NARRATIVA | POESIA | SAGGISTICA | DOSSIER | INTERVISTE |
L'OPERA IN VERSI, RACCOLTA DELLE POESIE DI GIORGIO CAPRONI, CON INTRODUZIONE DI PIER VINCENZO MENGALDO. |
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SCRIPTORIUM | CONTRIBUTI | RIVISTA |
L'Opera in versi (1943-1986) |
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Non potendo evidentemente affrontare unanalisi completa e approfondita dellOpera caproniana, ne proponiamo uno sguardo su oggetti particolari. Il primo potrebbe essere il linguaggio. Agamben e Mengaldo hanno ben sottolineato la straordinaria varietà e padronanza di gerghi e sottocodici: per la lingua straniera, la qualità alta delle citazioni e della toponomastica, si possono facilmente citare le raccolte Erba francese (del 1978) e Il franco cacciatore (1973-1982); per la rilevante presenza di metafore, allusioni per simboli, temi e linguaggi filosofici, Il Conte di Kevenhuller (1979-1986); per la rielaborazione del linguaggio naturalistico e del profondo, pressoché tutta la prima produzione (fino al 1975). Numerose poesie, peraltro, denotano anche sicurezza nelluso di termini tecnici e scientifici (come in In lode del singolo, il linguaggio sportivo o, in Statale 45, il codice della strada). Una menzione particolare merita il codice liturgico e la sua parafrasi: emblematica a questo proposito è la Litania a Genova (inclusa nella raccolta Il passaggio dEnea, 1943-1955) e, più sottilmente, lintera sezione Liturgica inclusa ne Il franco cacciatore. Potremo orientare un secondo sguardo sul particolarissimo paesaggio costruito (e decostruito) dalla poesia di Caproni. Come la forma si distilla via via nellepigramma, così il paesaggio e le sue componenti antropomorfe si distillano fino al bianco assoluto e allassoluto niente. Non che manchino luoghi tipici e ricorrenti (il confine, la caccia, il viaggio, i volti), ma certamente mancano i presupposti per una lettura per così dire realistica. Caproni mentre pone, sottrae: il coefficiente metaforico o immediatamente simbolico è così alto che rende pressoché impossibile una percezione dinsieme di tipo naturalistico (sul tema, sono di sicuro interesse gli approfondimenti di G.Bertone, Letteratura e paesaggio, Manni, Lecce, 2001). Unaltra proposta è quella di condurre lo sguardo in piena e assoluta libertà, ad esempio sulle poesie escluse dalle raccolte, o piuttosto costruendo personali collezioni di poesie, non già rappresentative dellintero percorso dellautore, quanto invece dellamore e delle ragioni che a questautore ci legano. In questo senso espliciterò, in chiusura, la mia personalissima scelta di Giorgio Caproni.
Alba
Ma tu, amore, (in antifona alla raccolta Il passaggio dEnea, 1943-1955) Preghiera
.. (in Versi livornesi, Il seme del piangere, 1950-1958) Congedo del viaggiatore cerimonioso
. (Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee, 1960-1964) La preda
. (ne Il Conte di Kevenhuller, 1979-1986) Meteorologia Dallisola di Bargeggi (da Versicoli del controcaproni, 1969 e segg.) Concessione Buttate pure via (da Res amissa) Con altre vele Che il resto fu finzione, che si va (da Poesie disperse)
A cura della Redazione Virtuale Milano, 14 luglio 2003 |
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I commenti dei lettori
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