. Cosiglio a tutti la lettura di questo meraviglioso libro! |