IL PODERE, CONCLUSIONE DELLE TRILOGIA SULL'INETTITUDINE, E' IL ROMANZO PIU' PESSIMISTA

ITALIALIBRI - RIVISTA MENSILE ONLINE DI LIBRI ITALIANI, BIOGRAFIE DI AUTORI E RECENSIONI DI OPERE LETTERARIE


Il podere (1918)


AUTORI A-Z
A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
X
Y
Z

OPERE A-Z
A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
X
Y
Z



Federigo Tozzi, Il podere
Garzanti libri, 2002
193 pp., Euro 7,00

l protagonista de Il podere, ultimo romanzo della trilogia sull’inettitudine di Federigo Tozzi, è Remigio Selmi, modesto impiegato delle ferrovie, il quale, ereditato un podere, decide di licenziarsi e di dedicarsi esclusivamente alla coltivazione della terra. Ma Remigio non ha la capacità, l’esperienza e le qualità per portare avanti proficuamente il podere. Egli cadrà presto vittima di falsi creditori e il podere si avvierà alla rovina. Questa situazione accentua il conflitto con la matrigna e l’astio dei suoi salariati. L’odio sarà tale che uno dei suoi contadini, Berto, finirà per ucciderlo con un colpo d’ascia alla nuca. Dentro questo destino di caduta confluisce la storia della famiglia Selmi. Il padre di Remigio, rimasto vedovo, prima prende con sé una contadina, Giulia, poi, per tacitare le chiacchiere prende in sposa una zitella del paese, umile e remissiva. Giulia, tuttavia, resta elemento centrale di conflitto nella famiglia, tentando, persino, alla morte del suo amante di impossessarsi della sua eredità; progetto che le sarà, tuttavia, sventato da Remigio.

Anche in quest’ultimo romanzo, come nei precedenti, Con gli occhi chiusi e Tre croci, sono centrali biografismo e ambientazione borghese e provinciale. Inoltre, fa da sfondo alla narrazione, specie degli interni familiari, il fenomeno dell’urbanesimo, colto nel dissidio esistenziale fra attaccamento alla terra e incapacità di vivere la città quale naturale luogo dell’uomo moderno. I protagonisti dei romanzi di Tozzi restano drammaticamente incapaci allo stesso tempo di ricostruire un legame diretto con la Natura ovvero di sfuggire al loro destino di sradicamento. La visione pessimistica di Tozzi, dunque, continua ad essere protagonista; un pessimismo che si allarga e si fa più profondo. Il mondo è sempre di più dominato dall’egoismo, dall’odio e dalla vendetta; i valori cristiani e qualsiasi legame di solidarietà umana appaiono irrevocabilmente respinti. E Tozzi, ancora una volta, non indica cause di natura politica, storica o sociale. Berto non uccide Remigio per alcun apparente motivo sociale o individuale; egli è mosso alla violenza da un’incontenibile pulsione all’odio e alla violenza che resta insieme inesorabile e misteriosa.

Ancora più approfondito è il pessimismo in quest’opera rispetto alle precedenti, perché Remigio, a differenza di altri protagonisti tozziani, non è un inetto, ma conserva nell’intimo una personale volontà di resistenza e di lotta.

A cura della Redazione Virtuale

23 febbraio 2004
© Copyright 2000 italialibri.net, Milano - Vietata la riproduzione, anche parziale, senza consenso di italialibri.net





Novità in libreria...




Per consultare i più recenti commenti inviati dai lettori
o inviarne di nuovi sulla figura e sull'opera di
Federigo Tozzi

|
|
|
|
|
|
|
I quesiti
dei lettori




I commenti dei lettori


I nuovi commenti dei lettori vengono ora visualizzati in una nuova pagina!!

Leonardo Montagnani, Volterra (Pisa), 15/09/'04

Il libro è straordinario, il finale è a asorpresa e questo mi ha appassionato molto. Per una volta a scuola sono riusciti a trovare un libro che interessasse anche me!!!!!!!!!




http://www.italialibri.net - email: - Ultima revisione Lun, 4 set 2006

Autori | Opere | Narrativa | Poesia | Saggi | Arte | Interviste | Rivista | Dossier | Contributi | Pubblicità | Legale-©-Privacy