aRILIEVI
Quella volta che ti sei stesa
sul tecnigrafo e t’ho misurato
ogni centimetro
con le mie righe di cristallo.
Reticoli miniati
su avvallamenti e colline,
prominenze, cavitÃ
e fenditure, savane e radure,
e grovigli di linee parallele
che s’incontravano prima
che l’infinito incontrasse noi.
E non erano
bastati gradi e radianti
al cerchio di fuoco
inscritto nel triangolo
tra la bocca e le tue gambe
nude e aperte verso l’estasi.
(2006-09-17 11:25:20 >Leggi tutto)
aÈ PIOVUTO
È piovuto. Una pioggia
bramata dopo lunga arsura.
Il vello erboso umideggia
sulla terra snervata
e paga dell’orgasmo d’acqua.
La stessa mollezza teporosa
del tuo triangolo di crine
dopo l’amore che dura a morirti
sulle labbra, tumide
come un bocciolo prossimo ad aprirsi.
E‘ piovuto, ma già uno squarcio
d‘azzurro svela l‘orizzonte, così
terso nell’azimut tagliente
che precisa il mio stare all’universo.
Tagliente come quello tra la curva
della tua schiena nuda
e il mio respiro, un attimo
prima che un gorgo d’afa lo dilati.
(2006-09-17 11:24:36 >Leggi tutto)
aSENILITÀ
Stesa ad asciugare
tra due fili di ricordi, rossa
la risacca sciama nella sera.
Plumbea la pace piove,
e s’insinua tra le gambe nude.
Ebbra congiunzione di stupore,
ancora. Come un pane caldo,
come vino denso,
come l’amore
che più si fa più ne viene voglia.
(2006-09-17 11:23:57 >Leggi tutto)
aTRAVAGLI
Giacciono i miei versi
trafitti dai tuoi dinieghi,
da fuori stille d’alba
intaccano le ultime
ore di questa notte liquorosa
orfana del tuo corpo di melassa.
L’ho sognato, bramato,
penetrato tra le onde spumose
delle lenzuola, ogni gemito
un rintocco raggiante sulla pelle.
Dai, lascia un morso di ciliegia
sul tornio delle mie labbra,
che possa modellarlo
in forma di rosa e farne bottoni
per i tuoi seni da succhiare
come pistilli di pervinche.
Pensavo a versi duri, sai, audaci,
versi che schiudano le cosce delle
donne, dopo l’ennesimo
ti amo ripudiato, ma via
che sfiata quel grumo
d’orgoglio che ci tiene
restano i sogni e le segrete pene.
(2006-09-13 18:07:18 >Leggi tutto)
aCAVALLI DI CANNA
Una spada di luce
affila i tuoi sogni
sparsi assopiti nel niveo
mattino. Nello specchio
del tempo ti conto
le rughe, e nessuna
ne manca da quando
galoppavo con te criniere
di canna tra gambe ansiose
di stringere le tue di madreperla,
e di sfogliare quella rosa corvina
che serbi nell’intrico
arcano del tuo essere.
Oh! quale ebbrezza
il tuo calice sospeso
su un esilissimo cristallo
di fragilità , prezioso
nettare da distillare
goccia a goccia!
E non ne scopre il fondo
la scintilla di luce
che affila i tuoi sogni
sparsi nel risveglio. Nello
specchio del tempo
le crepe si ricompongono
di silenzi che ritornano
nitriti di cavalli di canna,
e lo stesso profumo
di rosa corvina sbocciata
in prati di madreperla.
(2006-09-13 18:06:35 >Leggi tutto) 1 |