Eugenio Montale, La storia - Fanfara
in Satura
in Tutte le poesie, Mondadori, 1984
Meridiani, pp.1245
Euro 55,00
e per quanto riguarda la responsabilità dei suoi contemporanei nei terribili fatti della Storia (in Italia le stragi, nel mondo la guerra del Viet-Nam, il golpe in Cile ecc.) il poeta tende a glissare, non di meno, lavorando su quella concezione negativa dell'esistenza che pervade Ossi di seppia, riesce a modellare in Satura una negatività totale di un mondo in cui non vale più la pena neppure di sperare: come se si trattasse di due facce della stessa medaglia: «Ho scritto un solo libro, di cui prima ho dato il recto, ora do il verso» (Montale). Nella Storia il poeta ravvede una sequenza di fatti imprevedibili, una progressione cieca e demente, su cui non conviene cercare d'esercitare alcun controllo o tentare alcuna comprensione. Questa impostazione affiora, con una vena d'ironia e di sarcasmo, in due composizioni presenti in Satura: La Storia e Fanfara. In questi versi emerge lo spirito dissacratorio del poeta nei confronti di questa disciplina umanistica.
LA STORIA
La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso
molti anelli non tengono.
La storia non contiene
il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti
a lento fuoco.
La storia non è prodotta
da chi la pensa e neppure
da chi l'ignora. La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede
né recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non è nell'orario.
La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non è intrinseca
perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi
la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche
e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge
quanto più può: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia è a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono
più liberi di lui.
La storia, dunque, cardine delle concezioni moderne, laiche e progressiste è oggetto di una critica demolitiva, che le sottrae ogni possibile funzione o insegnamento. Ma lo spirito sarcastico e canzonatorio di Montale raggiunge il suo massimo livello nella poesia Fanfara dove ironizza sul materialismo storico e su tutte le ideologie filosofiche che sono attuali in tutto il mondo.
FANFARA
lo storicismo dialettico
materialista
autofago
progressivo
immanente
irreversibile
sempre dentro
mai fuori
mai fallibile
fatto da noi
non da estranei
propalatori
di fanfaluche credibili
solo da pazzi
la meraviglia sintetica
non idiolettica
né individuale
anzi universale
il digiuno
che nutre tutti
e nessuno
il salto quantitativo
macché qualitativo
l'empireo
la tomba
in casa senza bisogno
che di se stessi e nemmeno
perché c'è chi provvede
ed è il dispiegamento
d'una morale
senza puntelli eccetto
l'intervento
eventuale
di un capo carismatico
finché dura
o di diàdochi
non meno provvidenziali
l'eternità tascabile
economica
controllata
da scienziati
responsabili e bene
controllati
la morte
del buon selvaggio
delle opinioni
delle incerte certezze
delle epifanie
delle carestie
dell'individuo non funzionale
del prete dello stregone
dell'intellettuale
il trionfo
nel sitema trinitario
dell'ex primate
su se stesso su tutto
ma senza il trucco
della crosta in ammollo
nella noosfera (*)
e delle bubbole
che spacciano i papisti
modernisti o frontisti
popolari
gli impronti!
la guerra
quando sia progressista
perché invade
violenta non violenta
secondo accade
ma sia l'ultima
e lo è sempre
per sua costituzione
tu dimmi
disingaggiato amico
a tutto questo
hai da fare obiezioni?
Come scrive Giulio Ferroni su queste due poesie:
«La storia svolge questa polemica in tono di falsetto, in apparenza svagato e indifferente; i vari spunti satirici culminano nel componimento Fanfara che in una vorticosa successione di versi brevissimi accumula una serie di parole e di formule correnti nel linguaggio politico-culturale intorno al68 dalla cui giustapposizione emana uno spontaneo effetto di assurdo e di non senso».
Pasolini non condivideva di Montale né l'atteggiamento di distacco, né la concezione della Storia e, quando aveva stilato la recensione di Satura senza mezzi termini ne aveva definito l'autore «teppista borghese e frequentatore di grandi alberghi». A questo attacco, che Montale non aveva certo apprezzato, il poeta aveva risposto con la celebre poesia Lettera a Malvolio, che apparve nell'edizione del Diario del '71 e del '72.
NOTE
* «Il termine Noosfera fu coniato da Vladimir Vernadsky, come livello successivo allo biosfera.
Il concetto di Noosfera in Teilhard de Chardin è legato all'idea di una formazione cerebrale planetaria data dall'interazione degli individui, come se fossero cellule loro stessi. Internet è la sua realizzazione dal punto di vista tecnologico. In Teilhard questa nuova sfera non significa un appiattimento o un ammasso di informazioni relative, ma un ripiegamento del pensiero stesso, globale, per la nascita dello spirito della Terra.» (Wikipedia)
A cura della Redazione Virtuale
Milano, 23 maggio 2006
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