I commenti dei lettori
I nuovi commenti dei lettori vengono ora visualizzati in una nuova pagina!!
Gent.ma Luisa, l'articolo da lei citato, I professionisti dell'antimafia, è pubblicato nella sezione Dossier. Buona lettura. La Redazione, 18 ottobre 2004.
Luisa Russo, Napoli, 17/10/'04
Mi sembra grave che non abbiate citato il famoso articolo sui professionisti dell'antimafia che uscì sul corriere della sera, se non sbaglio, negli anni Ottanta .
Andrea Della Vecchia, La Louvière (Belgio), 12/10/'04
Ho letto Kermesse, tra le parole e gli sopranomi, le frase e gl'espressioni, ho scoperto la lingua e la voce di un grande autore. Ho letto Morte dell'inquisitore, tra le parole e gl'indicazioni, le frase e le ricerche, ho scoperto il talento e l'umanismo di un grande autore.
Victor Nualart, Barcelona (Catalunya-Spagna), 30/09/'04
Quest'estate ho fatto il mio primo viaggio in Sicilia e posso dire che non avrebbe stato lo stesso senza la lettura di "Il Giorno della Civetta". Adesso, ritornato a Barcelona, cerco tutte le sue opere perche sono diventato un vero tiffoso della sua maniera di capire la litteratura. Grazie, Leonardo. P.S: Scusate il mio italiano, so che non 'e proprio buono...
Salvatore Picone, Racalmuto (Agrigento), 13/09/'04
Scriveva Sciascia: "C'è gente che scrive, e pubblica sui giornali (o sulle pagine web, aggiungiamo noi) quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere". Ogni riferimento è puramente casuale...
Gustavo Hashella (GustavoHashella@tin.it), Bisceglie (Mi), 26/05/'04
Mi piace di SciaScia la poesia Un posto al sole perke ci parla di quando lui appoggiava mussolini e poi si trova in ambienti antifascisti
Machu, 17/05/'04
Leonardo Sciascia ha saputo descrivere nei suoi romanzi con molta veridicità la condizione dei contadini italiani del meridione, i quali si facevano soggiogare da persone appartenenti alla malavita organizzata che conoscevano la loro condizione solciale e i loro desideri. Vi consiglio di leggere un brano intitolato "Il lungo viaggio" tratto dal romanzo "Il mare color del vino".
Felix Sotomayor (felixsotomayorvazquez@hotmail.com), Siviglia, 09/02/'04
Un magnìfico escritor y una persona comprometida con su tiempo. Lo admiro.
Elena Tartaglini (elenatart@hotmail.com), 22/02/'04
Salve, sono Elena Tartaglini, volevo semplicemente dire che il romanzo narrativo di Sciascia è un libro molto particolare capace di far entrare (e partecipare) il lettore alla storia mantenendo però un forte attaccamento alla realtà. La fine, per quanto personalmente mi abbia deluso, rispecchia però l'impotenza delle forze dell'ordine davanti ad un sistema ben organizzato come il sistema mafioso. Diciamola tutta: questo libro mostra proprio quanto il sistema mafioso funzionava meglio di qualsiasi governo attuale....specialmente in Italia.
Martina Ferracane, Marsala, 06/01/2004
Ho solo 13 anni ma grazie ha L. sciascia ho capito quanto é grande la potenza della mafia, e che bisogna come ha fatto lui far capire l'importanza di combattere contro questa associazione.
Nicola Costantino (info@nicolacostantino.it), Massa Carrara, 3/11/'03
In Leonardo Sciascia si integrano la cronaca, la tensione civile e la passione letteraria, sicché la narrativa si intreccia con la saggistica e la riflessione filosofica. La sua predilezione per l'Illuminismo francese, che si esprime pienamente in uno degli ultimi romanzi famosi, Candido, è il sogno della forza critica e della laicità e libertà della ragione sempre inquieta e controcorrente. Proprio per questo orizzonte illuministico, egli ha fatto della produzione letteraria uno strumento di conoscenza e di analisi della realtà, che è in primo luogo quella siciliana come specchio esemplare di un mondo più vasto. La Sicilia diventa così la metafora di ogni società e di ogni potere occulto sul quale si svolge la storia degli uomini: una vera trappola da cui la ragione lotta per uscire con dignità e verità.
