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MAESTRO DEL NEOREALISMO IN POESIA, ROCCO SCOTELLARO E' IL CANTORE DELLA STORIA EPICA DI UN MONDO FIERO, SENZA LAMENTAZIONE O RETORICA |
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Tutte le poesie (1924) |
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Lo spessore storico di Rocco Scotellaro, daltra parte, può aver nuociuto alla fine proprio al poeta, facendo passare in secondo piano lopera poetica rispetto allazione politica ed al personaggio storico. Eppure egli con la forza epica dei versi di E fatto giorno rappresenta, come ha evidenziato Maurizio Cucchi (poeta anchegli ed estimatore di Scotellaro), il maestro del neorealismo in poesia, filone che in quegli anni aveva scelto come prediletti altri terreni di espressione artistica, il cinema e la narrativa. Cantate, che cantate? Scotellaro è il cantore della storia epica di un mondo sconfitto ma fiero, senza alcuna forma di «lamentazione o di retorica della sofferenza e dellingiustizia». Per questo la sua poesia è continuamente in bilico tra canto e parola pietrosa; sensualità e senso della morte: ( ) E calda così la malva/ che ci teniamo ad essiccare/ per i dolori dellinverno, prima; Solo le lire che abbiamo spaccate!/ ( ) Stanotte turberemo il loro sonno, poi. Se si sente la morte addosso in questi versi: I topi sentono gli occhi/ quando mi sollevo a vederli/ ( ) che anche io alla fine mi addormento/ e per loro sarà libero il gioco. In altri risplende un senso genuino di libertà: A questora è chiuso il vento/ nel versante lungo del Basento./ E le montagne vaniscono./ E il cielo è fisso a bocca aperta ( ). La grandezza di Scotellaro, intellettuale colto, eppure legato al mondo contadino duro e semplice, sta nello smentire sé stesso: egli reinventa il neorealismo; la sua opera poetica si alimenta del senso profondo di una realtà antica e rilascia un verso del tutto nuovo, fatto di scarti e dissonanze, di incontro tra cultura alta e cultura popolare, di immagini fisiche e capacità visionaria, di parola scarnificata al suo significato essenziale. Ha scritto Maurizio Cucchi nella sua Introduzione: «Lerrore più grave è proprio quello di rileggere lopera come recupero di un tempo e di un clima, quello dellimmediato dopo-guerra e del neorealismo, piuttosto, che come esito pienamente autonomo di un poeta giovanissimo, ( ) che la sorte ha bruscamente interrotto nella sua prima fase, una fase poeticamente già molto matura e che pure lasciava presagire sviluppi». ( ) Cantate nellocchio dei ciechi/ allorecchio dei sordi/ nasca il sole e una sinfonia/ nelle catapecchie. A cura della Redazione Virtuale Milano, 5 settembre 2005 |
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