IL VICOLO È ESPRESSIONE SIMBOLICA DEL SENTIMENTO DI SALVATORE QUASIMODO. LE CASE SI PARLANO PER NON RESTARE SOLE

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Vicolo (1930)



Salvatore Quasimodo, Vicolo
in Acque e terre
Tutte le poesie
,
Mondadori, Oscar Grandi Classici, 1994
Euro 12,40

Vicolo compare nella prima raccolta poetica di Salvatore Quasimodo, Acque e terre (1920-1929).

    VICOLO

    Mi richiama talvolta la tua voce,
    e non so che cieli ed acque
    mi si svegliano dentro:
    una rete di sole che si smaglia
    sui tuoi muri ch’erano a sera
    un dondolio di lampade
    dalle botteghe tarde
    piene di vento e di tristezza.

    Altro tempo: un telaio batteva nel cortile
    E s’udiva la notte un pianto
    Di cuccioli e di bambini.

    Vicolo: una croce di case
    Che si chiamano piano,
    e non sanno ch’ è paura
    di restare sole nel buio.

ncora una volta la rievocazione di un paesaggio siciliano ormai lontano nel tempo e nello spazio. Il poeta ricorda con nostalgia le case che formavano un vicolo. Come scrive Francesco Puccio: «Il vicolo si presenta come l’espressione simbolica di una realtà del sentimento, che, se non esiste oggettivamente nel vissuto quotidiano, si configura però come un momento indelebile della vicenda interiore del poeta e pronto a riemergere in particolari momenti di sospensione».

Le case del paese, disposte a forma di croce, sembra che si parlino di notte per vincere la paura di restare sole. «Questo stato d’animo di abbandono persiste anche quando riaffiorano alla memoria le sensazioni sonore, pure esse colte in immagini della lontana infanzia, ma trasfigurate con note dolenti. La notte perde il suo significato astronomico e si trasforma in un simbolo oscuro della paura e della solitudine che grava su quelle case che, quasi personificate, si tengono raccolte attorno ad un incrocio, depositario del simbolo cristiano del loro triste destino di dolore e di povertà, e cercano con impercettibili sussurri di esorcizzare l’inquietudine gravante delle tenebre» (F. Puccio).

Il linguaggio poetico è notevolissimo, formato da figure retoriche come la personificazione, l’allitterazione e rime imperfette, una metonimia “Tarde”.

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Acque e terre | Salvatore Quasimodo

A cura della Redazione Virtuale

Milano, 21 aprile 2006
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