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SLEEP. POESIE IN INGLESE, DI AMELIA ROSSELLI, UN INCONTRO DI LINGUE DIVERSE IN UN VAGABONDARE LINGUISTICO E "FISICO" |
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Sleep. Poesie in inglese (1992) |
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L' inglese come codice intimo per arrivare a riappropriarsi completamente dellitaliano, che sopravvive non solo nella traduzione, ma anche nelloriginale, come lingua di passaggio, quasi una lingua di controllo per domande sullamore e su Dio. La possibilità di esprimere in più lingue il proprio sentire ha del resto caratterizzato lopera della Rosselli. Parole che sono percosse di profondo e intimo dolore: Tu che mi percuoti di parole Lo streben, lanelare di questa raccolta è continuamente verso il basso, verso linferno, dove Dio è un Dio che le grida di spegnere le luci. Ma la Rosselli non ha un animo rassegnato: poiché ciò che, infreddoliti, né io né te capiamo La lingua musicale di questa raccolta, i suoni che lenti riescono a calmarla, è una lingua che vuole il canto, che sa di essere un canto fuori dal coro, ma si stringe con le altre moltitudini a pulsare. Scritte tra il 1953 e il 1966, questa raccolta trovò difficoltà a essere pubblicata presso le case editrici inglesi, proprio perché non era tanto lo spirito dellInghilterra a essere portato alla luce, quanto un colloquio personale della Rosselli con le proprie lingue, con le proprie domande, con le proprie interrogazioni: A chi sto parlando? Chi mi chiede Domande che esprimono unansia di risposte, di significare la vita. Domande incessanti, ad accanirsi con lamore, con una passione in continua lotta con la ragione, là dove il mondo interiore del suo cuore e quello esteriore non hanno in questa lingua conbattuta alcun confine, in un ritmo che, in maniera perentoria, si afferma e si accanisce appunto. Queste influenze sonore, questa grammatica diversa della lingua, questo labirinto della mente e del cuore potrebbero far pensare a uno sperimentalismo da Neoavanguardia alla quale per un certo periodo la Rosselli si avvicinò. Ma non troviamo qui nessuna idea di gioco linguistico, se non un gioco mortale che passa da unaffermazione della vita. Una donna senza una lingua madre se non quella che stava creando. Nessuna risposta? Nessuna rinuncia? Non è da stupirsi che tu Questa buona causa la vita non fu tuttavia, per Amelia Rosselli, sufficiente a rimanere viva. Poiché decise di far snellire il peso del suo corpo. Marchiato a fuoco dalla sua parola. A cura della Redazione Virtuale Milano, 6 ottobre 2003 |
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I commenti dei lettori
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