Francesco Damiano (francesco.damiano@libero.it), Milano, 15/10/'03
La vicenda di Sciascia, prima osannato e candidato dai comunisti, poi isolato e osteggiato per disaccordi sugli estremismi e infine riabilitato con una cancellazione di tutte le polemiche la dice lunga sulla "cultura" di sinistra e del trattamento riservato a un personoggio troppo lucido ed acuto e poco disposto all'obbedienza supina
Luigi, Mandanici (Me), 9/09/'03
Secondo me L. Sciascia è stato un grande scritore siciliano. Il più bel romanzo è senza dubbio il giorno della civetta,di questo libro mi è piaciuto molto il modo in cui ha descritto la Sicilia degli anni '50 e in questo libro secondo me il personaggio principale è un personaggio autobiografico perché anche lui si è impegnato contro la mafia e contro l'omertà.
Andry Maccarone, New York, 29/05/03
Sciascia è l'unico e inimitabili dei narratori siciliani,che supera di gran lunga Quasimodo e altri. La sua capacità di unire parole dialettali e parole raffinate,per me lo rende il più grande letterato siciliano e italiano
Ramòn Yanes (RARTALEJO11@MI.MADRITEL.ES), Getafe (Madrid), 10/05/03
No dejo de leer a Leonardo desde hace màs de 25 anos. Tengo casì todo lo publicado en Espana. Es un gozo y un privilegio la lectura de sus libros. Siempre que regalo alguno, tengo por costumbre
Salvatore Ferruggia (salvief@gte.net), New Jersey (Usa), 28/02/03
Greetings, my mother, Vincenza Trento, was born in Racalmuto, Sicily in 1903. She was named after her grandmother, Vincenza Sciascia. I would like to know if Leonardo Sciascia has any information on being related to the Trento family from Racalmuto. I appreciate the opportunity to be able to communicate. Thank you.
I just realized that Leonardo Sciascia is deceased. My humble apologies
Hedhit Moro (bebydino@coyspu.com.ar), Marcos Juarez ( Argentina), 13/01/2003
Non faccio altro che meravigliarmi, ogni volta che leggo e rileggo Sciascia, mi affascina incontrare in ogni battuta già letta, uno strano modo, diverso, di segnalarmi il fatto, solo Lui poteva scrivere così.
Giuseppe Rao (attiliorao@libero.it), Palermo, 01/01/2003
L'ultimo, in ordine di tempo, grande scrittore siciliano, rappresenta ancora oggi, il vero spirito dei Siciliani. Quando ci imporranno di scordarlo?
Camilla Catalfamo, Basiglio, Milano, 09.11.2002
Un grande della letteratura senza precedenti.Il periodo della lettura de "Il giorno della civetta" Ë stato tra i più belli di cui ho ricordo.
ilaria, faro (www.sa.faro.@tiscalinet.it), troina (enna), 18.10.2002
SCIASCIA UN AUTORE PASSIONALE EMOZIONANTE UN AUTORE DEI TEMPI D' OGGI CHE CON LE SUE OPERE RISPECCHIA LA VITA DEI NOSTRI GIORNI E SOPRATUTTO LA"MAFIA". IO SONO RIMASTA MOLTO COLPITA DI LUI E PENSO CHE POTREI LEGGERE TUTTE LE SUE OPERE SENZA MAI STANCARMI ANNOIARMI.
Damiano Quarta (damrta@libero.it), Brindisi, 07.10.2002
Amo Sciascia perché la sua Sicilia è tutto il Sud, come la mia Puglia. Come lui "sono talmente soddisfatto del mio intelletto, da credere di doverne pagare il contrappasso nella follia!"
Stefano Riela, (eurorunner@yahoo.com), Palermo, Milano, Londra, 20.06.2002
Sciascia è stato un siciliano che ha amato la sua terra e in questo amore ha formato la sua grammatica e la sua critica. L'aspetto letterario è infatti il primo movente dell'opera di Sciascia. Giudizi di valore impliciti ed impegno politico non hanno mai eclissato l'obiettivo principale: la bellezza delle parole e la ricchezza che da questa ne deriva. Ricchezza strumentale all' «esercizio critico della ragione». Questo il messaggio dello scrittore.
