aNel buio lo volevo.
Lontano dalla vita
lo cercavo nella sua bestialità crudele,
nella quale piccola come ninfa
mi spogliavo di me stessa.
Onde di mani schizofreniche
feriscono l‘inibizione dignitosa,
strappano la viscosa dalla pelle
e sforzano le bocche che libere
respirano e guaiscono;
non conoscono parola.
Dentro di me s‘insinua la belva,
mi prende e ad essa mi apro
per riafferrarla come fiore carnivoro,
nella fame di dolore e necessità ,
nell‘urgenza di morire per rinascere libera.
Le grida di piacere infettano l‘aria
di anime vampiro
che nel buio di case sconosciute
succhiano e vivono
e al primo raggio di sole
rifuggono latenti
in prigioni di viscosa.
Come gatta aspetto
ad occhi chiusi
che d‘improvviso
senza sorprendermi
mi afferri e mi fermi.
Io
immobile
accetto l‘ora dell‘ira,
godo nelle tue movenze,
subisco la virilitÃ
che esige impotenza,
che s‘aggrappa ai capelli,
che invade l‘identità .
E femmina accolgo
l‘aggressivitÃ
che si affonda e muore.
Sparsi dal tuo capo capelli aperti alla terra
come serpenti in fuga da un‘urna in pezzi,
braccia sciolte dal tuo corpo
abbandonato da occhi socchiusi,
i tuoi fianchi contratti sotto i miei
mi baciano e m‘inghiottono alla percussione del mio
cuore battente
nella terra mai come adesso,
mentre la tua anima imprigionata nel tuo petto
cercandomi
scivola alata fino ad ungermi di candore.
aL‘acqua imprigionata nel grembo della terra,
la terra non la trova.
Quando fugge da lei nel lontano cielo,
e le tenebrose nubi tracciano lassù misteriosi
disegni,
la terra non la trova.
Allora il tuono la percuote col fuoco del dolore,
e la tempesta gemendo la spinge in tutte le direzioni.
Il tesoro che un tempo era così vicino
torna nuovamente al cuore.
In lacrime essa giunge diluviando,
e la terra infine la trova.
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