Ramesh Kumar, (swamiramesh1@rediffmail.com), Delhi, India, 14.06.2002
Non c'e' dubbio che Leonardo Sciascia e' stato letto con un'opinione prefabbricata collegato al mondo mafioso. Questo pensiero impoverisce la sostanza culturale della sua opera e crea l'immagine di uno scrittore monotono. Ma la letteratura di Sciascia è piena di sfide e contraddizioni, e di una tensione perenne che da tempo storico fino ad oggi tormenta l'umanità e sconfigge la ragione. La letteratura sciasciana sottolinea il suo grande amore per la condizione umana che è minacciata dal sopruso e dal intolleranza sia politica che religiosa. "La morte dell'inquisitore" è ottimo esempio dell'intolleranza religiosa e nel suo best-seller "Il giorno della civetta" si trova la vittoria del torto (politico-mafioso) e la scofitta della ragione.
Nibaldo Mosciatti (nibaldo@laradio.cl), Santiago, Cile, 19.03.2002
Sciascia, siciliano pero tanto universale. Unico.
Domenico Mastrapasqua (domanzo@libero.it), Trani, Bari, 27.02.2002
Che dire di Sciascia: semplicemente geniale. Ebbene sì, voglio soprattutto rispondere a quegli ignorantoni che bestemmiano la genialità di Sciascia. Il suo modo di raccontare oscuro e superficiale ci lascia immaginare meglio le ambientazioni. E poi i suoi racconti non sono fini a se stessi. La critica verso un degrado sociale è evidente. Concludendo considero Sciascia un illuminista moderno, spregiudicato e attaccato al bene del proprio paese.
Ilenia Campanelli (campanelli62@libero.it) Moie, Opera, 9.02.2002
L'inizio mi sembrava molto più avvincente dell'altra opera "Il giorno della civetta", ma il finale mi ha lasciata perplessa. Mi ha fatto illudere fino in fondo che questa volta sarebbe stata quella buona per sconfiggere la mafia, ma in realtà ha di nuovo dominato facendo le sue solite vittime necessarie per non far trapelare la verità. Il libro mi è piaciuto e come sempre Sciascia è molto bravo a descrivere questo strano mondo.
Anonimo studente (anomimostud.ente@tiscali.net), 17.1.2002
Caro Sciascia, i tuoi romanzi sono uno schifo, perché grazie a te devo dare un esame che segnerà per sempre la mia vita di studente universitario. Ringrazio anche Onofri, il mio prof., che ha scritto tanto su di te, ma non se ne capisce un tubo e ora mentre cerco chiarimenti, incomprensibili da leggere, mi accorgo di non trovar nulla, grazie, grazie sul serio. Ma perché non sei morto ammazzato tu dalla mafia? Facevi un gran favore.
Angela Grossi (albert.grossi@libero.it), Rovigo, 22.10.2001
Grazie al carissimo Leonardo Sciascia ho dovuto rovinarmi l'estate per leggere "Il giorno della civetta"!
Carlo De Frede (edefred@tin.it) Napoli, 29.06.2001
In questo scrittore siciliano, lucido e spregiudicato osservatore della realtà, c'è una perenne tensione o un conflitto tra la fiducia nella ragione e la constatazione della sua continua sconfitta. La sua volontà di denunzia dei compromessi e delle ambiguità del Potere si accentua in opere come Il contesto, 1971, Candido, 1977, e poi specialmente ne Il giorno della civetta, con sempre più pessimistici accenti. E' stato uno scomodo compagno di partiti politici, avendo egli denunciato nei suoi libri l'ineliminabile ipocrisia della politica.
Chiara Terzaroli (chiaraterzaroli@libero.it) Castiglione del Lago (Perugia) 04.04.2001
Penso che sia uno dei migliori autori del nostro secolo. Ha scritto molti libri, ma il migliore, secondo me, è sicuramente A porte aperte; soprattutto perchè tratta degli argomenti molto toccanti (gli abusi di potere dell'epoca).
|